Colf e badanti hanno diritto all’aumento per gli scatti d’anzianità?

Simone Micocci

26 Ottobre 2017 - 10:36

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Anche le collaboratrici domestiche hanno diritto all’aumento di stipendio dopo un determinato periodo di lavoro? Facciamo chiarezza.

Colf e badanti hanno diritto all’aumento per gli scatti d’anzianità?

I collaboratori domestici (colf, baby sitter, giardinieri) hanno diritto agli scatti d’anzianità?

Gli scatti d’anzianità sono quei fattori che comportano un aumento della retribuzione in base al tempo in cui un dipendente è impiegato per la stessa azienda. La maggior parte dei lavoratori maturano gli scatti d’anzianità, ed ognuno di questi ha diritto ad un aumento di stipendio in determinati periodi.

Nel dettaglio è il CCNL di riferimento a stabilire se - ed ogni quanto - il dipendente ha diritto agli aumenti periodici di anzianità; è il caso ad esempio del CCNL sulla disciplina del lavoro domestico, nel quale è stabilito che anche colf, badanti e collaboratori domestici (compresi ad esempio i giardinieri) hanno diritto ad un aumento di stipendio una volta maturati 2 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro.

Un diritto di cui poche collaboratrici domestiche sono a conoscenza, eppure non si tratta di una novità dal momento che è stato introdotto già nel 1972. Ma in un ambiente dove spesso le collaboratrici domestiche sono costrette a lavorare in nero - con tutti i rischi che ciò comporta - figuriamoci se i datori di lavoro riconoscono gli scatti d’anzianità.

Ecco perché abbiamo deciso di scrivere questo articolo, con la speranza che in futuro ci possa essere una maggior tutela per i diritti di questi lavoratori.

Scatti d’anzianità per lavoratrici domestiche

Come anticipato, gli scatti d’anzianità per colf e badanti sono stati introdotti nel lontano 1972. Questi sono stati riformati nel 1992, quando la normativa è stata modificata per introdurre delle maggior tutele per queste categorie di lavoratrici. Ad esempio è stato stabilito il divieto di assorbire gli scatti stipendiali in un eventuale superminimo.

La normativa vigente, quindi, prevede che a colf e badanti - naturalmente assunte con regolare contratto di lavoro - va riconosciuto un aumento di stipendio ogni 2 anni di servizio prestato presso la propria famiglia.

Questi lavoratori cominciano a maturare gli scatti d’anzianità a partire dal 1° giorno del mese successivo dall’inizio dell’attività lavorativa. Ad esempio, una colf assunta il 26 novembre del 2017 avrà diritto ad un aumento di stipendio il 1° dicembre del 2019.

Il CCNL del lavoro domestico, però, prevede un limite alla maturazione degli scatti d’anzianità: il datore di lavoro deve riconoscerne al massimo 7, dopodiché la collaboratrice domestica pur continuando a lavorare presso la stessa famiglia non avrà diritto ad altri aumenti di stipendio.

Di quanto aumenta lo stipendio

L’aumento di stipendio una volta raggiunto un determinato periodo di impiego, viene calcolato sulla base della retribuzione minima prevista dal CCNL del lavoro domestico, a seconda del proprio livello di inquadramento professionale.

Nel dettaglio, per ogni scatto d’anzianità il dipendente ha diritto ad un aumento del 4% della retribuzione minima.

Attenzione a non commettere errori: la percentuale del 4% si applica sempre sulla retribuzione minima prevista dal CCNL di riferimento e non sullo stipendio del dipendente. Ad esempio, nel secondo scatto d’anzianità non va aggiunto il 4% allo stipendio attuale della collaboratrice domestica (aumentato del 4% già due anni prima) ma l’8% della retribuzione minima.

Prendiamo come esempio quello di una governante, inquadrata nella categoria C del CCNL del lavoro domestico. Qui viene fissata in 6,35 la paga minima oraria, quindi, per ogni scatto stipendiale verrà riconosciuto un aumento pari a 0,254 euro all’ora.

Tale importo potrà aumentare solo nel caso in cui le tariffe minime del CCNL di riferimento verranno aumentate a loro volta, oppure su discrezione del datore di lavoro.

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