La Cina “abbaia ma non morde”: perché una guerra in Taiwan non è imminente

Luna Luciano

06/05/2023

Secondo il Japan Times la Cina non sarebbe in grado di attaccare Taiwan nell’immediato futuro, ma perché, quali sono le cause? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla strategia cinese.

La Cina “abbaia ma non morde”: perché una guerra in Taiwan non è imminente

La Cina non è pronta per poter attaccare Taiwan e muovere guerra contro l’isola. È questo ciò che sostiene il Japan Times in un suo report, basato su conversazioni con numerosi esperti militari a diretta conoscenza delle forze in campo nella regione.

Se le numerose prove di guerra, che hanno visto navi e aerei cinesi circondare l’isola di Taiwan, hanno contribuito ad alimentare una narrazione che vuole la Cina sul piede di guerra, pronta ad attaccare immediatamente Taipei, il Japan Times avrebbe trovato delle prove concrete per poter rassicurare l’Occidente e gli Stati Uniti: l’attacco non è imminente, Pechino non è pronta per una guerra.

Stando agli esperti militare, infatti, la Cina starebbe facendo sfoggio di un arsenale militare, che non è può ancora essere impiegato sul campo da guerra. Sembrerebbe quindi essere calzante per il dragone l’espressione “abbaia ma non morde”. Senza contare che una guerra tra Cina e Taiwan non converrebbe a nessuno, nemmeno agli Stati Uniti. Ma è realmente così?

Mentre sulla scacchiera geopolitica si intrecciano propagande, accuse e strategie militari, è quanto mai importante conoscere quale sia la strategia della Cina, quali sono i punti deboli che impediscono un attacco immediato e perché, oggettivamente, non le converrebbe muovere guerra.

La Cina “abbaia ma non morde”: perché una guerra in Taiwan non è imminente

La Cina non è ancora pronta per poter muovere guerra contro Taiwan, nemmeno ora che l’isola sembrerebbe essere più esposta a un attacco dopo le parole del presidente Macron.

Stando all’analisi del Japan Times, le navi e aerei militari sfoggiati nelle ultimissime settimane nello Stretto di Taiwan non sono altro che gli “oggetti di scena” di uno “spettacolo” portato avanti da Pechino per fini propagandistici, piuttosto che reali mezzi da poter impiegare in una guerra nell’immediato futuro.

Infatti, come si può leggere nel lungo report della testata giapponese, le portaerei cinesi sono ancora in modalità di addestramento. In caso di assenza o ridotta visibilità - causa maltempo o notte - l’esercito cinese non sarebbero ancora in grado di far “atterrare in condizioni di sicurezza i loro velivoli sulle portaerei”, come riportato anche da Open online.

Inoltre, in caso di conflitto, le portaerei, così come gli altri velivoli, sarebbero particolarmente vulnerabili ad attacchi con missili o sottomarini, poiché la Marina di Pechino non ha ancora perfezionato il suo sistema di “scudo” da questo tipo di attacchi.

Secondo gli esperti occorreranno altri 10 anni alla Cina per poter ovviare a queste mancanze, fino ad allora Pechino non è in grado di lanciare con efficacia un attacco sulle coste di Taiwan.

Taiwan, perché la guerra non conviene né alla Cina né agli Usa

Se la Cina non è ancora in grado di attaccare con successo nell’immediato futuro Taiwan, a fare da deterrente a una possibile guerra tra Cina e Taiwan, e quindi con gli Stati Uniti, è il fatto che una guerra non conviene a nessuna delle due super potenze.

Nonostante Cina e Stati Uniti nutrano grandi interessi per Taiwan, stando alle simulazioni di wargame del Center for strategic & international studies, una guerra non converrebbe a nessuna delle due superpotenze.

Se infatti la guerra dovesse scoppiare nel 2026-2027, la guerra andrebbe avanti fino a esaurimento delle forze, con Pechino che non riuscirebbe comunque a conquistare l’isola. Il risultato? Una guerra che le due superpotenze pagherebbero a caro prezzo il costo di vite e mezzi militari, senza contare l’impatto sull’intera economia mondiale.

La Cina non attaccherà subito Taiwan: qual è la sua strategia?

A questo punto, se una guerra contro Taiwan non è imminente e le prove militari non sono che spettacoli a beneficio di propaganda, è naturale domandarsi quale sia la strategia della Cina.

Queste prove di forza hanno una duplice funzione: rimarcare il ruolo della Cina all’interno degli equilibri internazionali, mostrando la propria forza militare, e fungere da deterente, mettendo in guardia gli Stati Uniti in caso di un conflitto diretto. Stati Uniti che al momento devono mettere in conto il proprio isolamento in tal campo, dopo che paesi asiatici ed Europa si sono dichiarati neutrali.

In ogni caso, se il Japan Times ha rassicurato l’Occidente, non bisogna dimenticare che l’annessione dell’isola rientra nei piani del Dragone d’Oriente. A gravare su questi fragili equilibri è anche la minaccia di un’escalation nucleare, dato che Cina e Stati Uniti sono tra i paesi con più arme atomiche. Infine, bisogna ricordare che tale atteggiamento di “deterrenza” potrebbe portare a un aumento delle tensioni fino alla fatidica scintilla, esattamente come accaduto per il conflitto russo-ucraino che ancora oggi sembra lontano dal poter trovare una conclusione.

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