Bf.7, la variante Covid che allarma la Cina e il mondo: perché potrebbe essere pericolosa

Chiara Esposito

02/01/2023

02/01/2023 - 21:16

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Rischi e sintomi della nuova variante Covid-19 che sta allertando l’OMS e i medici di Shangai.

Bf.7, la variante Covid che allarma la Cina e il mondo: perché potrebbe essere pericolosa

La fine del 2021 è stata segnata dalla scoperta della variante Omicron del virus Sars-Cov-2. Da quel momento è iniziata anche la propagazione di numerose sotto-varianti, evoluzioni più o meno contagiose del ceppo originario. Quella più significativa attualmente sotto i riflettori della medicina internazionale è BF.7.

La mutazione, sebbene sia stata identificata di recente, è ormai la più diffusa a Pechino. I timori però travalicano i confini cinesi; se da un lato i medici ospedalieri delle megalopoli lanciano segnali di allarme, dall’altro il governo centrale ha decretato lo stop alla diffusione sui dati del contagio.

Si tratta di una mossa pericolosa per il monitoraggio internazionale, una scelta che ha mobilitato anche l’Oms. L’Organizzazione mondiale della sanità ha infatti commentato la scelta politica con forte disapprovazione e apprensione per la salute globale.

Cosa sappiamo su BF.7: sintomi e origine

Per rintracciare le origini di BF.7 dobbiamo partire da Omicron e dalla sua scoperta, avvenuta alla fine del 2021 in Sudafrica. Da lì infatti è iniziato il processo di moltiplicazione che ha dato origine a sottovarianti particolarmente mutate e di difficile individuazione. Ricordiamo ad esempio BA.4 e BA.5, due sotto-varianti diventate poi dominanti. Il richiamo vaccinale della dose booster era mirato proprio ad intercettarle grazie ad una formulazione aggiornata.

Un’ulteriore ramificazione di BA.5 ha tuttavia dato origine a BF.7. Per comprendere meglio la difficoltà d’individuazione di questa mutazione vi riportiamo un commento della professoressa Manal Mohammed, esperta di Microbiologia Medica all’Università di Westminster. In un’intervista rilasciata a Repubblica, la docente afferma che BF.7 sia da considerarsi una variante elusiva. In poche parole ci sarebbero moltissimi positivi asintomatici colpiti dal nuovo ceppo ma proprio questa dinamica renderebbe difficile tenere sotto controllo la pandemia.

L’infezione e i sintomi provocati da BF.7, prosegue Mohammed, «sono simili a quelli associati ad altre sottovarianti di Omicron: principalmente sintomi respiratori alle vie aeree superiori».

Il contagio da BF.7 porta quindi con sé febbre, tosse, mal di gola, rinorrea (naso che cola), dolori muscolari e affaticamento:

"In alcuni casi potrebbero insorgere anche sintomi gastrointestinali, come vomito e diarrea" - ha aggiunto - È stato accertato, infatti, che il coronavirus SARS-CoV-2 è in grado di invadere con efficacia le cellule intestinali come quelle dell’apparato respiratorio, grazie alla cospicua presenza del recettore ACE-2 (cui si aggancia la Spike)".

La diffusione nel mondo

Nonostante la ristrettezza cinese sui dati pandemici, sappiamo che al momento BF.7 è in forte crescita in particolare nelle città di Pechino e Shanghai. Descrivendo la situazione nazionale il dottor Li Tongzeng, medico dell’ospedale Xiaotangshan di Pechino, ha detto al giornale Global Times:

"BF.7 ha una maggiore capacità di fuga immunitaria, un periodo di incubazione più breve e una velocità di trasmissione più rapida".

L’R0 indicato da Tongzeng è compreso tra 10 e 18, contro il 5/6 di Delta. Il ceppo non a caso ha oltrepassato i confini del Paese e ad oggi sappiamo che è presente anche in India, Stati Uniti, Regno Unito, Belgio, Danimarca, Germania e Francia.

Questo dato però non è necessariamente allarmante. In molti di questi territori la presenza del ceppo risulta stabile o in riduzione. In particolare Repubblica riporta un’incidenza in calo in UK e USA, dove sarebbe passata dal 6,6 al 5,7%.

Le strategie di contenimento in atto

Gli esperti precisano che abbiamo vaccini Covid aggiornati contro Omicron e che queste soluzioni si adatterebbero anche al contrasto di una possibile avanzata di BF.7. Ciononostante in Italia il ministro della Salute Orazio Schillaci ha disposto l’obbligo di screening negli aeroporti per individuare BF.7. Questo significa che tra i passeggeri in arrivo negli aeroporti nostrani si analizza proprio l’eventuale presenza della nuova mutazione.

Sebbene al momento si profili contrazione nel continente americano ed europeo, resta alto il livello di guardia. Come segnalato dall’OMS, «per poter valutare il rischio servono dati» e senza i report cinesi sarà difficile monitorare nascita di potenziali ed ulteriori mutazioni.

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