Bioterrorismo: perché è un’arma pericolosa nel post-epidemia

Violetta Silvestri

25/05/2020

15/04/2021 - 13:29

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Il Consiglio d’Europa avverte: nel mondo post-coronavirus il bioterrorismo potrebbe rafforzarsi. I gruppi del terrore, tutt’altro che spariti in questo tempo di crisi, potrebbero lasciarsi ispirare dalla forza distruttrice del virus. E lo scenario è allarmante.

Bioterrorismo: perché è un’arma pericolosa nel post-epidemia

Tra gli effetti del coronavirus potrebbe esserci anche quello del proliferare del bioterrorismo.

L’allerta è del Consiglio d’Europa, l’organizzazione internazionale che promuove i diritti umani e la democrazia. Una prospettiva di maggiore insicurezza, quindi, si sta delineando nell’era post-epidemia.

E questo, purtroppo, non soltanto per i segni economici e sociali devastanti che la pandemia lascerà sulle popolazioni, incrementando povertà e incertezza. Il mondo rischia di essere bersagliato da un terrorismo sempre più sofisticato e distruttivo.

I gruppi violenti ancora in vita nonostante l’apparente silenzio in questo periodo di crisi, potrebbero trovare tragiche ispirazioni dalla letalità del virus.

Bioterrorismo più potente nell’era del dopo epidemia? Il rischio c’è, i motivi.

Armi biologiche: minaccia reale grazie al coronavirus?

Gli esperti di sicurezza del Consiglio d’Europa hanno lanciato l’allarme: l’epidemia di coronavirus potrebbe aumentare l’uso di armi biologiche da parte dei terroristi nel prossimo futuro.

E questo potrebbe accadere innanzitutto perché, come spiegato dall’organizzazione:

“La pandemia di COVID-19 ha dimostrato quanto la società moderna sia vulnerabile alle infezioni virali e ai loro riverberi. Non c’è motivo di credere che i gruppi terroristici dimenticheranno le lezioni apprese da questa pandemia. Il danno sarebbe rapido e potenzialmente globale.”

Le nazioni del Consiglio e, in generale dell’Unione Europea, sono state quindi chiamate ad uno sforzo congiunto più incisivo per evitare la diffusione di strumenti biologici destinati al terrorismo.

L’avviso si basa su una constatazione oggettiva: agenti patogeni, batteri e virus possono avere una propagazione senza limiti e molto veloce. Le conseguenze sono davanti agli occhi del mondo: morti, malati gravi, ospedali al collasso e interi Paesi bloccati in una emergenza senza fine.

Gruppi organizzati per destabilizzare il mondo con la violenza potrebbero prendere spunto.

Bioterrorismo, coronavirus, estremisti: legami pericolosi

L’allerta del Consiglio Europeo diventa ancora più preoccupante se va ad aggiungersi a quanto analizzato dal capo antiterrorismo dell’Unione europea, Gilles de Kerchove ad inizio maggio.

Stando al rapporto UE, infatti, la frustrazione sociale ed economica provocata nella popolazione dalle misure restrittive ha dato nuovo slancio a estremisti di destra e di sinistra, che si stanno radicalizzando.

Il virus, in alcuni casi, è stato proprio invocato da questi gruppi come arma per colpire i nemici, infettandoli. Non sono mancati, infatti, messaggi online di propaganda che invitavano i sostenitori di una certa appartenenza politica estrema a uscire per diffondere il coronavirus tra gli avversari.

Bioterrorismo e COVID-19, quindi, rappresentano un inquietante legame. L’avviso è stato lanciato.

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