Bonus nido, molti rimborsi sono bloccati. L’Inps non li paga a chi dimentica un documento molto importante, novità assoluta del 2025.
In questi giorni molte famiglie che hanno fatto domanda per il bonus nido si stanno lamentando del fatto che il rimborso per le scorse mensilità non è ancora arrivato nonostante sia stata allegata tutta la documentazione richiesta dall’Inps.
Perché allora i soldi del bonus nido non arrivano? La causa è di un cambio di regole annunciato dall’Inps nei mesi scorsi che tuttavia è passato inosservato ad alcune famiglie, le quali ignare delle novità hanno continuato a inserire in maniera errata i documenti che dimostrano il pagamento effettuato, impedendo così all’Inps di procedere con il rimborso.
Ora va detto che in alcuni casi recuperare le somme non ancora pagate è possibile e che c’è ancora molto tempo per farlo. In altri, invece, quelle mensilità non verranno mai rimborsate, e di seguito vi spiegheremo la ragione.
Bonus nido, novità sulla documentazione
È la circolare n. 1165 del 4 aprile scorso a indicare una novità importante sulla quale l’Inps sta facendo leva in queste settimane per bloccare i rimborsi del bonus nido per le famiglie che non sono in regola.
Nel dettaglio, nel punto 6 del documento vengono forniti nuovi dettagli su come avanzare la richiesta del pagamento del contributo per l’asilo nido, ricordando in primis che per accedervi è necessario che ad aver sostenuto la spesa sia stato il soggetto che ha presentato la domanda. Lo stesso deve essere intestatario di tutti i documenti di spesa presentati ai fini della richiesta di rimborso.
Ma qual è questa documentazione? È nel rispondere a questa domanda che emerge l’ultima novità Inps secondo cui non è più sufficiente la fattura mensile contenente la denominazione dell’asilo nido con i dati sociali che lo identificano, gli estremi della stessa e i dati identificativi dell’intestatario.
È strettamente necessaria, infatti, anche la documentazione relativa al pagamento effettuato con modalità tracciabili a favore dell’asilo nido.
Cosa succede adesso?
Questa disposizione conferma che d’ora in avanti non verranno più rimborsati i pagamenti per le rette di asilo nido pagate in contanti. Il pagamento deve essere tracciabile e non basta: bisogna anche allegarne la prova.
Sono due, quindi, le cose essenziali da fare: pagare con bancomat, o eventualmente con bonifico, e conservare la prova così da allegarla nell’apposito spazio dedicato nell’area relativa alla domanda del bonus nido presente sul sito dell’Inps.
Come recuperare il pagamento
La buona notizia è che c’è ancora tempo per recuperare. Per le domande relative all’anno 2025, infatti, la documentazione dovrà essere trasmessa entro il 30 aprile 2026.
Se quindi siete in attesa di un pagamento che non arriva la prima cosa da fare è verificare che tutte le regole siano state rispettate e che tra i documenti allegati figuri non solo la fattura mensile ma anche la prova del pagamento tracciabile. In caso contrario potete recuperare inserendo di nuovo i documenti (consigliamo di fare un file unico contenente sia la fattura che lo scontrino del Pos o in alternativa la distinta del bonifico) e inviare il tutto.
Laddove non abbiate conservato la documentazione, però, non potete fare nulla per sbloccare questa situazione di impasse. Al massimo potete provare a contattare la struttura e chiedere se c’è possibilità di recuperare lo scontrino, visto che alcuni sistemi Pos dispongono di questa funzione (o in alternativa hanno anche l’invio via mail dello stesso). Se invece avete pagato in contanti, risolvere è più semplice: basterà andare dalla struttura e chiedere la restituzione dei soldi, per poi procedere a un nuovo pagamento con mezzi tracciabili.
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