Bolletta dell’acqua non pagata, cosa si rischia?

Ilena D’Errico

22 Luglio 2023 - 15:13

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Bolletta dell’acqua non pagata, ecco cosa rischia, dal pagamento degli interessi fino alla disattivazione del servizio idrico.

Bolletta dell’acqua non pagata, cosa si rischia?

L’acqua nelle abitazioni è diventata indispensabile fin dalla sua introduzione, sia per motivi igienici che domestici. Pur trattandosi di un bene primario, gli utenti sono chiamati a pagare la bolletta per l’acqua, necessaria a pagare la fornitura del servizio idrico. Ma cosa succede quando non si paga la bolletta? Ecco cosa si rischia.

Bolletta dell’acqua non pagata

Il mancato pagamento della bolletta dell’acqua non comporta immediatamente la disattivazione del servizio ma, come per ogni altro inadempimento, quest’ultima è preceduta da un preciso iter. Oltre alla scadenza della bolletta, infatti, gli utenti hanno ulteriore tempo a disposizione per saldare il debito, seppur maggiorato di interessi.

Messa in mora per il mancato pagamento dell’acqua

Non pagando la bolletta dell’acqua, l’utente può ricevere a partire dal 25° giorno solare di ritardo una diffida di messa in mora. La diffida, che comunque deve essere anticipata da un sollecito di pagamento bonario con allegazione del bollettino, fornisce un termine ultimo per il pagamento, oltre il quale la società fornitrice adempierà le vie legali.

In sede di causa civile l’utente che non ha pagato le bollette sarà quindi obbligato, eventualmente anche tramite pignoramento dei suoi beni. Oltre all’importo delle bollette non pagate, l’utente è chiamato a pagare anche gli interessi. In particolare, si applica il tasso di interesse legale nei primi 5 giorni di ritardo, ma il tasso viene maggiorato del 5% dopo i 30 giorni.

Sospensione del servizio idrico

Se entro 30 giorni dal preavviso ricevuto dalla società fornitrice l’utente non avrà ancora pagato, oltre all’azione legale, è prevista la sospensione del servizio idrico. La procedura cambia a seconda del tipo di utenza, condominiale o meno.

Per le utenze domestiche residenti la sospensione può avvenire soltanto se il debito supera il corrispettivo annuo dovuto per la fascia di consumo agevolato o, in alternativa, dopo la limitazione dell’acqua al minimo vitale (50 litri giornalieri ciascuno).

Per quanto riguarda le forniture condominiali, invece, la sospensione, la limitazione e la disattivazione della fornitura sono possibili soltanto se alla scadenza stabilita dalla messa in mora non è stata saldata almeno la metà del debito. Allo stesso tempo, è poi necessario effettuare il saldo nei tempi previsti per non incorrere nella sospensione (o limitazione che sia).

Disattivazione della fornitura dell’acqua

La disattivazione della fornitura dell’acqua non avviene automaticamente dopo la sospensione del servizio, ma soltanto quando la mora prosegue e viene manomesso il contatore, oppure quando gli utenti non provvedono al pagamento degli oneri dovuti.

Come riattivare la fornitura dell’acqua

In seguito alla limitazione, alla sospensione, ma perfino alla disattivazione della fornitura idrica è possibile procedere a una riattivazione, ma soltanto saldando il debito. Si ricorda che la società fornitrice ha l’obbligo di riattivare appieno il servizio idrico entro 2 giorni feriali dall’attestazione del saldo.

Oltretutto, i gestori del servizio idrico sono tenuti anche a garantire la rateizzazione del debito in 12 mesi, informando gli utenti delle tempistiche e delle modalità. Posto che le società possono scegliere di concedere la rateizzazione anche per importi esigui, l’obbligo riguarda esclusivamente il debito che supera dell’80% il valore dell’addebito medio (calcolato sulle bollette emesse negli ultimi 12 mesi).

Quando si prescrivono le bollette dell’acqua

Il pagamento della bolletta dell’acqua non è dovuto quando passano 2 anni dalla scadenza della bolletta (almeno 20 giorni dall’emissione). La prescrizione si interrompe quando viene inviata una diffida o un semplice avviso bonario, atti dai quali il periodo di 2 anni comincia a decorrere dall’origine, sempre che non sia nuovamente interrotto da un’azione legale.

Bisogna però ricordare che i tempi di prescrizione si riferiscono alla singola bolletta presa in riferimento e non a quelle ricevute successivamente.

Perché si paga l’acqua? Si può rimanere senza?

Il tema delle bollette dell’acqua è un po’ ostico per i consumatori, dato che l’acqua dovrebbe essere un bene della collettività. Difatti, con la bolletta dell’acqua non si paga la materia prima in sé, che per l’appunto appartiene a tutti, ma tutti i servizi connessi alla fornitura idrica.

In particolare, la bolletta è necessaria per pagare il prelevamento dell’acqua alla fonte, la sua potabilizzazione, il trasporto e il convogliamento verso gli impianti di depurazione. I costi sono quindi dovuti alla catena che porta l’acqua potabile nelle abitazioni, trattandosi a tutti gli effetti di un servizio.

È anche vero che l’Onu ha riconosciuto l’acqua potabile, a uso personale e domestico, come un diritto “universale e fondamentale” degli esseri umani. Nel dettaglio, si fa riferimento all’importanza dell’acqua rispetto alla salute e alla dignità degli esseri umani, invitando gli Stati ad assicurare anche ai cittadini meno abbienti questo bene.

La Risoluzione dell’Onu, tuttavia, non è vincolante e non ha quindi carattere di legge. L’Italia ha comunque recepito, almeno in parte e con lieve ritardo, questo invito, predisponendo il bonus sociale idrico. Quest’ultimo consente alle famiglie che ne hanno necessità (in base all’Isee e al numero di componenti) di avere una parte di acqua gratis, per un massimo di 50 litri al giorno.

Ovviamente si tratta di una quantità minima, entro la quale gli aventi diritto possono però non pagare alcunché. I beneficiari, peraltro, hanno diritto al bonus sociale idrico anche in caso di mancato pagamento delle bollette dell’acqua.

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# Acqua

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