Dal 9 ottobre le banche dovranno verificare il nome e i dati IBAN prima di dare il via a un bonifico. Ecco cosa cambierà.
Il 9 ottobre sarà una data importante per il panorama bancario europeo. Entrerà infatti in vigore la seconda parte del Regolamento (UE) 2024/886 del 13 marzo 2024, con modifiche rilevanti soprattutto in materia di bonifici istantanei e sicurezza dei pagamenti.
Da quel giorno tutti gli istituti bancari europei saranno obbligati a offrire ai clienti la possibilità di inviare bonifici istantanei allo stesso costo di quelli ordinari. Poiché la maggior parte delle banche offre già bonifici gratuiti, anche quelli istantanei lo saranno di fatto. Il regolamento impone inoltre agli istituti di completare la transazione entro pochi secondi, tutti i giorni e a qualsiasi ora. Si tratta di una novità significativa, considerando che con i bonifici tradizionali occorreva attendere 24 o perfino 48 ore nei giorni festivi o nei weekend, rallentando spesso pagamenti urgenti o scadenze lavorative.
Ma questa non sarà l’unica innovazione introdotta dal 9 ottobre. Poiché il bonifico istantaneo, a differenza di quello ordinario, non prevede tempi di ripensamento e l’importo viene accreditato immediatamente senza possibilità di annullamento, è stato necessario aggiornare anche le norme sulla sicurezza delle transazioni, per ridurre al minimo i rischi di errore o frode.
Dal 9 ottobre obbligo di verifica beneficiario
Per questo, il regolamento UE stabilisce dal 9 ottobre l’obbligo per gli istituti di verificare la corrispondenza esatta tra IBAN e generalità del beneficiario.
La Verification of Payee permetterà di confrontare in tempo reale i dati del beneficiario con quelli associati all’IBAN indicato, aumentando così la sicurezza dei pagamenti. I messaggi restituiti potranno essere:
- corrispondenza: quando beneficiario e IBAN coincidono e il bonifico può essere inviato;
- mancata corrispondenza: quando non c’è coincidenza e il cliente viene avvisato che la transazione potrebbe finire su un conto diverso;
- corrispondenza parziale: quando coincide solo parte dei dati, ad esempio nome o cognome;
- impossibilità di verifica: quando il conto risulta chiuso o bloccato e la banca non può confermare la corrispondenza.
Prima dell’entrata in vigore del regolamento, le banche non erano obbligate alla verifica e bastava che l’IBAN fosse valido perché la transazione andasse a buon fine, anche se il beneficiario era diverso. Ciò accadeva spesso nei casi di frode, con la responsabilità che ricadeva sul cliente, accusato di errore nell’inserimento dei dati e spesso le banche venivano escluse dalla responsabilità.
Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento non sarà più così. L’articolo 5-quater, paragrafo 8, riconosce infatti il diritto al rimborso immediato in caso di mancata o errata verifica, superando il regime precedente e introducendo un principio di tutela più moderno e uniforme in tutta l’Unione Europea.
Per gli utenti questa riforma rappresenta un rafforzamento essenziale della sicurezza nei trasferimenti. Grazie alla pre-verifica, sarà più difficile che i fondi finiscano su conti fraudolenti. Gli avvisi consentiranno di bloccare le operazioni sospette prima della conferma, riducendo così anche il numero di truffe online e di furti d’identità digitali.
Tuttavia, la normativa non elimina la responsabilità personale: i clienti dovranno comunque prestare attenzione a email ingannevoli, modifiche sospette ai conti dei fornitori o uso improprio delle proprie credenziali di accesso. La consapevolezza digitale resta quindi la prima forma di difesa.
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