Pensioni, cos’è il bonus tredicesima in arrivo nel 2023 e a chi spetta

Simone Micocci

7 Novembre 2023 - 09:32

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Pensioni, anche quest’anno in pagamento il cosiddetto bonus tredicesima. Aggiornati i requisiti: ecco chi ne avrà diritto e di che importo si tratta.

Pensioni, cos’è il bonus tredicesima in arrivo nel 2023 e a chi spetta

Come già abbiamo avuto modo di spiegare, la pensione in pagamento a dicembre beneficerà di una serie di aumenti, in parte merito della decisione del governo Meloni di anticipare di un mese il conguaglio della rivalutazione e dall’altra per l’arrivo della tredicesima e del relativo bonus.

A tal proposito, in questa guida vogliamo concentrarci proprio sul cosiddetto bonus tredicesima 2023, emolumento che per coloro che soddisfano determinati requisiti contribuisce a rendere più pesante la pensione in pagamento a dicembre.

Questo emolumento, spettante alle sole pensioni delle Gestioni private, dello spettacolo, e degli sportivi professionisti, è stato introdotto dalla legge Finanziaria del 2001 (articolo 70 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000); spetta anche alle pensioni della Gestione pubblica, ma in tal caso il pagamento non viene gestito in via centralizzata in quanto viene effettuato dalle diverse strutture territoriali dell’Inps sulla base della preliminare verifica dei requisiti richiesti.

Requisiti che in parte cambiano ogni anno: tra le condizioni richieste per beneficiare del cosiddetto bonus tredicesima, infatti, bisogna che l’importo della pensione annua percepita non superi il valore del trattamento minimo, il quale ogni anno si aggiorna in quanto soggetto a rivalutazione dell’importo in base all’inflazione.

A cambiare non è invece l’importo del bonus tredicesima, in quanto non è soggetto a rivalutazione. A tal proposito, vediamo quanto spetta - e come si calcola nei casi in cui l’importo si riduce - nonché chi ne ha diritto quest’anno alla luce dell’ultimo aggiornamento dei requisiti.

Importo aggiuntivo pensione di dicembre

L’importo del bonus tredicesima è invariato ogni anno. Nel dettaglio, si prende in considerazione quanto era stato previsto dal provvedimento originario, ossia dal comma 7 dell’articolo 70 della legge 388 del 23 dicembre 2020 (finanziaria del 2001), nel quale si parlava di un bonus di fine anno “pari a 300mila lire”.

Con il passaggio all’euro è stata semplicemente effettuata una conversione, con il bonus tredicesima che oggi ha un importo pari a 154,94 euro. Questo, come anticipato, viene pagato insieme alla tredicesima nel rateo di dicembre: sarà quindi presente nel cedolino in pagamento venerdì 1 dicembre.

Attenzione, il bonus tredicesima non è soggetto a rivalutazione, quindi non verrà considerato nell’aumento dello 0,8% come invece succederà per pensioni e tredicesima (che appunto godranno dell’anticipo del conguaglio di rivalutazione predisposto dal governo Meloni).

Non costituisce reddito, né ai fini fiscali né previdenziali e assistenziali. Non è tassato dunque, e non va neppure indicato nell’Isee.

A chi spetta

L’errore che spesso si commette è di credere che il bonus si applichi su tutti quei trattamenti che hanno diritto alla tredicesima. Non è così, in quanto ci sono alcune prestazioni, come gli assegni d’invalidità civile, che pur avendo diritto alla tredicesima mensilità non possono concorrere al suddetto bonus.

Nel dettaglio, questa spetta ai titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione generale obbligatoria o delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, nonché delle forme pensionistiche obbligatorie gestite dagli enti privatizzati di cui al d.lgs 509/1994.

Probabilmente è più semplice dire a chi non spetta. Eccone un elenco:

  • pensione invalidità civile;
  • pensione sociale;
  • assegno sociale;
  • rendita facoltativa d’inabilità;
  • rendita facoltativa di vecchiaia;
  • pensioni di vecchiaia e d’invalidità della mutualità pensioni a favore delle casalinghe;
  • assegni di esodo;
  • isopensione.

I suddetti trattamenti, dunque, non hanno diritto al bonus sulla tredicesima. Gli altri titolari di pensione sì, ma a patto che ne soddisfino i requisiti economici.

Requisiti economici aggiornati al 2023

Per avere diritto al bonus tredicesima bisogna soddisfare determinati requisiti reddituali. Nel dettaglio, la regola vuole che l’importo complessivo annuo della pensione, al netto dei trattamenti di famiglia, non deve superare l’importo del trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.

Nel 2023 l’importo annuo del trattamento minimo è pari a 7.327,32 euro; è dunque questa la soglia da non superare per avere diritto all’importo pieno del bonus tredicesima.

Spetta, invece, un importo parziale a coloro che hanno un reddito superiore a 7.327,32 euro ma comunque inferiore a 7.482,26 euro, ossia il trattamento minimo annuo al quale viene applicato il bonus tredicesima.

E attenzione, perché non basta. Si guardano, infatti, anche agli altri redditi percepiti dal pensionato. Nel dettaglio, il reddito complessivo (quindi non solo quello da pensione) assoggettabile all’Irpef non deve superare di 1,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo. Per il 2023, quindi, la soglia da non superare è pari a 10.990,98 euro.

Cambiano i requisiti nel caso del pensionato coniugato. Questo avrà diritto al bonus tredicesima soddisfando due diverse condizioni, quali:

  • il reddito complessivo personale non deve superare i 10.990,98 euro;
  • il reddito complessivo coniugale non deve superare di tre volte il trattamento minimo, quindi per il 2023 la soglia è di 21.981,96.

Calcolo

Per quanto riguarda il calcolo, invece, si prende comunque in considerazione il reddito di pensione del titolare. Questo, come visto sopra, avrà diritto al bonus pieno in caso di pensione annua sotto i 7.327,32 euro, oppure parziale sotto i 7.482,26 euro.

In questo caso l’importo aggiuntivo si calcola sottraendo dalla soglia dei suddetti 7.482,26 euro il proprio reddito. Esempio: un pensionato con reddito pari a 7.400,00 euro annui ha diritto a un bonus tredicesima di soli 82,26 euro.

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