Spese del matrimonio, come si dividono tra gli sposi e le famiglie (secondo il galateo)

Ilena D’Errico

26 Febbraio 2024 - 18:32

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Nel galateo, le famiglia dello sposo ha precisi doveri, complementari rispetto alla famiglia della sposa. Ecco come si dividono le spese del matrimonio secondo le tradizioni e le usanze italiane.

Spese del matrimonio, come si dividono tra gli sposi e le famiglie (secondo il galateo)

Sposarsi comporta delle spese non indifferenti, a meno che si preferisca evitare del tutto la cerimonia e i festeggiamenti successivi. Abiti, pranzo o cena, intrattenimento e allestimento floreale sono di solito le voci che richiedono più soldi nell’organizzazione del matrimonio, chiaramente a seconda delle scelte dei futuri sposi. Molto spesso i coniugi non si trovano da soli, ma sono aiutati economicamente dalle rispettive famiglie per il coronamento di questo sogno.

Non a caso, secondo il galateo ci sono specifiche mansioni riservate alla famiglia dello sposo e a quella della sposa, così che ognuno faccia la propria parte. Ovviamente, non si tratta di regole obbligatorie, ma di semplici tradizioni e usanze che si può scegliere di seguire o meno. Per questo motivo, le regole cambiano non solo di località in località, ma anche da famiglia a famiglia.

Con tutto lo stress organizzativo, però, può essere utile conoscere le regole tradizionali per decidere quali seguire. Il galateo va in aiuto anche alle famiglie stesse, che magari vogliono contribuire e fare un regalo ai figli ma non sanno come. Vediamo quindi come si dividono le spese del matrimonio secondo il galateo.

Le spese per il matrimonio secondo il galateo

Il galateo non è altro che un codice di educazione e buone maniere non scritto, derivante dagli usi, dalle abitudini e dalle tradizioni. Le regole convenzionali del galateo sono di solito piuttosto rigide per coloro che le seguono, ma allo stesso tempo estremamente variegate. Difatti, nelle diverse località italiane si trovano precetti perfino opposti sulla ripartizione delle spese matrimoniali.

Ciò che ci accomuna è il contributo dovuto dalle famiglie degli sposi, ma anche questa usanza potrebbe scomparire in futuro. Sono sempre di più le coppie che si sposano in completa autonomia economica, per esempio riducendo le spese, risparmiando o ottenendo un prestito.

Oltretutto, è sempre più comune la soluzione della lista di nozze, con cui gli sposi scelgono in anticipo una serie di regali che preferiscono. Talvolta, l’invito al matrimonio è corredato dall’Iban del conto corrente della coppia. Una pratica che fa molto sorridere, ma di fatto non è così lontana dalla classica abitudine di regalare soldi ai matrimoni.

In ogni caso, le regole tradizionali possono essere adattate come meglio si crede, così come è stato fatto in passato per originare proprio queste tradizioni. Basti pensare al fatto che la divisione delle spese matrimoniali del galateo di norma distingue la famiglia dello sposo da quella della sposa, ma ciò non significa che sia inapplicabile anche alle unioni civili. L’importante è ricordare che non si tratta di regole ferree.

Come si dividono le spese del matrimonio secondo il galateo

Il galateo prevede una specifica ripartizione delle spese che comprende tutti gli aspetti legati alla celebrazione del matrimonio, dal bouquet della sposa fino al ricevimento e al viaggio di nozze. Dato che le nozze un tempo segnavano anche l’inizio della convivenza, il galateo prevede una divisione dei costi perfino per ciò che riguarda la casa coniugale.

Per quanto riguarda l’abbigliamento, la famiglia della sposa (più nello specifico il padre) dovrebbe acquistarle l’abito nuziale, mentre l’abito del futuro marito è a carico della famiglia di lui. Alla sposa spetterebbe, invece, l’acquisto degli abiti per le damigelle, i paggetti e le damine. In svariate regioni italiane, poi, è la suocera a dover completare l’abbigliamento della sposa con il velo e il bouquet di fiori. Quest’ultimo, invece, è altre volte un compito del futuro marito.

Per quanto riguarda il ricevimento nuziale, la tradizione vuole che a pagare sia la famiglia della sposa, che si farà carico dunque di diversi elementi:

  • Il pranzo o la cena;
  • la location;
  • gli allestimenti;
  • l’intrattenimento.

Fra le altre, questa è l’usanza che più di tutte appare sormontata, soppiantata da una tradizione più equa: la divisione dei costi fra le due famiglie, in maniera equa o in proporzione al numero di invitati appartenenti all’una o all’altra famiglia. Nonostante ciò, dovrebbe comunque essere la famiglia della sposa a pagare per gli allestimenti, le bomboniere e l’intrattenimento, perché alla famiglia dello sposo spetterebbero:

  • Il noleggio dell’auto degli sposi;
  • il noleggio dell’auto per i testimoni;
  • il noleggio dell’eventuale mezzo di trasporto necessario agli invitati;
  • il viaggio di nozze;
  • l’offerta alla Chiesa;
  • l’anello di fidanzamento;
  • i fiori all’occhiello per i testimoni.

Riguardo alle fedi nuziali, invece, una parte della tradizione vuole che siano acquistate dalla famiglia dello sposo, mentre un’altra corrente delegherebbe questo compito ai testimoni. In alcune regioni del Sud Italia, poi, esiste una figura specifica oltre al testimone, il cosiddetto compare degli anelli, che oltre ad acquistare le fedi dovrebbe custodirle e portarle all’altare.

Alla famiglia della sposa restano invece i regali per le damigelle e i paggetti e quello per il futuro sposo (in cambio dell’anello di fidanzamento), oltre alle spese per il corredo tessile della casa coniugale. Quest’ultima dovrebbe invece essere arredata e acquistata o affittata dalla famiglia dello sposo.

È naturale che queste regole, un tempo seguite con molta precisione, sono sempre più soggette ai cambiamenti rinnovati dai futuri sposi, così da adattarsi alle inevitabili differenze rispetto al passato (ad esempio per le coppie che si sposano dopo anni di convivenza o per quanto riguarda le unioni civili).

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