Bollo auto, cosa cambia per tutti dal 2026?

Patrizia Del Pidio

12 Maggio 2025 - 12:00

Bollo auto, la riforma fiscale introduce cambiamenti sostanziali dal 2026 per il pagamento, l’esenzione e la vendita: vediamo le novità che riguardano tutti e cosa muta.

Bollo auto, cosa cambia per tutti dal 2026?

Bollo auto, cambiamenti radicali in arrivo dal 2026 per i proprietari di veicoli passivi del balzello. A prevedere le novità il diciassettesimo decreto attuativo della riforma fiscale “Disposizioni in materia di tributi regionali e locali e di federalismo fiscale regionale”, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministri Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli.

Il decreto introduce novità per quel che riguarda i tributi regionali dando una maggiore autonomia fiscale agli enti territoriali, ma al tempo stesso prevede anche semplificazioni negli adempimenti. Le novità che riguardano il bollo auto dovrebbero entrare in vigore a partire dal 2026, ma quali sono?

Novità bollo auto 2026

La prima novità, quella che riguarda tutti gli automobilisti, è che il bollo auto, che si versa alla Regione di residenza, potrà essere pagato solo in un’unica soluzione. Fermo restando che per il pagamento si deve far riferimento a quello previsto dalla Regione in cui si risiede, per garantire la certezza del gettito all’ente locale, dovrebbero scomparire tutte le scadenze fisse che attualmente sono previste per i versamenti: semestrale, quadrimestrale e trimestrale.

Il pagamento potrà essere effettuato solo con il pagamento unico annuale, riferito al mese di immatricolazione del veicolo.

Cosa cambia in caso di vendita

Un altro cambiamento significativo si ha in caso di vendita del veicolo. Oggi se il passaggio di proprietà avviene nel mese di pagamento del bollo auto, potrebbe esserci confusione su chi deve essere tenuto al versamento (vecchio o nuovo proprietario?). Il problema principale è che il proprietario del veicolo passivo del bollo viene individuato al giorno della scadenza per il versamento.

Il decreto attuativo prevede, invece, che il soggetto passivo venga individuato il primo giorno del periodo tributario e in questo caso, quindi, resterebbe in carico al vecchio proprietario.

Facciamo un esempio concreto per capire: se Tizio sta vendendo un veicolo a Caio a maggio, ma entro il 31 maggio deve essere pagato il bollo auto, chi deve versare la somma? In base alle regole di oggi, se il passaggio avviene prima del 31 maggio, a pagare è Caio (chi acquista) proprietario al 31 maggio. Con le nuove regole, invece, il pagamento toccherebbe a Tizio (chi vende) che era proprietario il 1° maggio.

Con questa modifica si eliminano tutte le ambiguità che si potrebbero avere nel caso di passaggio di proprietà del veicolo nel mese in cui si deve pagare il bollo auto.

Bollo auto e fermo amministrativo

Il decreto, infine, esclude dall’elenco delle cause che permettono di avere l’esenzione dal pagamento del bollo auto il fermo amministrativo. Premettendo che le modifiche del decreto sono ancora lontane dall’attuazione, visto che per ora si è avuta solo un’approvazione preliminare del Cdm, quest’ultimo punto lascia qualche interrogativo sull’interpretazione.

L’articolo 5 del decreto legge 953 del 30 dicembre 1982 prevede che

La perdita del possesso del veicolo o dell’autoscafo per forza maggiore o per fatto di terzo o la indisponibilità conseguente a provvedimento dell’autorità giudiziaria o della pubblica amministrazione, annotate nei registri indicati nel trentaduesimo comma, fanno venir meno l’obbligo del pagamento del tributo per i periodi d’imposta successivi a quello in cui è stata effettuata l’annotazione.

Successivamente la Consulta con la sentenza 47 del 2 marzo 2017 ha stabilito che l’esclusione riguardasse solo il fermo amministrativo (quello disposto dalle autorità preposte per gravi violazioni del codice della strada che prevede che il veicolo sia custodito in luoghi non sottoposti a pubblico passaggio e che il documento di circolazione venga custodito dall’organo di polizia) e non quello fiscale (misura cautelativa provvisoria disposta dall’agente di riscossione a garanzia del debito).

Generalmente, però, si tende a confondere il fermo amministrativo con quello fiscale, chiamando amministrativo (o più semplicemente “fermo auto”) sia quello disposto a garanzia del debito che quello disposto per violazione del codice della strada. Ora, se l’esclusione dell’esenzione fosse prevista per il fermo fiscale (in alcune Regioni è ancora prevista) quasi nulla cambierebbe, ma se riguardasse il fermo amministrativo si tratterebbe di una novità dalla portata abbastanza importante. Per capire come la norma agirà, però, è necessario attendere l’interpretazione della novità dopo la sua entrata in vigore.

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