Brittney Griner: chi è e perché è stata condannata a 9 anni e mezzo

Chiara Esposito

04/08/2022

04/08/2022 - 22:48

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La cestista americana al centro del contenzioso internazionale suscita anche la risposta di Biden. L’esito del processo a Mosca e la ricostruzione degli eventi.

Brittney Griner: chi è e perché è stata condannata a 9 anni e mezzo

Giovedì 4 agosto Brittney Griner, due volte campionessa olimpica, è stata giudicata colpevole dal tribunale di Mosca e Biden lancia indignato l’appello per la sua liberazione. La giocatrice di basket americana, una delle più famose del Paese, era stata arrestata nella capitale russa lo scorso febbraio ed è ora stata condannata a scontare 9 anni e mezzo di carcere.

L’atleta però non si trova al centro dell’attenzione internazionale esclusivamente per la sua condanna, quanto per la natura pretestuosa delle stesse accuse che il governo russo muove a suo carico.

In un periodo di estreme tensioni politiche tra USA e Russia a causa della guerra in Ucraina, la cestista potrebbe essere la chiave di volta per mettere in moto una notevole macchina d’interessi politici.

Di cosa è accusata Griner?

La giocatrice di basket statunitense era stata arrestato nella capitale a febbraio 2022 quando era stata fermata e perquisita dalle forze di polizia russe e accusata di avere con sé cartucce per un vaporizzatore con olio di hashish, un derivato della cannabis il cui possesso è lecito quasi ovunque negli Usa ma non è invece permesso in Russia.

Quell’episodio aveva portata all’avvio di un procedimento penale per contrabbando di droga, un reato che prevede fino a 10 anni di carcere.

La condanna siglata dal Tribunale è quindi stata particolarmente dura, 9 anni e mezzo e una multa di 1 milione di rubli, pari a circa 16.400 dollari, quasi a voler siglare un provvedimento esemplare.

Griner inoltre, in attesa del processo, era detenuta preventivamente. La sua reclusione è stata anche piuttosto travagliata visto il continuo prorogarsi del termine stabilito per la custodia cautelare alla quale era sottoposta.

Griner pedina politica: possibile scambio di prigionieri

Il trattamento che le autorità russe hanno e stanno riservando alla giovane ha da subito attirato le attenzioni internazionali e la conferma della condanna era data quasi per scontata. Come ricorda anche Apnews, nemmeno l’1% degli imputati nei processi penali russi viene assolto.

Un caso come quello della giocatrice però è stato capace di scatenare anche la reazione del presidente degli Stati Uniti visto che Joe Biden si è opposto pubblicamente alla condanna invocando la scarcerazione:

“La cittadina americana Brittney Griner ha ricevuto una sentenza che ricorda ancora una volta quello che il mondo già sa: la Russia detiene ingiustamente Brittney. È inaccettabile e chiedo alla Russia di rilasciarla immediatamente così che possa riunirsi con la moglie, gli amici e le compagne di squadra. La mia amministrazione continuerà a lavorare senza sosta e a perseguire ogni strada possibile per portare Brittney e Paul Whelan a casa il prima possibile.”

Questo elemento non è da sottovalutare poiché, secondo alcuni esperti sentiti dal New York Times, le autorità russe avrebbero intenzione di sfruttare la condanna di Griner come un braccio di ferro diplomatico, o meglio, come premessa necessaria per attuare con successo uno scambio di prigionieri. Lo stesso sarebbe stato proposto dal governo degli Stati Uniti alla Russia appena qualche giorno e vedrebbe da un lato l’atleta USA e dall’altra Viktor Bout, un cittadino russo ben noto per essere uno dei maggiori trafficanti d’armi gli ultimi decenni, condannato a 25 anni di carcere negli Stati Uniti per aver venduto enormi quantità di armi a terroristi e criminali di guerra.

Secondo le ricostruzioni della testata, le trattative potrebbero riguardare anche Paul Whelan, un ex marine americano arrestato in Russia nel 2018 con l’accusa di spionaggio.

La cestista però si oppone a questo scenario e lo ha fatto appellandosi alla corte e supplicando i giudici di non ‘mettere fine alla sua vita’:

“Mi chiamano pedina politica, ma io spero che la politica resti fuori da quest’aula. Ho commesso un errore in buona fede, non avevo intenzione di infrangere la legge. Chiedo scusa alla mia squadra, alla mia famiglia. Non volevo ferire nessuno. L’unica cosa che voglio è tornare da loro."

La 31enne si era infatti dichiarata colpevole affermando però di aver inavvertitamente portato la sostanza in Russia, rifiutando quindi l’accusa di traffico di stupefacenti.

Alla luce di questi eventi, l’unica notizia certa arriva dagli avvocati della ragazza che hanno annunciato che faranno appello contro la sentenza nei prossimi 10 giorni di tempo.

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# Russia
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