La Cina muove l’esercito, Taiwan: “Preparati alla guerra”. Cosa sta succedendo?

Alessandro Cipolla

4 Agosto 2022 - 10:50

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La Cina sta svolgendo imponenti esercitazioni militari a ridosso di Taiwan con lanci di missili in acque off-limits: Taipei si dice pronta alla guerra, tutta colpa di Pelosi?

La Cina muove l’esercito, Taiwan: “Preparati alla guerra”. Cosa sta succedendo?

La visita della speaker Nancy Pelosi a Taipei potrebbe scatenare una guerra tra la Cina e Taiwan? Questo al momento nessuno è in grado di prevederlo, ma l’unica cosa certa è che mai negli ultimi decenni la tensione è stata così grande attorno all’isola.

Alle ore 6 di questa mattina, le 12 locali, la Cina ha dato il via a una imponente esercitazione militare nel perimetro adiacente a Taiwan, una autentica rappresaglia alla visita mordi e fuggi di Pelosi nella fu Formosa che è stata percepita da Pechino come una provocazione inaccettabile.

Stando a quanto ha riferito il ministero della Difesa di Taiwan, la Cina “ha lanciato diversi missili balistici nelle acque intorno alle coste nord orientali e sudoccidentali”, non risparmiando anche alcune zone marittime off-limits a navigazione e sorvolo.

Le operazioni militari della Cina dureranno quattro giorni, con Pechino che ha diffuso una mappa dell’area divisa nelle sei zone in cui intende realizzare esercitazioni marittime: i missili cadranno in alcune aree distanti appena 12 miglia dalla costa di Taiwan.

Il timore dell’Occidente è che queste esercitazioni siano solo l’antipasto di una vera e propria guerra da parte della Cina per riprendere il controllo dell’isola “ribelle”.

Cina e Taiwan, c’è il rischio di una guerra?

Non cerchiamo l’escalation, ma non ci fermiamo quando si tratta della nostra sicurezza e sovranità. Sosterremo il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra e con l’atteggiamento di non intensificare i conflitti e non causare controversie”.

Questo è stato il commento del ministro della Difesa di Taiwan dopo l’avvio delle massicce operazioni militari da parte della Cina. In questo scenario, il pensiero torna alla visita “a titolo personale” di Nancy Pelosi a Taipei avvenuta nelle scorse ore.

Una reazione del genere da parte di Pechino era stata ampiamente annunciata: Pelosi ha tutto il diritto di visitare un Paese amico degli Stati Uniti ma, vista la guerra in Ucraina e le grandi tensioni internazionali, forse la speaker poteva anche evitare questo fuori programma.

Per Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, non c’è alcuna giustificazione per “usare la visita come pretesto per un’attività militare aggressiva nello Stretto di Taiwan”.

Pechino risponderà a qualsiasi azione che viola la sovranità e l’integrità territoriale della Cina - è stata la dura risposta della portavoce della missione cinese presso la Ue Zhang Ming - Taiwan fa parte del territorio cinesi e intromettersi nelle sue questione è una violazione della sovranità cinese”.

A differenza di quanto accaduto in Ucraina, gli Stati Uniti hanno fatto intendere che non resterebbero a guardare in caso di una guerra mossa dalla Cina nei confronti di Taiwan, tanto che la portaerei Ronald Reagan è da giorni pronta a ogni evenienza non lontana dall’isola.

Invece che lavorare per la pace, tutti gli “sforzi” internazionali in questo momento sembrerebbero andare verso un catastrofico allargamento della guerra.

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