Come può essere pagato il rimborso Irpef

Nadia Pascale

7 Giugno 2023 - 12:51

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Dalla dichiarazione dei redditi emerge un rimborso Irpef, come si possono riscuotere queste somme? Cosa deve fare il contribuente?

Come può essere pagato il rimborso Irpef

Scade il 2 ottobre 2023 il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi con il modello 730/2023, in seguito a tale adempimento possono presentarsi diverse situazioni, tra cui la più frequente è il rimborso Irpef, ma come ottenerlo?

In primo luogo può succedere che il contribuente nulla debba dare al Fisco e nessun rimborso debba ricevere.
La seconda possibilità è che il contribuente abbia versato tramite il sostituto di imposta o con acconti una somma inferiore rispetto a quanto effettivamente dovuto, in questo caso ci si trova di fronte a un modello 730 a debito ed è necessario effettuare ulteriori versamenti.

Resta, infine, l’ultima possibilità, cioè in seguito alla presentazione della dichiarazione il contribuente abbia maturato il diritto ad ottenere un rimborso Irpef. Questa situazione è piuttosto frequente e deriva dal fatto che il contribuente può fare valere detrazioni e deduzioni.

A questo punto molti si chiedono: come può essere pagato il rimborso Irpef?

Le soluzioni sono diverse a secondo del fatto che sia presente o meno il sostituto di imposta, ma vediamo le varie ipotesi. In ogni caso è bene ricordare che non sono previste trattenute e rimborsi per importi inferiori a 12 euro.

Rimborso Irpef con sostituto di imposta

La prima ipotesi è la più frequente, si tratta del rimborso Irpef in favore del contribuente lavoratore dipendente con sostituto di imposta (il datore di lavoro). In questo caso il rimborso Irpef viene erogato direttamente in busta paga nel mese successivo rispetto a quello in cui è stata presentata la dichiarazione dei redditi.

Al verificarsi di tale ipotesi il datore di lavoro riceve dall’Agenzia delle entrate il modello 730-4 in cui sono contenuti i dati necessari per effettuare il rimborso Irpef in favore del lavoratore. Il modello 730-4 può contenere anche indicazione delle somme che il contribuente deve versare (a debito) in questo caso le stesse devono essere trattenute dal datore di lavoro e versate al Fisco.

La seconda ipotesi è simile rispetto alla prima, si tratta del caso dei pensionati, in questo caso il rimborso Irpef viene erogato direttamente dall’Inps nella seconda mensilità successiva alla data di consegna della domanda. Ad esempio, chi presenta la dichiarazione entro il 31 giugno 2023 potrà avere il rimborso con la mensilità di agosto 2023.

Rimborso Irpef per il contribuente senza sostituto di imposta

Nel caso di contribuente senza sostituto di imposta, il rimborso Irpef viene erogato direttamente dall’Agenzia delle entrate sul conto corrente del contribuente. Naturalmente questo deve aver già indicato il proprio codice Iban.

In caso di mancata comunicazione delle coordinate bancarie o postali, l’erogazione dei rimborsi alle persone fisiche avviene tramite titoli di credito a copertura garantita (assegni vidimati) emessi da Poste Italiane S.p.A. .

Il contribuente che riceve l’assegno vidimato intestato può versarlo sul proprio conto corrente oppure ottenere l’incasso in contanti presso qualsiasi sportello postale.

Deve, infine, essere ricordato che nel caso in cui il rimborso Irpef abbia un valore superiore a 4.000 euro, l’Agenzia delle entrate prima di erogare gli importi effettua ulteriori verifiche.

Cosa succede se il rimborso Irpef non arriva?

Anche se raramente, può succedere che il rimborso Irpef non arrivi, in questo caso la prima cosa da fare è chiedere delucidazioni al proprio sostituto di imposta o al professionista attraverso il quale è stata presentata la dichiarazione dei redditi.

In assenza di risposte soddisfacenti si può chiedere un appuntamento all’Agenzia delle entrate, ricordiamo che l’appuntamento deve essere prenotato online o telefonicamente.
Resta, infine, da ricordare che in caso di diritto al rimborso Irpef non erogato, il contribuente ha 10 anni di tempo per richiederlo attraverso un’istanza formale all’Agenzia delle entrate.

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