Che fine ha fatto il Covid e quanto preoccupa la nuova variante

Ilena D’Errico

5 Agosto 2023 - 10:53

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Aumentano i contagi di Covid con la circolazione della nuova variante, seppur la tendenza resti in calo in buona parte del mondo. Ecco cosa sta succedendo e com’è la situazione sanitaria.

Che fine ha fatto il Covid e quanto preoccupa la nuova variante

L’emergenza sanitaria per via del Covid19 si è ufficialmente conclusa il 5 maggio 2023, ma rimane importante il monitoraggio della circolazione delle nuove varianti, così come la prevenzione. Come riportato dall’Oms, infatti, i dati non sono più accurati come durante la pandemia, proprio perché sono diminuiti test e tamponi. Resta per il momento sicura la tendenza negativa in buona parte del mondo, con una diminuzione dei contagi e dei decessi più o meno marcata nei diversi Paesi.

Rileva ora, però, la diffusione della nuova variante, EG.5, che mostra una crescita esponenziale ed è stata già rilevata in 45 Paesi. L’Organizzazione mondiale della sanità ha quindi invitato di prestare attenzione alla sorveglianza e all’assistenza clinica, onde evitare un improvviso cambio di rotta. Ma quanto preoccupa la nuova variante?

La nuova variante Covid è la seconda al mondo

La variante EG.5 è riuscita in pochissimo tempo a espandersi in tutto il mondo, superando in contagi anche la variante Kraken, che ormai conferma la tendenza in calo. Solo due settimane fa l’Oms ha inserito la EG.5 tra le varianti sotto osservazione ed ora è tra le più diffuse, seconda solo alla variante Arturo.

Era il 19 luglio quando l’EG.5 è stata catalogata nella “lista dei mutanti sotto osservazione” (Vum), infatti nel periodo tra il 10 e il 16 luglio EG.5 ha superato Kraken, che mostra un calo costante (dal 13 al 11,6%), ed è la seconda più diffusa dopo Arturo, anch’essa in calo (dal 21,7% al 18,4%). EG.5 è stata rilevata con una prevalenza dell’11,6% a livello globale, essendo stata segnalata finora in ben 45 Paesi ed è l’unica tra le varianti in osservazione a mostrare un andamento in crescita.

Nel dettaglio, EG.5 è passata dal 6,2% nella settimana tra il 12 e il 18 giugno al 11,2% dei primi di luglio, fino ad arrivare all’11,6% in base agli ultimi dati aggiornati alla settimana tra il 10 e il 16 luglio. Con la sua rapidissima evoluzione, la mutazione si è diffusa in gran parte del mondo in tempi brevi, ma la scala di diffusione non è l’unico elemento utile alla valutazione della gravità. Nonostante l’elevato tasso di contagio, infatti, la situazione resta ben lontana dal periodo pandemico.

Quanto preoccupa la nuova variante Covid?

La nuova variante Covid discende dalla variante Acrux (XBB.1.9.2) a cui si aggiunge una mutazione (F456L) della proteina Spike. La sua crescita esponenziale è decisamente contro tendenza rispetto alle altre nuove varianti del Covid19 che, quando non in calo, rimangono quanto meno stabili.

Ciononostante, l’Organizzazione mondiale della sanità ha rilevato una diffusione molto eterogenea della EG.5, con tutta probabilità dovuta ai diversi gradi di immunizzazione ottenuta grazie a vaccini o contagi nei vari Paesi. Soltanto in alcune aree, infatti, l’aumento del contagio si è accompagnato a un incremento nei decessi e dei ricoveri, ma sempre “a livelli inferiori rispetto alle precedenti onde di risalita”.

Si conferma, quindi, la tendenza in calo dei ricoveri e dei decessi causati dall’infezione da Covid19, seppur a livelli diversi nelle varie parti del mondo. Di fatto, quella mostrata dalla variante EG,5 è una crescita controcorrente e molto vasta che merita l’attenzione degli esperti, ma non allarmante quanto era nei primi periodi della circolazione di questi virus.

L’ultimo bollettino dell’Oms, riferito al periodo tra il 3 e il 30 luglio, mostra un aumento dei contagi del 7% (più di 1 milione) e più di 3.100 morti, un dato infelice ma comunque in diminuzione rispetto al passato (-53%). Nel complesso, dall’inizio della pandemia alla fine di luglio 2023 sono stati segnalati più di 768 milioni di contagi confermati, a fronte di 6,9 milioni di decessi.

Nello specifico, in tutte le regioni dell’Oms i morti hanno mostrato un significativo calo:

  • Europa –75%;
  • Sudest Asiatico -73%;
  • Mediterraneo Orientale –59%;
  • Africa –50%;
  • Pacifico Occidentale –39%;
  • Americhe –29%.

Mentre soltanto in 5 regioni dell’Oms sono diminuiti notevolmente i contagi:

  • Europa –66%;
  • Mediterraneo Orientale –65%;
  • Sudest Asiatico –61%;
  • Africa –56%;
  • Americhe –31%.

In aumento, invece, il tasso di contagio nel Pacifico occidentale (+38%). Il repentino aumento di circolazione della nuova variante Covid non è quindi sufficiente a invertire la rotta, ma necessita di un attento monitoraggio e del proseguimento delle campagne vaccinali come fondamentale prevenzione.

Aumento dei contagi in Europa e in Italia

Per quanto riguarda l’Europa, negli ultimi mesi la variante EG.5 ha causato più di nuovi 60.000 casi e più di 700 decessi. Come già anticipato, rimane la tendenza in diminuzione dei contagi, che però si riduce. Al primo posto c’è la Federazione Russa, con 15.091 contagi e una diminuzione scesa al –50%. Seguono l’Italia con 13.533 contagi e un tasso del –48% e il Regno Unito con 10.964 contagi e un tasso del –19%.

La classifica rimane uguale anche per numero di decessi, ma il terzo posto è occupato dal Portogallo, anziché dal Regno Unito. Per quanto riguarda l’Italia, seconda sia per contagi che per numero di decessi all’interno dell’Europa, l’indice Rt (indice di trasmissibilità) è aumentato dallo 0,92 della scorsa settimana all’1,07. I ricoveri sono anche in lieve crescita, ma non le terapie intensive. Gli esperti non giudicano, per ora, la situazione allarmante.

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