Categoria catastale, l’Agenzia delle entrate può cambiarla con Google maps?

Nadia Pascale

2 Maggio 2023 - 10:25

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L’Agenzia delle entrate può attribuire una categoria catastale basandosi solo sui rilievi di Google Maps? A rispondere a questa domanda sono due sentenze del mese di aprile 2023.

Categoria catastale, l’Agenzia delle entrate può cambiarla con Google maps?

Anche l’Agenzia delle entrate commette errori e a stabilirlo è la Corte di giustizia tributaria di Lecce.
Alla base della condanna vi è l’errata attribuzione della categoria catastale basata sui rilievi effettuati con Google Maps, ma occorre che ci siano sempre rilievi sul posto a verifica delle reali condizioni.

Google Maps non può essere usato per l’attribuzione della categoria catastale

Si sa, le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale dovrebbero semplificare la vita, ma di fatto, se non accompagnate dalla intelligenza umana, possono indurre a commettere errori e a pagarne le spese questa volta è l’Agenzia delle entrate che affidandosi esclusivamente alle nuove tecnologie ha commesso un errore importante.

Le imposte sugli immobili si basano sulle categorie catastali degli stessi, l’attribuzione di una categoria catastale di certa entità può portare ad un aumento considerevole di imposte da pagare, infatti la rendita degli immobili deve essere indicata nella dichiarazione dei redditi ed è alla base del calcolo dell’Imu.

Nei fatti oggetto di giudizio, l’Agenzia delle entrate, in base ai rilievi effettuati attraverso Google Maps, ha deciso di cambiare la categoria catastale di un immobile passandolo da abitazione A/3 alla categoria catastale A/7, cioè villini.
Le abitazioni in categoria A/3 sono di tipo economico e caratterizzate da finiture non particolarmente curate, ne deriva che il valore patrimoniale e la rendita catastale è molto inferiore rispetto a quella prevista per le abitazioni considerate villini, in categoria catastale A/7 e caratterizzate da finiture curate e presenza di cortili e giardini.

L’errore è stato determinato dal fatto che attraverso i rilievi fatti, accanto al fabbricato emergeva un terreno considerato però erroneamente giardino.

La Direzione provinciale di Lecce, in seguito ai rilievi di Google Maps, invece di andare in loco a verificare la situazione di fatto, ha provveduto invece ha notificare l’avviso di accertamento in cui semplicemente si comunicava il cambio di categoria catastale e quindi l’attribuzione di una rendita più alta. Il proprietario ha quindi proposto ricorso avverso il provvedimento.

Agenzia delle entrate deve provvedere al sopralluogo prima di attribuire una categoria castastale

La Corte di giustizia tributaria di Lecce ha di fatto dato ragione al proprietario che ha dimostrato che in realtà il giardino era inesistente e l’immobile non aveva finiture particolarmente curate, di conseguenza era errata l’attribuzione della rendita catastale relativa ad immobili in categoria catastale A/7.

Nella sentenza vi è quindi la condanna all’Agenzia delle entrate al pagamento delle spese, inoltre viene riattribuita la precedente categoria catastale A/3.

Google Maps da solo non basta per la definizione della categoria catastale

Non è la prima volta che l’Agenzia incorre in errori. Nella sentenza 63 del marzo 2023 la Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Liguria si pronuncia su un caso simile, avente però ad oggetto un vano accessorio di un albergo appartenente appartenenti alle categorie speciali (cat. D e E).

L’Agenzia aveva provveduto ad attribuire una rendita più elevata facendo riferimento solo a Google Maps. In questo caso a rendere chiaro che il comportamento dell’Agenzia era errato è l’articolo 30 D.P.R. n. 1142/1949 che stabilisce che la rendita catastale delle unità immobiliari appartenenti alle categorie speciali (cat. D e E) debba essere accertata con stima diretta.

Nel caso in oggetto il giudice di primo grado aveva di fatto dato ragione all’Agenzia, mentre in secondo grado sono state riconosciute le ragioni del contribuente.
Non è vietato quindi avvalersi delle nuove tecnologie per l’esecuzione dei controlli fiscali, ma gli stessi devono essere ulteriormente sostenuti attraverso un sopralluogo e quindi con una verifica sul posto delle reali condizioni degli immobili oggetto di accertamento.

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