Busta paga più alta e promozioni più facili, ecco per chi: il piano del governo per aumentare i salari

Stefano Rizzuti

24 Marzo 2023 - 07:30

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Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato un piano per far aumentare la busta paga e facilitare le promozioni di alcuni lavoratori: ecco quali e cosa può cambiare.

Busta paga più alta e promozioni più facili, ecco per chi: il piano del governo per aumentare i salari

Una busta paga più pesante e più facilità di ottenere una promozione. Questo è il piano del governo Meloni, ma non per tutti i lavoratori. L’aumento degli stipendi riguarda, infatti, un settore specifico: parliamo dell’ambito sanitario e soprattutto del lavoro prestato nei pronto soccorso.

Il piano del ministero della Salute prevede diverse soluzioni per rendere più attrattivo il sistema sanitario nazionale, dopo lo stanziamento di 200 milioni di euro avvenuto con la legge di Bilancio. Ci saranno stipendi più alti, incentivi fiscali per i medici, pagamenti maggiori per le prestazioni aggiuntive necessarie a smaltire le liste d’attesa.

L’intento del ministro, Orazio Schillaci, è anche quello di favorire le possibilità di carriera, con più facilità nell’ottenere promozioni per chi lavora nei pronto soccorso. Novità potrebbero arrivare anche con un miglioramento del percorso previdenziale di questi stessi operatori. Vediamo cosa potrebbe cambiare per stipendi e carriere del personale sanitario.

L’emergenza dei pronto soccorso

Per Schillaci nei pronto soccorso c’è un’emergenza vera e propria, dettata dalla carenza di personale sanitario. Come mostrano i dati, mancano 4.500 medici in Italia e molto spesso si ricorre al sistema delle prestazioni a gettoni, ritenute negative dal punto di vista della qualità, ma anche della spesa per lo Stato.

I medici in fuga dal servizio sanitario nazionale

Il ministro della Salute fornisce anche altri dati, riguardanti i medici in fuga dal sistema sanitario nazionale: in 20 anni, tra il 2001 e il 2021, oltre 31mila tra medici e infermieri hanno deciso di lasciare il sistema pubblico. E con la pandemia il numero di dimissioni è nettamente aumentato.

In 20 anni quasi 180mila operatori sanitari si sono trasferiti all’estero. Mancano, inoltre, i medici di base: una carenza che potrebbe aggirarsi attorno a 4mila posti vacanti. Altri 32mila, peraltro, andranno in pensione nei prossimi cinque anni. E resta, anzi si accentua, il problema delle liste d’attesa: sono sempre più lunghe per esami e prestazioni di vario tipo.

Stipendi nella sanità, il piano del ministro Schillaci

Il ministro Schillaci ha risposto a un’interrogazione parlamentare presentando il piano del governo, studiato da un’apposita commissione d’esperti. Nelle prossime settimane - sicuramente entro l’inizio dell’estate, garantisce Schillaci - arriverà la proposta di legge sul tema. Il cui obiettivo sarà quello di arrestare la fuga dei sanitari dal sistema nazionale. In che modo?

Aumenti di stipendio e promozioni più facili

La strategia del governo parte innanzitutto dagli stipendi. Chi lavora nei pronto soccorso avrà incentivi economici: tradotto, vuol dire una busta paga più alta. Ma anche più contributi previdenziali e la possibilità di avanzamenti di carriera più rapidi.

Si prevedono incentivi anche per i medici che partecipano alle operazioni utili per tagliare le liste d’attesa, per esempio con un incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive. E sempre sul lavoro aggiuntivo potrebbe arrivare una sorta di defiscalizzazione, così come per le indennità di specificità della dirigenza medica sanitaria.

L’ipotesi, in sostanza, è quella di una sorta di flat tax al 15% per almeno una parte dello stipendio di questi medici. In più non è da escludere che questo trattamento di maggior favore venga esteso ad alcuni reparti in cui il lavoro rischia di essere più stressante, come nelle terapie intensive.

L’idea è quella di premiare in diverse maniera chi resta o chi arriva nei pronto soccorso e nei reparti ritenuti più critici. Anche perché attualmente, per questi operatori sanitari, spesso le prospettive economiche e di carriera, a oggi, sono minori, con turni più faticosi e meno remunerati. E l’intenzione del governo è di invertire questa tendenza.

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