Entro il prossimo anno la Cina supererà l’Australia in cima alla classifica con una produzione compresa tra 8.000 e 10.000 tonnellate. Vediamo di cosa si tratta.
Viviamo in una fase di transizione energetica, passando dai combustibili fossili a soluzioni green, e alcuni mercati stanno diventando molto floridi. Uno di questi è quello delle batterie. Auto elettriche, droni, biciclette elettriche, dispositivi portatili: nei prossimi anni serviranno sempre più batterie, in quantità e con tecnologie sempre più avanzate. Per produrle è necessaria una sostanza molto ambita, chiamata litio.
Il litio è un metallo alcalino, il più leggero tra i metalli solidi. È un elemento chiave nella produzione di batterie ricaricabili, oggi ampiamente diffuse in dispositivi elettronici come smartphone, tablet e veicoli elettrici. In natura, il litio non si presenta mai allo stato puro ma è contenuto in minerali e sali. Con la crescente domanda di batterie, aumenta anche la domanda globale di litio. Interi paesi stanno costruendo la loro fortuna economica sull’estrazione e l’esportazione di questo metallo strategico. La classifica dei maggiori produttori di litio al mondo è oggi guidata dall’Australia, ma presto il primo posto potrebbe essere occupato da un altro paese: la Cina.
La Cina diventerà il primo produttore di litio al mondo
A sostenerlo è la società di consulenza Fastmarkets, che prevede come entro un anno il paese asiatico supererà l’Australia in termini di tonnellate prodotte. «La Cina ha una strategia molto chiara per lo sviluppo delle sue risorse minerarie», ha dichiarato Paul Lusty, responsabile della ricerca sulle materie prime per batterie presso Fastmarkets, durante una conferenza a Las Vegas.
L’Australia è il maggior produttore di litio al mondo dal 2017, ma già nel 2026 si stima che i produttori cinesi supereranno quelli australiani con una produzione annua compresa tra 8.000 e 10.000 tonnellate. Una crescita straordinaria se si considera che nel 2023 la Cina era ancora al terzo posto, dietro anche al Cile. La rapidità con cui la Cina sta scalando la classifica mondiale è la prova di una politica industriale estremamente aggressiva e di un investimento costante nelle infrastrutture dedicate.
L’espansione cinese, però, non sembra destinata a fermarsi. Si prevede che l’influenza della Cina sul mercato globale del litio continuerà a crescere almeno fino al 2035, nonostante molti produttori cinesi operino con una redditività bassa o addirittura negativa.
Nel 2035 la Cina potrebbe raggiungere le 900.000 tonnellate, contro le 680.000 tonnellate dell’Australia e le 435.000 tonnellate del Cile.
Da dove arriva il litio prodotto dalla Cina
Proviene principalmente dalla lepidolite, una pietra naturale ricca di litio, la cui estrazione però è molto costosa e potenzialmente dannosa per l’ambiente. Nonostante ciò, al Governo cinese sembra non interessare: la produzione prosegue, sostenuta dalle autorità locali e da interessi strategici per mantenere quote di mercato, posti di lavoro e controllo delle materie prime per le tecnologie del futuro.
Non si parla solo di estrazione: la Cina controlla già il 70% della capacità globale di raffinazione del litio. Una quota dominante che manterrà almeno per il prossimo decennio, anche se secondo le stime la sua quota di mercato potrebbe ridursi intorno al 60% entro il 2035. La leadership cinese, però, appare destinata a durare ancora a lungo.
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