Boom del prezzo del rame, cosa significa per l’economia globale?

Violetta Silvestri

5 Aprile 2024 - 10:46

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Il rame registra un balzo e supera i 9.000 dollari a tonnellata: un deficit dell’offerta e la previsioni di uno slancio nella domanda hanno fatto impennare il prezzo. Cosa aspettarsi?

Boom del prezzo del rame, cosa significa per l’economia globale?

Il prezzo del rame si impenna e lancia nuovi messaggi all’economia mondiale. La materia prima è da sempre considerata un barometro chiave della salute economica globale dato il suo utilizzo in ogni settore, dagli edifici alle linee elettriche fino agli impianti per l’energia rinnovabile.

Nello specifico, il rame prezza 9.252 dollari la tonnellata venerdì al London Metal Exchange, con un balzo di quasi il 10% rispetto a un mese fa. I futures del rame sono saliti sopra i 4,2 dollari per libbra in aprile, il livello più alto in 14 mesi.

I rialzisti del metallo sono quindi di nuovo in corsa con la crescente fiducia che l’ultimo rialzo dei prezzi non sarà un altro falso allarme.

Una contrazione dell’offerta causata da interruzioni della produzione, come la chiusura di una grande miniera di rame a Panama, si sta combinando con una forte domanda per riportare il prezzo oltre la soglia dei 9.000 dollari e, secondo alcune previsioni, vicino agli 11.000 dollari. Il rally del rame è un segnale per l’economia mondiale in cerca di una solida ripresa dopo la pandemia e con lo spettro delle guerre.

Prezzo del rame in corsa, cosa sta succedendo?

Il rame è stato scambiato vicino al livello più alto da gennaio dello scorso anno, mentre gli investitori valutano le crescenti preoccupazioni sull’offerta globale del minerale e sui potenziali tagli alla produzione da parte delle fonderie cinesi.

Codelco, il più grande produttore mondiale, sta lottando per riprendersi dai livelli di produzione più bassi degli ultimi venticinque anni. Ivanhoe Mines Ltd. ha riportato un calo della produzione nel suo complesso Kamoa-Kakula nella Repubblica Democratica del Congo e le condizioni di siccità in Zambia stanno aumentando l’incertezza dell’offerta.

Intanto, le fonderie cinesi, che producono oltre la metà del rame raffinato mondiale, stanno prendendo in considerazione tagli alla produzione dopo che le tariffe di lavorazione del minerale sono scese quasi a zero.

I trader hanno rivisto al ribasso le loro aspettative sulla domanda del metallo rosso da parte della Cina, dopo che le misure di stimolo di Pechino all’inizio di questo mese non hanno soddisfatto le aspettative e questo ha innescato un calo negli investimenti alla produzione. “L’effettiva ripresa della domanda [dei consumatori] non è così forte come previsto”, ha affermato Zhang Jiefu, analista senior di Zhengxin Futures con sede a Wuhan. “Gli acquisti sono molto cauti al momento”.

In sintesi, molti investitori scommettono sulla carenza di offerta mentre i tagli alla produzione da parte dei minatori iniziano ad avere effetto. Macquarie ha rivisto al ribasso le sue previsioni di fornitura di rame di 1 milione di tonnellate per il 2024 dallo scorso settembre.

È probabile che una minore produzione abbia un impatto ritardato lungo tutta la catena di approvvigionamento. Molte fonderie di rame, che raffinano la materia prima in metallo, sono finite in perdita poiché ci sono troppe strutture che operano per una fornitura limitata di materia prima. I commercianti scommettono che alcuni dovranno rallentare o fermare la produzione, riducendo l’offerta di metallo raffinato e traducendosi in prezzi più alti nei prossimi mesi.

Wilsons Advisory, una società di consulenza australiana, ha affermato che in un anno difficile per il settore delle materie prime nel suo insieme, il rame è stato una di quelle di spicco, con prezzi spot che si avvicinano al massimo degli ultimi 12 mesi.

“Con i tagli dei tassi di interesse previsti dalla Federal Reserve quest’anno e uno scenario di atterraggio morbido probabile per l’economia globale, la domanda di rame dovrebbe essere sostenuta data la sua gamma di usi industriali nell’edilizia, nei beni di consumo e nei macchinari”, ha specificato la società. Di conseguenza, meno offerta e più consumo spingeranno in alto i prezzi del rame.

Il prezzo del rame può ancora salire. Le previsioni

Gli analisti di Goldman Sachs Group Inc. si aspettano che i “grandi deficit” del secondo trimestre spingeranno il mercato del rame in una fase di Backwarding nella seconda metà, secondo una nota, ribadendo la previsione rialzista della banca che vede i prezzi del rame salire del 65% entro il 2025.

L’opinione di Morgan Stanley è che i fondamentali ristretti tra domanda e offerta del mercato del rame abbiano portato il metallo in cima alla sua classifica delle materie prime preferite.

“Il rame ha superato gli 8.700 dollari/t per la prima volta da agosto, poiché le aspettative di un ampio deficit sono aumentate”, ha affermato Morgan Stanely. “Rimaniamo ottimisti sul rame, prevedendo 10.200 dollari/t entro il terzo trimestre del 2024.

Il team delle materie prime di Citi prevede che il metallo rosso aumenti più gradualmente fino a 12.000 dollari/t nei prossimi due anni (10.000 dollari/t entro la fine di quest’anno) poiché i deficit supportano la sovraperformance del rame in quello che probabilmente sarà un ambiente macroeconomico instabile.

ING, un istituto finanziario olandese, ha dichiarato il mese scorso che “la corsa al rialzo del rame è solo all’inizio”. La ristrettezza dell’offerta è considerata come l’attuale driver dei prezzi, con altri in arrivo man mano che il lato della domanda migliora.

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