Come nasce una Tesla?

Redazione Motori

23 Ottobre 2017 - 17:00

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Tesla Motors è una delle case automobilistiche più all’avanguardia: i punti di forza dell’innovazione sono la guida autonoma e il motore elettrico. Vediamo come viene costruita un’auto Tesla con il video dalla catena di montaggio.

Tesla è un marchio che in poco tempo è riuscito a catalizzare su di sé l’attenzione di addetti ai lavori e competitor del settore automotive, riuscendo ad alzare l’asticella dell’innovazione.

I punti di forza dei veicoli Tesla Motors sono la guida completamente autonoma - il famoso Autopilot capace di prevedere gli incidenti - di serie su tutte le auto, e la motorizzazione elettrica con accorgimenti che prolungano l’autonomia e velocizzano la ricarica.

Oltre alle sedi in California, dove Elon Musk ha stabilito la sua azienda, Tesla ha da poco siglato un accordo che consentirà al marchio di espandersi a Shanghai non solo con le vendite ma anche con un vero e proprio distaccamento produttivo. Una sede industriale che segna l’inizio di una crescita al di fuori del territorio USA. Per iniziare la produzione all’estero Musk non poteva scegliere luogo migliore, visto l’aumento delle auto elettriche in Cina.

Prima che Tesla inizi la produzione nel nuovo impianto cinese, vediamo un video che mostra la costruzione di un’auto Tesla direttamente dalla catena di montaggio.

Come nasce una Tesla?

Nel video che proponiamo, si può vedere la costruzione del primo veicolo Tesla in ordine cronologico: si tratta della scattante Model S, la berlina coupé che ha gettato le basi perché il marchio potesse crescere. Dopo il secondo modello Model X, è stata lanciata a prezzo e prestazioni inferiori la rivoluzionaria compatta Model 3.

La particolarità della catena di montaggio Tesla è la completa automatizzazione di ogni momento della costruzione del telaio. Tuttavia è fondamentale anche il tocco dei lavoratori specializzati, come quello che si vede in fase di verniciatura e per il montaggio degli interni.

Tesla ha da poco dovuto licenziare oltre 400 operai dalla fabbrica di Fremont per rendere più efficiente il rapporto lavoratori/produzione e aprire una filiale produttiva a Shanghai potrebbe risollevare i numeri dell’azienda nonostante i dazi import/export.

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