Bonus 200 euro, com’è indicato in busta paga: cosa controllare per capire se è stato pagato

Simone Micocci

14 Luglio 2022 - 11:57

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Il bonus 200 euro ti è stato pagato? Ecco come scoprirlo imparando a leggere correttamente la busta paga.

Bonus 200 euro, com’è indicato in busta paga: cosa controllare per capire se è stato pagato

È tempo di pagamento del bonus 200 euro in busta paga per tutti i lavoratori dipendenti che ne soddisfano i requisiti. Nel dettaglio, hanno diritto al contributo una tantum - per il quale si comincia a parlare di proroga - coloro che in almeno uno dei primi stipendi percepiti nel 2022 - purché entro il 23 giugno come chiarito dalla circolare Inps n. 73/2022 - hanno beneficiato, visto un importo lordo inferiore a 2.692 euro, dello sgravio contributivo dello 0,8% introdotto dall’ultima legge di Bilancio.

A tal proposito, c’è curiosità da parte dei lavoratori di verificare che il bonus 200 euro sia stato correttamente inserito in busta paga. Ma come viene indicato? E in quale busta paga si trova? E come fare, eventualmente, a verificare se nei mesi scorsi si è beneficiato dello sgravio contributivo suddetto? Partiamo dal rispondere a quest’ultima domanda, così da chiarire se bisogna lecitamente aspettarsi un bonus di 200 euro nei prossimi giorni oppure se si è esclusi da tale misura.

Bonus 200 euro: come verificare dalla busta paga se spetta o meno

Come anticipato, per capire se il bonus 200 euro spetta o meno bisogna tenere in considerazione le prime buste paga del 2022, ossia quelle riferite alle mensilità che vanno da gennaio al 23 giugno 2022.

Per avere diritto al bonus è necessario che almeno uno degli stipendi percepiti in tale arco temporale risulti inferiore all’importo lordo di 2.692 euro, soglia massima entro cui si può beneficiare dello sgravio contributivo introdotto dall’ultima legge di Bilancio, con il quale la quota contributi dovuta dal lavoratore è stata ridotta dello 0,8%.

Ma quale dei tanti importi indicati in busta paga deve risultare inferiore alla suddetta soglia? Nel dettaglio, bisogna guardare alla voce in busta paga indicata con la dicitura “retribuzione imponibile previdenziale”. Se l’importo indicato, in almeno una mensilità, dovesse risultate inferiore alla suddetta soglia, allora si avrà automaticamente diritto al bonus.

Bonus 200 euro: su quale busta paga viene pagato

A questo punto bisogna capire quale busta paga prendere come riferimento per il pagamento del bonus 200 euro, ossia se quella di giugno oppure di luglio. Ebbene, nei giorni scorsi l’Inps è intervenuto, sempre con la stessa circolare, per sottolineare che tale misura deve essere corrisposta con la retribuzione erogata a luglio e ciò significa che:

  • deve essere nella busta paga di giugno quando lo stipendio viene pagato nel mese successivo a quello a cui riferisce;
  • deve essere nella busta paga di luglio quando lo stipendio viene pagato nello stesso mese in cui viene maturato.

Questa è la regola di base a cui dovrebbero attenersi i datori di lavoro. Tuttavia non è da escludere che in certi casi il bonus in oggetto possa essere inserito nella busta paga di luglio anche quando lo stipendio viene pagato nei primi giorni di agosto.

Come è indicato il bonus 200 euro in busta paga

Il bonus 200 euro sarà indicato nella parte riferita alle “voci variabili del mese” e sarà indicata, presumibilmente, con la seguente dicitura:

indennità una tantum riconosciuta ai sensi dell’articolo 31, comma 1, del decreto legge del 17 maggio 2022, n. 50

D’altronde, è semplice accorgersene visto che appunto l’importo indicato è di 200 euro. Importo che, ricordiamo, non è soggetto a tassazione, quindi si tratta di soldi “netti” che non rientrano nella retribuzione cosiddetta imponibile.

Il bonus 200 euro ci sarà in altre buste paga?

Per il momento non sono in programma altri versamenti per il bonus 200 euro, il quale verrà inserito in una sola busta paga. Tuttavia, crisi di governo permettendo, si sta ragionando sulla fattibilità di una proroga della misura per altre due mensilità, o comunque su qualche altro intervento - come ad esempio il taglio del cuneo fiscale - utile ad aumentare l’importo netto dello stipendio.

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