Agenda rossa Borsellino: cos’è e perché è importante

Giorgia Bonamoneta

24 Gennaio 2023 - 18:39

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Chi aveva l’agenda rossa deteneva il potere ha detto Baiardo. Ma cos’è l’agenda rossa di Paolo Borsellino e perché dopo decenni è ancora così importante?

Agenda rossa Borsellino: cos’è e perché è importante

L’agenda rossa di Paolo borsellino è un mistero irrisolto, ma con moltissime chiavi di lettura. È tornato a parlarne Salvatore Baiardo durante una puntata di Non è l’Arena. Lex uomo di fiducia della mafia infatti ha dichiarato di aver visto - non letteralmente, ma di sapere degli spostamenti- il passaggio di mano dell’agenda rossa di Borsellino. Secondo Baiardo chi aveva l’agenda deteneva il potere.

L’agenda rossa rappresenta ancora oggi un buco nero di informazioni che Paolo Borsellino aveva raccolto dalla morte del collega Giovanni Falcone fino al giorno del suo omicidio. Secondo la testimonianza della figlia Lucia, l’agenda rossa si trovava all’interno della borsa di cuoio che Borsellino aveva preparato quella mattina. La sua testimonianza, così come altre prove confutarono l’ipotesi che l’agenda non si trovasse nella borsa del magistrato o che si trovasse sul sedile dell’auto e per questo fosse andata distrutta.

Cosa c’era all’interno dell’agenda rossa è un mistero, anche se nel corso del tempo è stato chiarito che l’agenda rossa accompagnasse sempre e ovunque Paolo Borsellino durante gli incontri e gli interrogatori più importanti. C’è chi sospetta che all’interno ci fosse il chiaro collegamento tra i servizi segreti e le stragi di mafia e c’è chi crede che ci fossero dei nomi in grado di far barcollare lo Stato. Secondo i giudici di Caltanissetta ci fu un evidente collegamento tra il depistaggio delle indagini e l’occultamento dell’agenda rossa di Paolo Borsellino e questo collegamento venne indicato in Arnaldo La Barbera.

L’agenda rossa di Borsellino è quindi ancora oggi un oggetto capace di far tremare lo Stato.

Cos’è l’agenda rossa: molto più che un agenda di appunti

L’agenda rossa di Paolo Borsellino non è soltanto un’agenda ricca di appunti. Se fosse stata simile all’agenda grigia o alle altre agende che il magistrato possedeva non sarebbe scomparsa. Paolo Borsellino ne ricordi della figlia Lucia era un uomo meticoloso e che aveva un’agenda marrone per i numeri, una grigia per gli appuntamenti e le spese e poi l’agenda rossa. Ci sono diverse testimonianze dei suoi collaboratori e della sua famiglia che raccontano della presenza costante dell’agenda rossa in mano a Paolo Borsellino dalla morte del collega Giovanni Falcone. Era come se l’agenda rossa contenesse gli appunti di un’indagine parallela, ma non di certo scollegata, sull’omicidio di Falcone e le stragi di mafia.

L’agenda rossa era quindi più di un insieme di appunti, forse di collegamenti di nomi e fatti che secondo le ipotesi più comuni potevano far crollare lo Stato. Lo stesso Baiardo lo ha ricordato in televisione a Non è l’Arena, quasi come un monito, ripetendo quanto già in molti sospettavano e sospettano tuttora: chi aveva l’agenda rossa o le sue fotocopie deteneva il potere.

Chi ha preso l’agenda rossa? Il lungo passaggio di mani e potere

L’agenda rossa scomparve in seguito all’esplosione di via d’Amelio. Il 19 luglio 1992 ci fu un attentato terroristico-mafioso che coinvolse Paolo Borsellino e cinque agente della scorta. In quell’occasione Borsellino aveva con sé l’agenda rossa. Lucia Borsellino ne è convinta, come è convinta del viavai nella zona dell’esplosione. L’unica trattenuta, forse per tentare di nasconderle il corpo del padre, fu proprio lei.

In quell’occasione, grazie a una foto scattata da un giornalista, venne notato l’allontanamento di un capitano dei carabinieri, tale Giovanni Arcangioli, con in mano la borsa di Borsellino. Questa tornò al proprio posto, senza essere aperta se non di fronte alla famiglia. Nel frattempo in quante mani era passata a borsa e quindi l’agenda? Sappiamo però che Lucia Borsellino chiesa dell’agenda rossa ad Arnaldo La Barbera. L’atteggiamento del poliziotto venne definito aggressivo dagli stessi giudici di Caltanissetta che nel merito confermarono:

[La Barbera ebbe un] ruolo fondamentale nella costruzione delle false collaborazioni con la giustizia ed è stato altresì intensamente coinvolto nella sparizione dell’agenda rossa.

La Barbera proseguì la propria carriera, toccando luoghi ed eventi altrettanto importanti per la storia del nostro Paese come quello dell’irruzione alla scuola Diaz durante il G8 di Genova, decidendone l’assalto.

L’agenda rossa andava occultata?

Chi aveva paura dell’agenda rossa? Non a caso gli eventi intorno all’occultamento del furto dell’agenda rossa e il depistaggio delle indagini del caso della strage di via d’Amelio sono un buco nero. È difficile dare una risposta perché potrebbero essere davvero molti nomi che l’agenda faceva. Forse l’agenda rossa avrebbe potuto rispondere in maniera chiara a chi c’era davvero dietro la morte di Giovanni Falcone e gli altri presi di mira da Cosa Nostra. Nelle pagine dell’agenda rossa potevano esserci i nomi dei “mandanti occulti” delle stragi.

Nella lunga storia dei processi del caso Borsellino vennero fatti nomi anche di membri della struttura occulta della Gladio come Silvio Berlusconi. Una delle tante ipotesi è che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino fossero stati messi a tacere proprio dall’organizzazione Gladio, così come dalla CIA o da un connubio di forze al di sopra dello Stato.

Una cosa è certa: l’agenda rossa non trattava solo di mafia, ma anche dei legami potenti che questa aveva. Resterà un mistero irrisolto fino a quando qualcuno non parlerà o l’agenda non emergerà dal buco nero nel quale è stata nascosta.

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