Come si fattura Google Adsense nel 2022?

Caterina Gastaldi

21 Giugno 2022 - 11:51

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Qual è il modo corretto di fatturare google adsense nel 2022 e quali sono gli adempimenti fiscali di cui tenere conto per non avere problemi con il Fisco?

Come si fattura Google Adsense nel 2022?

Quando si apre un blog o sito internet, è facile a un certo punto pensare di utilizzare lo spazio online a propria disposizione per la pubblicità, in modo magari da poter rientrare delle spese di gestione del portale e arrotondare un po’. La modalità classica, a questo punto, è quella di utilizzare Google Adsense per la pubblicità.

Visto che solitamente i guadagni sono, soprattutto all’inizio, estremamente esigui, il primo pensiero non è quello di pensare a come fatturare e dichiararli al Fisco. Tuttavia, soprattutto se si sceglie di continuare su questa strada, sarà un obbligo di cui tenere conto.

L’idea migliore, per chi desidera guadagnare online, soprattutto con la pubblicità di un blog, è quella di affidarsi al consiglio di un commercialista esperto in questo campo. Tuttavia è bene farsi un’idea generale di quali sono gli obblighi fiscali che si potranno incontrare sulla propria strada. Vediamo quindi come funziona la fatturazione di Google Adsense nel 2022.

Come funziona Google Adsense in breve

Chi ha un blog o un sito web ha la possibilità di utilizzare il proprio spazio digitale per fare pubblicità a terzi. Ogni volta che la pubblicità sul proprio portale viene visualizzata si riceverà un piccolo compenso, solitamente maggiore nel caso in cui qualcuno cliccasse sul banner.

Google Adsense è la modalità più comune utilizzata per questo scopo. Adsense organizza un’asta, a cui partecipano le aziende interessate a mettere pubblicità online, e il proprietario del sito su cui sono posti i banner riceve un pagamento mensile da parte di Adsense.

Per poter pubblicare i banner proposti da Adsense è necessario prima di tutto che il portale venga ritenuto idoneo da Google, ma è importante sottolineare come questo non basti per avere dei buoni guadagni da questo tipo di attività. Per riuscire a vivere solo di banner pubblicità è necessario avere moltissime visite giornaliere, e costanti, sul proprio portale.

Adsense richiede un guadagno minimo di 70 euro per far partire i pagamenti, e l’unica modalità possibile al momento per ricevere è propri guadagni è quella del bonifico bancario.

Google Adsense: serve la partita Iva?

Sì. Si tratta infatti di un’attività di tipo commerciale e come tale deve essere trattata. Non si può utilizzare la prestazione occasionale in questo caso, perché la pubblicazione di banner pubblicitari è un’attività continuativa.

C’è chi crede che esista un limite di guadagno massimo entro cui si può scegliere di non aprire la partita Iva, ma non è così. Infatti la partita Iva è da aprire nel momento in cui la propria attività diventa abituale e continua.

Siccome i banner pubblicitari di Adsense, per ricevere dei guadagni, devono essere mantenuti online in modo continuativo, il loro inserimento ricade in questa casistica. Inoltre è importante tenere conto anche del fatto che si tratta di un’attività pubblicitaria e, quindi, di tipo commerciale.

L’apertura di una partita Iva, anche a regime forfettario per chi ne ha la possibilità, comporta degli obblighi e dei costi, situazione che può comprensibilmente scoraggiare molti, soprattutto se si tratta di guadagni minimi.

Scegliere il codice Ateco

Nel momento in cui si va ad aprire una partita Iva per poter fatturare e dichiarare i redditi da Adsense legalmente ed essere in regola con il Fisco, è importante scegliere con attenzione il codice Ateco giusto per identificare il tipo di attività.

L’apertura della partita Iva in sé, infatti, è un processo rapido e gratuito, ma la compilazione dei vari campi e aspetti necessari per evitare errori e problematiche può rivelarsi complesso.

