Colf e badanti, caos green pass: ecco cosa sta succedendo

Emiliana Costa

15/12/2021

15/12/2021 - 14:20

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Da un sondaggio emerge che il 42,3% delle famiglie che hanno un collaboratore domestico senza green pass ha mantenuto inalterato il rapporto di lavoro. Rischiando sanzioni. Entriamo nel dettaglio.

Colf e badanti, caos green pass: ecco cosa sta succedendo

Gran parte delle famiglie italiane hanno una colf, una badante o una babysitter in regola con il green pass. Ma sono ancora tanti i nuclei familiari che per non perdere il proprio collaboratore fidato chiudono un occhio e mantengono inalterato il rapporto di lavoro. Nonostante il dipendente sia sprovvisto di certificato verde, accettando così il rischio di una sanzione o del contagio.

Si tratta di circa 10 mila casi in tutta Italia. Senza contare il lavoro in nero. È quanto emerge dal sondaggio realizzato da Nuova Collaborazione, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, sulla situazione relativa al green pass di colf, badanti e baby sitter. Ma entriamo nel dettaglio.

Badanti, colf e baby sitter, caos green pass

Il dato preoccupante che emerge dal sondaggio è che il 42,3% dei datori di lavoro che si sono trovati in una situazione di irregolarità - ovvero con un collaboratore domestico senza green pass - ha deciso di mantenere inalterato il rapporto di lavoro. Pur consapevole dei rischi e delle possibili sanzioni.

Si tratta, rapportando il dato al totale dei 920.722 contratti registrati, «di 9.464 casi, un numero non enorme ma tale da destare attenzione e riflessione», commenta il presidente di Nuova Collaborazione, Alfredo Savia. Spiegando che il dato non corrisponde esattamente al numero di famiglie coinvolte in quanto potrebbero esserci più badanti impegnate con la stessa persona.

«Le motivazioni possono essere le più diverse - continua il presidente di Nuova Collaborazione, Alfredo Savia - ma riflettono una situazione di forte disagio soprattutto sul fronte dell’assistenza alle persone più fragili, anziani non autosufficienti e bambini soprattutto, quando il potere contrattuale del datore di lavoro si riduce per via della condizione di necessità. In tutta Italia ci adopereremo per sensibilizzare e aiutare i soci in queste situazioni. Il fenomeno rischia di essere anche più diffuso, considerando che nel paese si stima almeno un milione di rapporti di lavoro in nero. Le autorità competenti dovrebbero mettere in atto misure più puntuali e capillari di controllo».

Tutti i risultati del sondaggio su collaboratori domestici e green pass

Dai risultati emerge che il 91,9% delle famiglie-datori di lavoro che hanno risposto al sondaggio aveva un assistente familiare (colf, badante, babysitter) in possesso di green pass al momento dell’entrata in vigore del decreto lo scorso 15 ottobre.

Nel 69,7% dei casi, il collaboratore sprovvisto di certificato verde ha provveduto ad ottenerlo nei giorni successivi, affidandosi in alternativa ai tamponi.

Nei casi in cui il lavoratore non ha provveduto a ottemperare con tampone o vaccini, (una situazione che riguarda 22.373 contratti in essere) il 26,9% dei datori di lavoro ha deciso di sospendere il collaboratore non adempiente all’obbligo stabilito dal decreto e il 30,8%, pur con rammarico, ha provveduto al licenziamento. Ma come già detto, il 42,3% dei datori di lavoro che si sono trovati in una situazione di irregolarità ha deciso di mantenere inalterato il rapporto di lavoro, rischiando contagio e sanzioni.

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