Calenda e Renzi verso il partito unico: ma chi comanderà tra i due?

Alessandro Cipolla

9 Dicembre 2022 - 08:28

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Azione e Italia Viva hanno reso noto l’accordo per dare il via a una federazione che porti al partito unico: tra Carlo Calenda e Matteo Renzi, chi sarà la guida del terzo polo?

Calenda e Renzi verso il partito unico: ma chi comanderà tra i due?

Carlo Calenda e Matteo Renzi presto torneranno a far parte dello stesso partito; dopo il breve periodo in cui entrambi sono stati sotto il tetto del Partito Democratico, adesso la nuova sfida sarà quella della federazione tra Azione e Italia Viva.

Del resto questo simposio era nell’aria da settimane: dopo il buon risultato alle elezioni politiche dello scorso 25 settembre, rafforzato dalle indicazioni positive degli ultimi sondaggi, entrambi i leader hanno fatto intendere come la strada da intraprendere fosse quella del partito unico.

Così mentre Carlo Calenda si appresta a partire per l’Ucraina al fine di “portare di persona la nostra solidarietà in un momento così difficile”, con Matteo Renzi impegnato invece ad attaccare i pm di Firenze, Azione e Italia Viva con un comunicato hanno annunciato l’intenzione di dare vita a “una federazione che costituisca la base per la realizzazione del partito unico entro il minore tempo possibile”.

Trattandosi di due “galli” all’interno di un solo proverbiale pollaio, la domanda sorge spontanea: chi guiderà questo nuovo partito tra Renzi e Calenda? Anche se i termini dell’accordo tra Azione e Iv sembrerebbero parlare chiaro, la realtà dei fatti potrebbe essere però ben diversa.

Calenda e Renzi fanno il partito unico

Non è facile descrivere quale sia il rapporto tra Carlo Calenda e Matteo Renzi; il leader di Azione deve molto politicamente all’ex sindaco di Firenze, visto che fu lui a farlo ministro dello Sviluppo Economico dopo averlo nominato in precedenza, quando sostanzialmente era uno sconosciuto che aveva mancato l’elezione in Parlamento tra le fila di Scelta Civica, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea.

Dopo un periodo altalenante di dichiarazioni d’amore e di odio, in seguito alla rottura tra Calenda e il Partito Democratico ecco che alla vigilia delle ultime elezioni politiche Azione e Italia Viva hanno deciso di presentarsi unite sotto lo stesso simbolo: una decisione che si è rivelata azzeccata, visto che unendo le proprie forze entrambi i partiti hanno scacciato lo spettro della soglia di sbarramento portando in Parlamento tutti i loro big.

Come da tempo annunciato dai due leader, adesso i due partiti hanno ufficializzato l’avvio di un iter federativo che dovrebbe portare a breve alla nascita di un partito unico.

Azione e Italia Viva - si legge in una nota - con il presente atto, danno vita a una federazione (la ’Federazione’), attraverso la quale partecipare in modo coordinato all’attività politica, con l’obiettivo di arrivare entro il tempo più breve possibile alla costituzione di un partito unico dei liberaldemocratici che sia aperto a tutte le forze e le energie liberali, riformiste e popolari che si riconoscano nei valori della Repubblica e respingano ogni forma di populismo di destra e di sinistra”.

Chi comanderà?

In questa sorta di bozza di accordo è stato stabilito che “l’attività della Federazione sarà coordinata da un Ufficio di Coordinamento Politico costituito da quattordici membri: il Presidente, nella persona di Carlo Calenda, il Vice Presidente, che sarà designato da Italia Viva, i capigruppo di Camera e Senato, designati, rispettivamente da Azione e da Italia Viva, e cinque membri per parte designati, rispettivamente, da Azione e da Italia Viva; il Presidente sarà il capo politico della Federazione”.

Se tutto dovesse procedere senza intoppi, il capo politico di questo nuovo partito sarà Carlo Calenda, che già ha svolto i panni del frontman nella recente campagna elettorale per le elezioni politiche.

Ma siamo sicuri che Matteo Renzi possa acconsentire a lasciare campo libero al suo alleato limitandosi al ruolo di “senatore semplice”? Difficile, specie quando il terzo polo dovrà decidere cosa fare da grande: guardare al centrodestra come sempre più vociferato dopo i recenti ammiccamenti, oppure provare a ricucire con il Partito Democratico.

Visto il carattere fumantino dei due i colpi di scena - e di teatro - di certo potrebbero non mancare.

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