Proprio per questo, visto soprattutto come le normative italiane riguardo questo tipo di guadagni non riescano a restare al passo con i cambiamenti del mondo di internet, la scelta più saggia può essere quella di rivolgersi a un dottore commercialista esperto in questo campo specifico.

In generale si utilizzano, alternativamente, due codici Ateco per questo tipo di attività:

  • 73.11.02: conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari;
  • 73.12.00: attività delle concessionarie pubblicitarie.

Sarà inoltre anche necessario iscriversi al Registro delle imprese, gestito dalla Camera di Commercio. Tuttavia si potrebbe anche ricadere nel caso in cui il sito web su cui si vuole inserire la pubblicità sia già stato registrato come attività commerciale (per esempio nel caso in cui si trattasse di un e-commerce). In questo caso gli adempimenti precedenti dovrebbero essere già pagati.

Bisognerà, anche in questo caso, comunicare l’inizio dell’attività di pubblicità, comunicando il codice Ateco corrispondente.

Contributi commercianti: gestione separata o gestione commercianti?

Per gli esercenti di attività commerciale è anche obbligatoria l’iscrizione a una forma previdenziale. Ci sono due opzioni disponibili presso l’Inps, ovvero:

  • gestione commercianti;
  • gestione separata.

Non si tratta di un’opzione alternativa all’altra, ma si riferiscono a due casi specifici. La prima (gestione commercianti) sarà l’opzione per chi fa solo 100% di gestione di spazi pubblicitari. In caso contrario, se sul sito web si svolgessero anche altre attività, come copywriting o consulenze per esempio, e Adsense fosse un’attività accessoria, allora bisognerà optare per la gestione separata dell’Inps.

Le due gestioni previdenziali hanno alcune differenze tra loro, infatti la gestione commercianti prevede che ci sia un fisso annuo da pagare che non cambia indipendentemente dal reddito, situazione che invece non si riscontra nella gestione separata.

Come emettere fattura e Iva in reverse charge

È obbligatorio per tutti i soggetti passivi Iva stabiliti nel territorio nazionale emettere fattura anche nel caso di operazioni carenti del requisito della territorialità. Per essere in regola con il Fisco è quindi necessario emettere fattura anche per i pagamenti relativi a Google Adsense.

Prima di tutto ricordare che Google svolge le sue attività in Europa in Irlanda e quindi viene considerata un soggetto passivo comunitario secondo la legge fiscale in materia di Iva.

La fattura dovrà essere intestata a: “Google Ireland, Gordon House, Barrow Street, Dublin 4, Ireland, Registration Number 368047 con indicazione della seguente Partita Iva IE6388047V” e il documento fiscale deve essere inviato a AdSenseVAT@google.com.

All’interno della fattura deve anche essere inserita la descrizione del tipo di servizi effettuati si devono indicare i riferimenti alla normativa Iva relativi all’applicazione dell’inversione contabile, andando anche ad indicare la dicitura “Reverse Charge".

Infatti i servizi di Adsense sono soggetti al meccanismo di inversione contabile, un meccanismo per cui nelle prestazioni di servizi tra due soggetti passivi Iva comunitari l’Iva deve essere assolta dal soggetto destinatario, ovvero Google Adsense in questo caso.

Esterometro ed elenchi Intrastat

Fino al 1° luglio le operazioni relative a Google Adsense devono essere inserite all’interno dell’esterometro, situazione che poi andrà a modificarsi con i cambiamenti relativi all’esterometro stesso e i nuovi obblighi di fatturazione elettronica per le partite Iva.

Un altro tipo di adempimento di cui bisogna tenere conto quando si vanno a vendere i servizi pubblicitari a Google Adsense è quello relativo alla compilazione degli elenchi Intrastat. La comunicazione è trimestrale, entro certi limiti di compensi. Tuttavia questo caso non è obbligatorio per tutti, per esempio per chi utilizza il regime forfettario.

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