Casa automobilistica chiude tutto, ma nessuno ne parla. Colpa di una montagna di debiti

Alessandro Nuzzo

1 Dicembre 2025 - 22:50

La startup statunitense che doveva conquistare il mercato con i suoi camion elettrici ha chiuso lo scorso 21 novembre. Lo si evince da alcune email interne.

Casa automobilistica chiude tutto, ma nessuno ne parla. Colpa di una montagna di debiti

Bollinger Motors, startup di veicoli elettrici fondata nel 2015 negli Stati Uniti, ha chiuso i battenti lo scorso 21 novembre. La notizia, inizialmente passata inosservata, è stata confermata da alcune email interne rese note dal Detroit Free Press. Bollinger Motors era specializzata nella produzione di camion completamente elettrici caratterizzati da un design squadrato.

Come si evince da una comunicazione inviata dalla direttrice delle risorse umane, Helen Watson, il 21 novembre ai dipendenti, la startup ha ufficialmente interrotto le attività. «Abbiamo ricevuto la notizia ieri sera tardi che è arrivato il giorno in cui chiuderemo ufficialmente i battenti della Bollinger Motors, a partire da oggi, 21 novembre 2025», si legge nella mail. La conclusione del messaggio recita: «È la fine di un’era, ma di cui dovreste essere tutti molto orgogliosi».

Difficoltà anche nel pagare gli stipendi

Dal 21 novembre l’azienda ha cessato ogni attività. Una startup che prometteva di immettere sul mercato i veicoli elettrici più potenti al mondo, ma che alla fine non è riuscita a mantenere le sue promesse, accumulando debiti su debiti fino a non riuscire più a pagare gli stipendi. Da qui la decisione definitiva di chiudere.

Il produttore avrebbe infatti 59 contenziosi aperti con i dipendenti, che chiedono risarcimenti per salari non versati. Il 19 novembre il Dipartimento del Lavoro del Michigan aveva confermato tali vertenze. Due giorni dopo è arrivato l’annuncio formale di chiusura.

Nella stessa email, la responsabile delle risorse umane ha comunicato che il CEO ha promesso il pagamento degli stipendi arretrati, dopo due mesi senza retribuzioni. Tuttavia, non è chiaro quando ciò avverrà. «Ad oggi, non abbiamo ancora un aggiornamento confermato sui finanziamenti per coprire il monte stipendi in scadenza il 31 ottobre 2025. Non appena riceveremo i fondi, elaboreremo l’intero monte stipendi. Fornirò aggiornamenti appena disponibili», scrive Walter Collins, direttore operativo.

Il sito web di Bollinger Motors, aggiornato alla fine del 21 novembre, continua a dichiarare l’impegno dell’azienda nel costruire «i camion commerciali elettrici più potenti del pianeta». Nonostante ciò, non sono arrivate comunicazioni ufficiali, ma le email interne non lasciano dubbi. Gli esperti avvertono i consumatori di non tentare l’acquisto di questi veicoli, poiché l’azienda è stata ormai dismessa.

Lo scorso 13 ottobre la società è stata rimossa anche dal Nasdaq Composite dopo essere scesa sotto la soglia di un dollaro ad azione.

I recenti guai finanziari si sono aggravati dopo che il fondatore, Robert Bollinger, uscito dalla società all’inizio dell’anno, ha intentato una causa per recuperare un prestito da 10 milioni di dollari concesso nell’ottobre 2024. Nella vertenza sosteneva che l’azienda fosse insolvente, chiedendo un risarcimento stabilito dal tribunale.

Per rispettare l’accordo, la società si è affidata al supporto della controllante Mullen Automotive (oggi Bollinger Innovations), che aveva acquisito il marchio nel 2022 per 148 milioni di dollari. Nonostante l’uscita dalla procedura fallimentare lo scorso giugno, l’azienda ha continuato a registrare difficoltà, affrontando varie controversie con fornitori per fatture non pagate che superavano i 5 milioni di dollari complessivi.

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