Come accettare l’eredità

Ilena D’Errico

12/11/2023

12/11/2023 - 21:57

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L’ordinamento riconosce diverse modalità per accettare l’eredità, non esattamente interscambiabili. Ecco cosa cambia e come accettare a seconda dei casi.

Come accettare l’eredità

L’ordinamento riconosce diversi tipi di accettazione dell’eredità, che differiscono nelle modalità ma anche nelle funzioni che assolvono. Si ha una prima distinzione tra l’accettazione pura e semplice e quella con beneficio d’inventario, ma anche fra accettazione espressa, tacita e presunta. Ecco come fare a seconda dei casi.

L’accettazione tacita

L’accettazione tacita è una modalità facile, rapida e soprattutto gratuita per accettare l’eredità, proprio perché non richiede alcuna dichiarazione espressa da parte del chiamato all’eredità. Questo tipo di accettazione, infatti, si presume semplicemente dai comportamenti del chiamato all’eredità e in particolari dalle azioni che mostrano inequivocabilmente l’intenzione di accettare.

In genere, si ha accettazione tacita quando il chiamato si comporta come un erede, ad esempio perché attua delle decisioni sul patrimonio ereditario che competono soltanto agli eredi oppure perché si definisce tale. Invece, non si ha accettazione tacita quando il chiamato all’eredità si limita a preservare i beni ereditari.

Così è possibile accettare l’eredità senza alcuno sforzo, ma è bene sapere che così facendo si perde la possibilità di rinunciare oppure di accettare con beneficio d’inventario. Ecco perché è bene fare molta attenzione se non si conosce con certezza la composizione del patrimonio ereditario e gli eventuali debiti presenti.

L’accettazione pura e semplice espressa

Un’altra forma di accettazione pura e semplice (ovvero senza beneficio d’inventario) è quella espressa, ovvero resa tramite un atto pubblico in Tribunale oppure presso il notaio che si occupa della successione (oppure informalmente tramite scrittura privata). Così come l’accettazione tacita quella espressa comporta la fusione del patrimonio ereditario con quello personale dell’erede, così aggredibile dai creditori del defunto.

Quando non ci sono debiti nell’eredità o sono molto esigui l’accettazione pura e semplice è da preferire, per via dei costi ridotti rispetto alla formula con inventario. La differenza rispetto all’accettazione tacita è che si può provare in modo rapido ed efficace lo status di erede e la conseguente titolarità sul patrimonio del defunto ed è quindi molto utile per semplificare le operazioni di gestione dei beni, comprese le compravendite immobiliari.

In caso contrario, infatti, è necessario formalizzare l’accettazione con una trascrizione dal notaio (con un costo intorno ai 600 euro).

Come anticipato, l’accettazione può essere dichiarata in Tribunale oppure dal notaio. Per la prima opzione è necessario rivolgersi alla cancelleria del Tribunale competente dove è stata aperta la successione, compilando la modulistica fornita dall’ufficio e pagando i costi necessari per il contributo unificato, la trascrizione, i diritti di copia e il bollo (tra i 300 e i 500 euro). Al modulo compilato deve essere allegata la seguente documentazione:

  • Dichiarazione sostitutiva del certificato di morte;
  • indicazione dell’ultima residenza del defunto;
  • fotocopia del documento di riconoscimento del defunto;
  • certificato di morte;
  • testamento (se presente) in duplice copia conforme in bollo rilasciata dal notaio con gli estremi della registrazione;
  • codice fiscale del richiedente e del defunto;
  • autorizzazione del giudice tutelare se gli eredi sono minori.

L’accettazione dal notaio ha invece un costo più elevato, di norma tra 1.500 e 2.000 euro, che comprende ovviamente l’assistenza del professionista a riguardo.

L’accettazione con beneficio d’inventario

L’accettazione con beneficio d’inventario permette di mantenere la separazione tra i beni personali dell’erede e quelli del defunto ricevuti in eredità, così che i primi non siano aggredibili dai creditori ereditari. L’accettazione con beneficio d’inventario non può essere tacita, ma deve essere necessariamente resa in Tribunale o presso il notaio.

L’unica differenza rispetto alle procedure di accettazione pura e semplice espressa riguardano i costi, che lievitano leggermente, e l’aggiunta dell’inventario ai documenti per l’accettazione.

I tempi per accettare l’eredità

I chiamati all’eredità hanno 10 anni di tempo dall’apertura della successione, oltre i quali si presume la rinuncia. I chiamati in possesso dei beni ereditari, però, sono tenuti a redigere l’inventario entro 3 mesi e poi dichiarare l’accettazione con beneficio d’inventario entro 40 giorni, altrimenti si ha l’accettazione pura e semplice presunta, peraltro con problemi sull’individuazione dei beni in mancanza di inventario.

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