Come fare ricorso all’università per il voto di un esame?

Ilena D’Errico

12 Luglio 2025 - 17:28

Come fare ricorso all’università per il voto di un esame: consigli e procedura da seguire a seconda dei casi. Dal reclamo alla causa in tribunale.

Come fare ricorso all’università per il voto di un esame?

A tutti gli studenti è capitato di ricevere un voto poco gradito, ma le possibili soluzioni cambiano a seconda delle motivazioni. I voti all’università, in particolare, possono incidere notevolmente sul futuro dello studente, contribuendo a determinare il voto di laurea. Ecco perché chi riceve voti che ritiene non adatti deve attivarsi prontamente e provare a risolvere la situazione. Potrebbe essere necessario studiare di più, cambiare il metodo o attenersi più precisamente ai requisiti richiesti, ma pure contestare il voto d’esame. Tutto cambia a seconda del problema specifico, anche se gli studenti che si chiedono come fare una contestazione sono moltissimi ogni anno. Le strade percorribili sono diverse e non sempre convenienti, ma in alcuni casi assolutamente necessarie. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Prima il tentativo bonario

Chi riceve un voto sgradito all’università dovrebbe come prima cosa capire il motivo. Un buon punto di partenza è sicuramente il dialogo aperto e costruttivo con professori e colleghi, per testare la propria preparazione e avere indicazioni più precise sull’andamento dell’esame. Sarebbe poi buona cosa, quando possibile, chiedere chiarimenti direttamente al professore una volta ricevuto il voto. Il confronto non deve essere affrontato con spirito polemico, bensì con apertura e disponibilità al dialogo.

L’obiettivo, a questo punto, non è ottenere un voto differente né cambiare il parere del professore, bensì comprendere le motivazioni alla base del giudizio. Soltanto così è possibile migliorarsi e ottenere risultati migliori, ma anche rilevare eventuali anomalie e abusi. Bisogna quindi cercare di comprendere se il voto rispecchia verosimilmente l’esame sostenuto o meno. Nel primo caso, basta rifiutare la votazione e prepararsi in maniera più efficace per l’appello successivo. In caso contrario, bisogna andare alla radice del problema.

Il reclamo all’università

Il primo mezzo formale per contestare un voto all’università è il reclamo presso la Commissione esaminatrice dell’ateneo. Ciò è possibile quando il docente ha attribuito un voto inadeguato rispetto all’esame sostenuto, ha messo in atto veri e propri abusi o non ha rispettato i diritti dello studente. Le modalità per la presentazione del reclamo variano a seconda del regolamento di ogni ateneo, ma generalmente sono previsti moduli da compilare in cui indicare le proprie rimostranze.

Pur non trattandosi di una procedura giudiziale, sarà fondamentale in questa fase riuscire a documentare le proprie contestazioni. Per questa modalità di contestazione, inoltre, è preferibile che le prove dello studente siano esaustive, convincenti e complete il più possibile. Questo requisito non viene certo meno in tribunale, ma ci sono un’ampiezza di trattazione e un giudizio obiettivo che permettono di documentare la contestazione più semplicemente.

Bisogna quindi riuscire a enunciare con chiarezza estrema il motivo della contestazione e raccogliere tutti i documenti a proprio favore, dalle dichiarazioni testimoniali ai pareri professionali. Se si tratta di un esame scritto si è in parte facilitati nel lavoro, essendo più facile chiedere la rivalutazione dell’esame e la verifica della corretta applicazione dei parametri di giudizio. Questa strada può rivelarsi vincente, non soltanto perché più semplice ed economica del ricorso amministrativo, ma anche perché può aiutare a raggiungere un accordo con l’ateneo volto a evitare contenziosi giudiziali, sempre a patto che la propria pretesa sia fondata.

Il ricorso al Tar

Se il reclamo all’università non produce alcun risultato e si è dinanzi a una valutazione ingiusta non resta che presentare un ricorso amministrativo al Tar competente, attraverso un avvocato. Come anticipato, in questo caso bisogna sostenere la spesa per l’onorario del professionista e la procedura, sottoponendosi a un procedimento abbastanza lungo.

È inoltre fondamentale agire entro 60 giorni dall’accaduto, pertanto non bisogna rischiare di perdere troppo tempo aspettando la risposta al reclamo. Sarà così possibile contestare il voto, dimostrando la sua ingiustizia manifesta o l’eccesso di potere. Anche in questo caso, naturalmente, la pretesa dello studente deve essere fondata e soprattutto puntualmente documentata. Se il Tar adito non accoglie il ricorso, ci si può rivolgere al Consiglio di Stato, che svolge la funzione di appello per la giustizia amministrativa.

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