Come avere il rimborso massimo dal Fisco senza errori sul 730

Patrizia Del Pidio

26 Settembre 2025 - 08:43

Non sempre i contribuenti riescono ad avere il massimo del rimborso spettante e nella maggior parte dei casi la colpa è di errori che commettono nella compilazione del 730.

Come avere il rimborso massimo dal Fisco senza errori sul 730

Chi è sicuro di ricevere il rimborso più alto possibile dal Fisco? Non sempre si tiene conto del fatto che basta anche un piccolo errore nella compilazione del modello 730/2025 per mettere a rischio parte del rimborso fiscale spettante. Anche se la stagione della dichiarazione dei redditi sta volgendo al termine è ancora possibile controllare eventuali errori e correggerli per avere indietro dal Fisco tutta l’imposta pagata e non dovuta.

Vediamo come ottenere il massimo rimborso dal Fisco senza commettere errori nella presentazione del modello 730/2025 e anche quali sono le cose da andare a controllare in un modello eventualmente già inviato.

Le cose da ricordare per non commettere errori

Per massimizzare il rimborso del 730 è necessario tenere d’occhio le detrazioni e le strette previste per la dichiarazione dei redditi 2025. Le novità di questo 2025 sono poche in questo ambito e non tutte sono a favore del contribuente. Fino al 2022 sono spettate le detrazioni per i figli a carico, dal 2023, invece, spettano solo per quelli che hanno compiuto i 21 anni, per i più piccoli, infatti, l’assegno unico le sostituisce.

Una cosa importante da ricordare, però, è che i dati dei figli minorenni (o disabili) devono essere indicati lo stesso nel quadro dei familiari a carico, in questo modo, infatti, si ha diritto alle detrazioni per le spese sostenute per i figli. Si deve ricontrollare il quadro familiari a carico per vedere se anche i figli che hanno meno di 21 anni sono stati correttamente indicati come fiscalmente a carico.

Per chi ha effettuato spese che rientrano nel superbonus nel 2024, va ricordato che la detrazione non è più al 90% come l’anno precedente, ma è scesa al 70%. Va ricordato, inoltre, che anche il bonus mobili ha subito una stretta nel 2024 e l’importo massimo su cui calcolare la detrazione è di 5.000 euro.

Sfruttare tutti gli sconti per massimizzare il rimborso

Quando si utilizza il 730 precompilato il dilemma principale è scegliere tra le due alternative:

  • accettare il modello predisposto dall’Agenzia delle Entrate senza modifiche per evitare i controlli preventivi;
  • apportare modifiche e integrazioni se i dati delle spese detraibili e deducibili sono incompleti.

Può sembrare un dubbio lecito, ma in realtà è infondato: con il fai da te, anche se si apportano modifiche al 730 precompilato, gli eventuali controlli graveranno solo sui dati modificati. Se si è in possesso, quindi, delle prove documentali delle modifiche apportate, un controllo preventivo non dovrebbe scoraggiare dal richiedere quanto spetta di diritto.

Ogni spesa detraibile o deducibile inserita nel 730, infatti, fa risparmiare sulle tasse e, di fatto, per avere diritto al rimborso massimo è necessario inserirle tutte. In questo frangente, poi, va rammentato che non sempre il modello predisposto dall’Agenzia delle Entrate risulta essere aggiornato con tutti i dati: qualche soggetto terzo potrebbe aver trasmesso in ritardo i dati o potrebbe non averli trasmessi affatto Inoltre, i contribuenti potrebbero aver esercitato l’opposizione all’utilizzo dei dati tramite sistema Tessera Sanitaria e in questo caso i dati sono assenti a priori.

Accettare il 730 precompilato senza controllare e senza apportare modifiche, quindi, non è consigliabile perché potrebbe portare a perdere importanti sconti fiscali.

Quali quadri controllare?

Uno degli errori che potrebbe incidere maggiormente sull’eventuale rimborso del 730 è non indicare in dichiarazione il numero di giorni da lavoro dipendente. Si tratta di un dato che non viene inserito in automatico per chi ha più di una Certificazione Unica (tutti coloro che nel 2024 hanno svolto più di un lavoro, coloro che hanno smesso di lavorare per andare in pensione, chi è stato licenziato e per una parte dell’anno ha percepito la Naspi, solo per citare alcuni casi). Fondamentale, quindi, è controllare il Quadro C al rigo 5 per vedere se il dato è stato correttamente inserito dall’amministrazione tributaria.

Un altro errore abbastanza comune riguarda la detrazione di oneri e spese: non sempre vengono inserite in automatico le spese sostenute per i figli a carico (spese di istruzione, universitarie, mediche per citarne alcune). Capita spesso, soprattutto quando i genitori sono separati o divorziati, che l’amministrazione tributaria pur essendo a conoscenza delle spese non sappia a quale dei due genitori imputarle, soprattutto se la percentuale di carico dei figli non è presente nelle Certificazioni Uniche. In questo caso è bene consultare il Quadro E per vedere se tutte le spese detraibili sono state inserite correttamente.

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