Come guadagnare con i Big Data?

Pasquale Conte

2 Giugno 2025 - 16:53

I Big Data sono una delle risorse più preziose di tutto il mondo moderno. Ecco che cosa sono, a che cosa servono e come fare per iniziare a guadagnare.

Come guadagnare con i Big Data?

Hai già sentito parlare dei Big Data? Si tratta di una potente risorsa che, con l’evoluzione tecnologica, ha assunto un ruolo sempre più importante. Tanto che oggi ci sono decine di posizioni lavorative diverse che si sono specializzate proprio su questo elemento, con guadagni in aumento e sempre più richieste da parte delle grandi aziende.

Ma per quale motivo sono diventati così importanti? Perché riescono, in un modo o nell’altro, a influenzare e a perfezionare il modo in cui le varie realtà del mondo tech – e non solo – operano e assumono decisioni. Questo perché i Big Data non sono altro che dati forniti dagli utenti stessi, insight su quelli che sono i comportamenti e le preferenze di mercato. E non solo, perché vengono anche sfruttati nel settore finanziario e in quello scientifico.

Se vuoi saperne di più sul tema e magari scoprire com’è possibile iniziare a guadagnare utilizzando i Big Data (sia per lo studio che per la loro applicazione), leggi questa guida e ti forniremo tutte le informazioni fondamentali di cui hai bisogno.

Cosa sono i Big Data

Come anticipato, i Big Data sono un enorme contenitore di informazioni fornite dagli utenti durante la regolare navigazione su siti, pagine web e programmi. I database che li contengono vengono studiati ogni giorno per ricavarne insight e informazioni. Ci sono grandi aziende legate (spesso) al telemarketing che spendono milioni di dollari per acquistarne, anche in minima parte.

La prima informazione fondamentale che devi conoscere sui Big Data è quella riguardante il concetto delle tre V: Volume, Velocità e Varietà. Con volume si intende la quantità di dati raccolti, spesso equivalenti a miliardi di GB ogni singolo giorno. Considerando l’enorme mole di informazioni da trattare, per la sua archiviazione esistono soluzioni scalabili come il cloud computing.

Con velocità, invece, ci si riferisce alla rapidità con la quale tutti i dati generati vengono processati. È infatti fondamentale analizzarli in tempo reale, così da poter ottenere informazioni immediate e poter giungere a decisioni in merito senza perdere tempo. Un concetto diventato la norma soprattutto in settori come il trading finanziario o per l’analisi del traffico aereo.

Infine c’è la varietà, ossia le diverse tipologie di dati che sono stati raccolti e che sono dunque disponibili per l’archiviazione e l’analisi. In generale, nei database si trovano dati strutturati, non strutturati e semi-strutturati. A questi concetti, si stanno aggiungendo negli ultimi anni alcune nuove V, come per esempio Veracity che indica la veridicità delle informazioni e il Value che corrisponde all’importanza della quantità e della qualità di quanto ottenuto.

Come guadagnare coi Big Data

Essendo una risorsa così importante e avendo la sua gestione assunto un ruolo di prim’ordine nel mercato globale, ci sono diversi modi per poter iniziare da subito a guadagnare studiando e analizzando i Big Data.

In generale, le grandi aziende tendono ad assegnare questo ruolo ai dipendenti o a società di consulenza qualificate, in quanto spesso i dati hanno un valore molto elevato e vanno toccati con cura. Più difficile la strada del freelancer, se non con qualifiche accertate ed esperienze pregresse di spessore.

Quali sono le competenze necessarie

Ci sono alcune competenze che sono diventate nel tempo la base minima da cui partire, ancor prima di inviare il proprio CV a un’azienda che ha aperto a una nuova posizione lavorativa. A livello di istruzione, viene sempre richiesta una laurea in discipline scientifiche, possibilmente in ambito informatico.

Considerando i software da utilizzare e i processi da seguire in prima persona, è importante essere a conoscenza di linguaggi di programmazione avanzati come Python, Java o R. Così come avere una buona familiarità con framework e librerie dedicate al data science e al machine learning.

Sono infine apprezzate competenze extra in ambiti quali il data warehousing, fattori che potrebbero farti guadagnare posizioni nella lista dei professionisti del settore che hanno già inviato una candidatura alla medesima posizione aperta.

Quali sono i settori con più offerta

Ormai praticamente ogni settore lavorativo si avvale dei Big Data, per diverse motivazioni. C’è chi ne ha bisogno a fine di marketing per avere insight sul mercato e per indirizzare meglio le proprie offerte e promozioni a un pubblico di riferimento, chi li utilizza in ambito scientifico per la ricerca, chi per perfezionare le proprie proposte di turismo e via dicendo.

Recenti studi rivelano che il mondo dei Big Data è in particolare fermento in settori come banche e assicurazioni, ICT, industrie manifatturiere, immobiliare, turismo, sanità, pubblica amministrazione e telefonia.

Ma non solo, perché anche lanciarsi in un campo all’apparenza meno interessato attualmente allo studio e alla gestione dei Big Data potrebbe essere una mossa vincente. Avere una concorrenza più bassa e puntare sull’evoluzione dei dati nei prossimi anni può portare a una crescita più rapida di posizione e a guadagni ancor più cospicui.

Quali sono le 6 professioni più richieste

Ti sei convinto definitivamente e vuoi entrare a far parte del mondo dei Big Data? Allora devi sapere che, al momento, sono 6 le figure più richieste:

  • Data Analyst: si occupa dell’analisi e dell’interpretazione dei dati, per renderli materiale utile a fini di business;
  • Data Architect: si occupa della progettazione di sistemi, flussi e sistemi di archiviazione dei dati, in base alle richieste dell’azienda;
  • Data Engineer: si occupa di aggregare e manipolare grandi insiemi di big data. Sono richieste conoscenze approfondite per la creazione di algoritmi informatici e lo sviluppo di processi tecnici;
  • Data Scientist: si occupa di gestire i dati grezzi e di trarne informazioni preliminari per strategie di marketing e di vendita o per la definizione di nuovi prodotti da lanciare;
  • Database Manager: si occupa di gestire interi database dal punto di vista della loro sicurezza e della loro efficienza, tenendo conto degli ultimi sviluppi tecnologici;
  • Security Engineer: si occupa del monitoraggio e dei controattacchi in caso di tentativi di hacking. Deve saper creare e implementare sistemi di difesa ed essere in grado di risolvere eventuali fughe di dati.

Quanto si guadagna coi Big Data

Fornisce una stima precisa sugli stipendi per lo studio e la gestione dei Big Data è impossibile. Dipende molto dalle proprie competenze, dall’offerta ricevuta da un’azienda, dall’eventuale pagamento come freelancer e via dicendo. Ci sono però alcune stime generali, che potrebbero tornarti utili per farti un’idea della retribuzione media in Italia.

Un Data Engineer ha uno stipendio base medio di 34.000 euro all’anno e, con i bonus, può arrivare a 35.750 euro. Per i Data Scientist, la retribuzione base può variare da 30.000 a 60.000 euro all’anno in una posizione media, mentre i Data Analyst partono da 30.000 euro per le posizioni junior e arrivano a una media di 50.000 euro da senior.

Sono invece sempre più ricercati e pagati i Data Architect che, secondo le ultime stime, in Italia hanno uno stipendio medio percepito di 104.850 euro all’anno. Inoltre, lavorare in realtà che si occupano di finanza e tecnologia possono portare a un incremento importante della retribuzione inserita a contratto.

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