Ecco la classifica aggiornata delle aziende più sostenibili al mondo. Tra queste, 27 sono italiane, con un’eccellenza che rientra nella top ten.
La sostenibilità non rappresenta più un aspetto marginale delle strategie di crescita, ma è diventata un elemento centrale nella valutazione delle aziende. La nuova classifica del settimanale americano TIME, realizzata insieme al portale tedesco Statista, individua le “World’s Best Companies – Sustainable Growth 2026”, ovvero le 500 imprese che riescono meglio a combinare risultati economici e attenzione all’ambiente.
L’indagine si basa su criteri ESG, un parametro che indica gli aspetti Environmental, Social and Governance, ovvero l’impatto ambientale di un’azienda, il modo in cui gestisce il capitale umano e le comunità, e la qualità della sua governance.
Non si valuta, quindi, solo quanto un’azienda guadagna, ma come ottiene quei risultati, dalla riduzione delle emissioni alla trasparenza nella gestione, passando per il trattamento dei dipendenti. TIME e Statista hanno incrociato questi dati con l’andamento dei ricavi e la solidità finanziaria per ottenere un punteggio complessivo che misura la capacità di crescere in modo stabile e responsabile.
La classifica di quest’anno offre una fotografia globale delle aziende che stanno integrando la sostenibilità nelle decisioni operative, non come slogan, ma come parte del modello di business. In cima spiccano principalmente i settori tech e dell’intrattenimento, mentre l’Italia si distingue con 27 aziende in classifica, delle quali una, Fineco, si trova tra le prime dieci al mondo.
Ecco quali sono.
Classifica delle 10 aziende più sostenibili al mondo
Nelle prime dieci posizioni della classifica TIME-Statista si trovano aziende molto diverse tra loro per settore e provenienza geografica, ma accomunate dalla capacità di crescere in modo stabile integrando criteri ambientali, sociali e di governance.
Al primo posto c’è JYP Entertainment (97,59), leader sudcoreana dell’intrattenimento, seguita dalla turca Mavi (97,52), attiva nell’abbigliamento e nelle calzature. Al terzo posto si colloca l’indiana Cyient (96,57), specializzata in ingegneria e tecnologie biomediche, mentre la taiwanese WT Microelectronics (96,50) è quarta grazie al suo ruolo nella distribuzione di componenti elettroniche. Quinta è la olandese ASR Nederland (95,53), gruppo assicurativo con un forte presidio nei servizi sanitari.
Il comparto tecnologico statunitense entra nella top ten con Nvidia (95,38), in sesta posizione, e con Rambus (95,20) all’ottavo posto, entrambe valutate anche per gli sforzi nella riduzione dell’impatto energetico delle attività digitali. A rappresentare l’Italia è FinecoBank (95,24), settima al mondo, che conferma l’autorità del settore fintech italiano nel panorama internazionale. Chiudono la top ten la spagnola Grenergy Renovables (94,32), attiva nelle energie rinnovabili, e la statunitense Intuit (94,11), specializzata in software e servizi digitali per imprese e professionisti.
Subito fuori dalla top ten si trovano realtà altrettanto competitive come Moody’s (94,11), Interparfums (94,06), E.L.F. Beauty (93,58), Sungrow Power Supply Company (93,49) e l’operatore turco delle telecomunicazioni Turkcell (93,44).
| Classifica | Società | Settore | Paese | Punteggio |
|---|---|---|---|---|
| 1 | JYP Entertainment | Tecnologia e media | Corea del Sud | 97.59 |
| 2 | Mavi | Abbigliamento e sport | Turchia | 97.52 |
| 3 | Cyient | Ingegneria e tecnologie | India | 96.57 |
| 4 | WT Microelectronics | IT ed elettronica | Taiwan | 96.50 |
| 5 | ASR Nederland | Assicurazioni e sanità | Paesi Bassi | 95.53 |
| 6 | Nvidia | IT ed elettronica | Stati Uniti | 95.38 |
| 7 | Fineco Bank | Servizi finanziari | Italia | 95.24 |
| 8 | Rambus | IT ed elettronica | Stati Uniti | 95.20 |
| 9 | Grenergy Renovables | Utility | Spagna | 94.32 |
| 10 | Intuit | Servizi alle imprese | Stati Uniti | 94.11 |
Dove si posizionano le aziende italiane?
L’Italia figura nella classifica complessiva con ben 27 imprese. Oltre all’eccellente risultato ottenuto da FinecoBank, settima al mondo e prima tra le italiane con un punteggio di 95,24 su 100, c’è poi Anima Holding, seconda italiana al ventesimo posto della classifica globale. Il più grande gruppo indipendente del risparmio gestito in Italia ottiene 92,34 punti grazie a una strategia che integra analisi ESG nei processi di investimento e una gestione prudente degli asset.
Poco più indietro si colloca Retelit, che opera nelle telecomunicazioni e nelle infrastrutture digitali con un ruolo centrale nel mercato B2B. L’azienda è 33esima nel mondo e ottiene 91,21 punti, confermando la solidità del comparto tecnologico italiano.
Tra le prime 40 posizioni globali si distingue anche Prada. La maison milanese, salita di 28 posti rispetto all’edizione precedente, raggiunge il 37° posto grazie al rafforzamento delle politiche ambientali lungo la filiera del lusso e a una crescita dei ricavi superiore alla media del settore.
Nella classifica appaiono poi società finanziarie come Banco Popolare di Sondrio e Mediobanca, entrambe caratterizzate da solide performance economiche e da piani di sostenibilità strutturati. Nel settore del lusso emerge Moncler, che conferma l’attenzione alla tracciabilità della supply chain, mentre nella cosmesi Intercos si posiziona come uno dei produttori conto terzi più innovativi a livello globale.
A rappresentare l’ingegneria e le tecnologie per la transizione energetica c’è Maire, mentre la consulenza digitale è presidiata da Reply. Nel comparto moda si aggiungono Brunello Cucinelli ed Ermenegildo Zegna, due marchi che hanno integrato percorsi di sostenibilità nella filiera produttiva mantenendo un posizionamento internazionale in crescita. Proseguendo si incontrano PharmaNutra, Italmobiliare, Unicredit, Enav e Amplifon, aziende molto diverse tra loro ma accomunate da strategie che coniugano investimenti e responsabilità ambientale.
Nella parte bassa della top 100 - e poi nella classifica generale - si aggiungono nomi come Nexi, Ferrari, Generali, Unipol, Intesa Sanpaolo e Carel Industries, fino a Leonardo e Rai Way, che chiudono la presenza italiana con punteggi comunque superiori ai 77 punti su 100.
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