Che fine faranno i vaccini Covid una volta finita la pandemia?

Giorgia Bonamoneta

25 Aprile 2023 - 23:48

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La pandemia è in una fase finale o quasi, ma ci sono ancora molti vaccini nei magazzini. Cosa succede ora? Ecco che fine faranno.

Che fine faranno i vaccini Covid una volta finita la pandemia?

Quando sarà dichiarata la fine della pandemia che fine faranno i vaccini? La domanda sorge spontanea di fronte all’attuale situazione di stabilità del virus. Anche se gli ultimi aggiornamenti sulla diffusione del coronavirus mostrano una leggera crescita, con un aumento dei contagi settimanali, dei decessi e del tasso di occupazione dei posti letto in ospedale, è chiaro che siamo ormai in una fase post-pandemica ed endemica.

Il numero dei contagi e dei decessi mostrano però ancora la necessità di vaccinarsi per tutti coloro che sono nella cosiddetta “categoria dei fragili”. Ancora oggi infatti il coronavirus in circolazione, nelle sue diverse varianti e sottovarianti, non è un semplice raffreddore né una semplice influenza. Le campagne vaccinali sono però ferme. Cosa fare con i vaccini avanzati?

Prime che le dosi di vaccini acquistate scadano sarà necessario trovare loro un utilizzo. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha affermato che nei prossimi mesi, con la ripresa del freddo nella stagione autunnale, saranno stabiliti i soggetti e i tempi per la vaccinazione consigliata (anche se non più obbligatoria). Problemi di scorte dopotutto non ci sono, anzi.

La fine dei vaccini: cosa fare con quelli che avanzano

Ci sono abbastanza vaccini rimasti per coprire le dosi necessarie alla sicurezza dei soggetti della categoria fragile, come suggerito dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Sono solo coloro che, anche in uno stato di estrema calma come quello attuale, i soggetti ai quali sarà suggerita la vaccinazione. Dopotutto, come dimostrano i dati dell’ultima settimana, sono ancora molte le persone contagiata e sono in aumento i posti letto occupati e il numero dei decessi. I dati dal 14 al 20 aprile mostrano:

  • un aumento dei nuovi contagi da 21.779 a 27.982;
  • aumento dei decessi da 129 a 191;
  • aumento dei posti letto occupati sia nelle aree mediche non critiche che nelle terapie intensive.

Le dosi, come fa notare il ministro alla Salute Orazio Schillaci, ci sono e anzi il rischio è che ne rimangano troppe inutilizzate e per questo potrebbero scadere. Sembra che tutte le dosi necessarie saranno quindi utilizzate e quelle in eccesso già in magazzino finiranno per scadere.

Il piano europeo: rivedere i contratti con le case farmaceutiche

Il piano europeo e quindi anche italiano è quello di rinegoziare i contratti siglati con le case farmaceutiche. I tempi non sembrano favorevoli e questo perché abbiamo come prova il dialogo tra Polonia e Pfizer che non si è ancora concluso dopo un anno. Per il ministro della Salute questo è un tema fondamentale, perché teme che una mancanza rinegoziazione, quindi un acquisto eccessivo di dosi e un conseguente spreco di soldi possa inficiare la fiducia della popolazione in future campagne di vaccinazione.

Servono acquisti su base nazionale, ha detto Schillaci e per farlo serve rivedere i contratti e diminuire le forniture. Ormai il 90% della popolazione over 12 è vaccinata e il coronavirus è in una fase nella quale le persone non considerate fragili non hanno bisogno obbligatoriamente della vaccinazione.

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