Dove conviene minare Bitcoin? Perché l’Europa rischia di essere tagliata fuori? Ecco la mappa dei costi aggiornata al 2025.
Quanto costa produrre un Bitcoin? La risposta dipende più dal Paese che dalla potenza dei computer. Se in Iran bastano poco più di 1.300 dollari di elettricità per estrarre un singolo Bitcoin, in Italia la cifra supera i 306.000 dollari. Una forbice enorme che rivela qualcosa in più rispetto a una semplice differenza di bollette: dietro quei numeri ci sono politiche energetiche, sovvenzioni statali, mercati regolamentati (o non), governi che incoraggiano o ostacolano le criptovalute.
A Teheran, per esempio, l’elettricità costa pochi centesimi e il mining può diventare una leva economica strategica in tempi di sanzioni. Altrove, come a Milano o Roma, dove lo stesso processo costerebbe quasi tre volte il valore attuale di un Bitcoin, minare Bitcoin è antieconomico. Dunque l’asset digitale più globale al mondo, e che dovrebbe essere anche il più democratico, dipende in modo radicale dalle condizioni locali.
Ma quali sono i Paesi dove il mining è più conveniente? E cosa significa questo per investitori e risparmiatori, mentre il prezzo di BTC oscilla intorno ai 109.500 dollari?
I paradisi del mining, la classifica 2025
Secondo le ultime rilevazioni, l’Iran guida la classifica mondiale con un costo medio di circa 1.300 dollari per minare un Bitcoin. Seguono l’Etiopia con meno di 2.000 dollari, poi Bhutan, Russia e Cina, dove nonostante i divieti ufficiali alcune regioni continuano ad alimentare le farm minerarie grazie a energia a basso costo. Anche Paesi come Kazakistan, Venezuela e Uzbekistan offrono condizioni favorevoli, grazie a tariffe calmierate e a un mix energetico poco costoso.
Ecco la classifica dei Paesi dove il mining costa meno:
Paese | Costo per estrarre 1 BTC (USD) |
---|---|
Iran | 1.324 |
Etiopia | 1.990 |
Bhutan | 2.000 |
Russia | 3.000 |
Cina | 3.500 |
Kazakistan | 4.000 |
Venezuela | 4.500 |
Uzbekistan | 5.000 |
Nigeria | 5.500 |
Bolivia | 6.000 |
El Salvador | 6.500 |
Paraguay | 7.000 |
Malesia | 7.500 |
Indonesia | 8.000 |
India | 8.500 |
Stati Uniti | 102.260 |
Svizzera | 236.000 |
Austria | 277.000 |
Bahamas | 280.000 |
Italia | 306.550 |
Dietro l’apparente convenienza di alcuni Paesi, ci sono tuttavia realtà molto complesse. Spesso parliamo di Stati dove l’elettricità è sovvenzionata o i mercati energetici sono ancora molto deboli. Di conseguenza il costo del kilowatt è molto più basso rispetto a quello occidentale. Tuttavia, questa situazione porta con sé dei rischi. In Paesi come il Venezuela o la Nigeria, ad esempio, l’instabilità economica e i blackout frequenti rendono il mining di Bitcoin un’attività molto più incerta e rischiosa. Nonostante ciò, chi riesce a impostare attività di mining in questi territori può estrarre Bitcoin a costi enormemente più bassi rispetto al prezzo di mercato, ottenendo margini di profitto molto più ampi.
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🌏 Cost of mining 1 BTC based on electricity prices:
💡Cheapest:
🇮🇷 Iran — $1,300
🇸🇩Sudan — $3,900
🇱🇾 Libya — $5,300💸 Most expensive:
🇮🇹 Italy — $306,000
🇦🇹 Austria — $274,000
🇮🇪 Ireland — $321,000 pic.twitter.com/6vW0JzoUBe— Constantin Kogan (@constkogan) September 4, 2025
Dove conviene minare Bitcoin oggi: non in Europa
Se l’Asia e l’Africa offrono opportunità, l’Europa si conferma invece la zona meno ospitale per il mining. L’Italia è il Paese più costoso al mondo, con 306.000 dollari per ogni BTC estratto, seguita da Austria, Svizzera e Bahamas, tutte sopra i 230.000 dollari. Qui non si tratta solo di elettricità cara. A rendere insostenibile il mining sono anche il peso delle normative e dei pochi incentivi.
Negli Stati Uniti la situazione è più sfumata. Il costo medio nazionale è superiore ai 100.000 dollari, ma in alcuni Stati (ad esempio Washington), ricchi di dighe e di energia idroelettrica, si scende a circa 3.000 dollari. È la prova che il mining non è solo una questione di confini ma anche di politiche locali, di risorse naturali e di capacità di innovare.
Per chi investe, questo scenario non è un dettaglio tecnico. I costi di produzione segnano il livello minimo di sostenibilità del prezzo: se Bitcoin scendesse sotto i 20.000 dollari, buona parte dei miner mondiali chiuderebbe i battenti. Al contrario, prezzi elevati come quelli attuali garantiscono guadagni anche dove c’è inefficienza.
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