Attenzione a questi segnali: dopo anni di crescita esplosiva (+4.500% in 17 anni) anche Warren Buffett azzera la sua partecipazione.
Il simbolo della corsa cinese all’elettrico rallenta. BYD, il colosso che in pochi anni è passato dalle batterie per telefoni a contenderle il trono a Tesla nelle auto elettriche, segna la sua prima frenata dopo oltre cinque anni di crescita inarrestabile. Un segnale che basterebbe da solo a far tremare i mercati, ma che diventa ancora più pesante se letto insieme alla decisione di Warren Buffett di azzerare, dopo 17 anni, la sua storica partecipazione nel gruppo.
È solo una coincidenza o il campanello d’allarme di una fase nuova e molto più incerta per il gigante di Shenzhen?
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Trimestrali: la prima frenata in cinque anni
Le vendite BYD nel terzo trimestre 2025 sono scese del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 1,106 milioni di veicoli. È la prima volta dal 2020 che la curva delle consegne non sale. Il dato pesa doppiamente perché arriva dopo un settembre particolarmente debole, con un -5,9% su base annua e un ulteriore taglio alla produzione dell’8,5%.
L’azienda ha persino ridimensionato il suo obiettivo per l’anno, abbassandolo fino al 16% e puntando ora a 4,6 milioni di veicoli venduti. Numeri che testimoniano come l’epoca dell’espansione senza freni, sostenuta per anni da sussidi pubblici e dall’entusiasmo dei consumatori cinesi verso l’elettrico, stia mostrando le prime crepe.
A questo si aggiunge una pressione competitiva feroce. Tesla abbassa i prezzi, nuovi marchi locali affollano il mercato e i margini di guadagno si assottigliano. Non sorprende quindi che il titolo BYD abbia perso circa il 30% dai massimi di quattro mesi fa, con investitori sempre più scettici sulla capacità del gruppo di mantenere la leadership.
Le prospettive dopo l’addio di Buffett
Se i numeri già sollevano dubbi, la decisione di Warren Buffett di chiudere definitivamente la sua posizione in BYD ha un peso enorme. Berkshire Hathaway, che nel 2008 aveva scommesso su 225 milioni di azioni su suggerimento di Charlie Munger e Li Lu, ha via via ridotto la quota fino ad azzerarla nei primi mesi del 2025. In 17 anni quell’investimento ha generato un guadagno monstre di oltre il 4.500% e proprio per questo il disinvestimento preoccupa chi investe.
Se Buffett ha deciso di incassare e guardare altrove, significa che il potenziale di crescita di BYD non è più così scontato. La concorrenza interna in Cina è feroce, i margini si assottigliano e il titolo, già sceso del 30% dai massimi, rischia ulteriori correzioni. Inoltre, le dichiarazioni del management, che ha ringraziato Buffett e Munger per i 17 anni di supporto, sembrano più un saluto definitivo che un arrivederci.
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