Come fanno i piloti dei bombardieri B-2 a sopravvivere a voli che durano più di 30 ore?

Alessandro Nuzzo

27 Giugno 2025 - 19:37

I piloti del bombardiere B-2 Spirit impegnati nella missione in Iran hanno volato per 33 ore consecutive. I segreti del loro successo.

Come fanno i piloti dei bombardieri B-2 a sopravvivere a voli che durano più di 30 ore?

Qualche giorno fa gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco contro l’Iran colpendone i siti nucleari. A portare a termine questa delicata missione sono stati i piloti del bombardiere B-2 Spirit. Si tratta di un velivolo militare unico al mondo, con una capacità di carico di 40.000 libbre, circa 18.144 kg, in grado di trasportare sia armi convenzionali sia ordigni nucleari.

La sua forma è particolare: somiglia a un pipistrello in volo ed è progettato per essere invisibile ai radar grazie alla tecnologia stealth. È l’aereo più costoso al mondo: ciascun esemplare vale circa due miliardi di dollari. Chi lo pilota deve possedere capacità fisiche e psicologiche fuori dal comune. I piloti sono addestrati a rimanere in volo per molte ore consecutive per completare missioni di lunghissima durata. Ad esempio, per la recente missione «Midnight Hammer» in Iran, gli equipaggi sono rimasti in volo per 33 ore senza mai atterrare. Non si tratta di un record: il primato appartiene a una precedente missione di ben 44 ore e mezza consecutive, ma resta comunque una delle operazioni più lunghe mai registrate per questo tipo di velivolo.

Trentatré ore per partire dagli Stati Uniti, raggiungere l’obiettivo, sganciare le bombe e rientrare alla base. L’intera operazione sull’obiettivo è durata poco meno di 25 minuti. Questo significa che le restanti 32 ore e 35 minuti sono state di puro volo di trasferimento e pattugliamento, intervallate da 4 o 5 rifornimenti in volo. I rifornimenti avvengono grazie a grandi aerocisterne militari che si agganciano al B-2 durante il volo, permettendogli di proseguire senza mai toccare terra. Ma i piloti come riescono a resistere fisicamente?

Come fanno i piloti dei bombardieri B-2 a sopravvivere a voli molto lunghi

I piloti del B-2 vengono selezionati generalmente tra gli equipaggi dei bombardieri B-52 e devono raggiungere standard di resistenza fisica e mentale eccezionali. Gli interni del velivolo sono essenziali e spartani. Non esistono immagini ufficiali per motivi di sicurezza, ma chi lo ha pilotato descrive la cabina con due sedili, la plancia di comando e un piccolo spazio retrostante dove si trova un lettino, chiamato «culla», per il riposo. Il bagno è un semplice sacchetto assorbente riempito con lettiera per gatti. Completano l’equipaggiamento un piccolo forno a microonde e un piccolo frigorifero, strumenti basilari per garantire la sopravvivenza e la resistenza durante i lunghi voli.

Il riposo e l’alimentazione sono elementi cruciali per resistere a oltre 30 ore di volo. I pisolini durano in media un paio d’ore, ma l’orario viene organizzato in base alla rotta e agli impegni operativi. I pasti sono studiati per essere leggeri e poveri di fibre, proprio per ritardare l’evacuazione e limitare al minimo i disagi. I piloti, inoltre, devono pianificare con precisione l’assunzione di liquidi per evitare disidratazione ma anche per ridurre la necessità di utilizzare il bagno di fortuna durante la missione.

Durante la fase di crociera, uno dei piloti è ai comandi mentre l’altro può riposare. Solo durante la fase d’attacco entrambi devono essere operativi e concentrati al massimo. Nonostante i momenti di relativa routine, non c’è mai davvero spazio per rilassarsi: i piloti devono mantenere un altissimo livello di concentrazione per tutta la durata del volo, senza mai abbassare la guardia.

Melvin G. Deaile, colonnello in pensione dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti, che ha pilotato un B-2 per circa 40 ore consecutive, ha raccontato che ai piloti venivano fornite delle pillole per aiutarli a restare svegli. Si trattava probabilmente di anfetamine, sostanze stimolanti in grado di aumentare la resistenza mentale, la fiducia in sé stessi e la capacità di concentrazione per lunghi periodi. L’uso di questi farmaci, monitorato dai medici militari, è stato storicamente adottato per affrontare le missioni più lunghe e complesse della storia dell’aviazione.

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# Guerra

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