In vista del BCE Day del prossimo 17 ottobre, le previsioni si sprecano, mentre sale l’attesa per i verbali dell’ultima riunione.
Una carrellata di tagli dei tassi da parte della BCE di 25 punti base nelle prossime quattro riunioni del Consiglio direttivo: è quanto prevede la divisione di ricerca di Morgan Stanley, in un momento in cui sui mercati sale la trepidazione per il meeting della prossima settimana, in calendario il prossimo giovedì 17 ottobre.
Gli analisti sembrano corcordi nel ritenere che la BCE non deluderà le aspettative dei mercati, che ritengono quasi certo l’arrivo di un terzo taglio dei tassi, complice il processo disinflazionistico in corso in Eurozona, confermato soprattutto dall’indice CPI che, nel mese di settembre, è salito a un ritmo addirittura inferiore al target del 2% prestabilito dall’Eurotower.
Detto questo, l’escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente ha portato diversi esperti a propendere per la cautela, a causa dell’impatto che una eventuale persistenza di prezzi del petrolio più alti potrebbe avere sul trend dell’inflazione.
La preoccupazione è esplosa nei giorni scorsi, in primis, negli Stati Uniti, dove i tassi dei Treasury a 10 anni sono tornati a superare la soglia del 4%, prezzando proprio nuove eventuali impennate dei prezzi.
Per ora, la divisione di Morgan Stanley crede che la BCE taglierà comunque i tassi dell’area euro per quattro riunioni consecutive, dalla prossima del 17 ottobre fino agli inizi di marzo 2025.
Per la precisione, gli analisti hanno annunciato di stimare sforbiciate di 25 punti base nella riunione imminente di giovedì prossimo e, successivamente, nelle riunioni del 12 dicembre, del 30 gennaio del 2025 e del 6 marzo del 2025: tutte mosse che faranno scendere il tasso sui depositi entro gli inizi di marzo del prossimo anno, al 2,5%, livello vicino a quello considerato neutrale.
A scommettere intanto sul prossimo taglio a ottobre della BCE a ottobre è un numero sempre più alto di economisti: è quanto emerge da un sondaggio lanciato da Reuters, che ha ricordato come, subito dopo la sforbiciata del 12 settembre, fosse solo il 12% degli economisti interpellati a prevedere una riduzione dei tassi consecutiva nel meeting di questo mese: percentuale schizzata ora a oltre il 90%, a causa della retromarcia innestata dall’inflazione.
Gli esperti prevedono così due riduzioni dei tassi sia nel meeting di ottobre che di dicembre, confortati anche dalle recenti dichiarazioni della presidente dell’istituzione, Christine Lagarde.
Sono stati ben 70 sui 75 economisti interpellati da Reuters nei giorni compresi tra il 2 e l’8 ottobre a dichiarare di prevedere un nuovo taglio nel meeting del prossimo 17 ottobre, pari a 25 punti base, che porterebbe il tasso sui depositi a scendere al 3,25%: solo cinque stimano un nulla di fatto da parte della BCE.
Sono stati inoltre 68 di tutti i 75 economisti che hanno partecipato al sondaggio a dire di stimare un’altra sforbiciata del tasso sui depositi a dicembre, sempre pari a 25 punti base, al 3%.
“Con lo smorzarsi delle pressioni inflazionistiche, sia headline che core, crediamo che la BCE riuscirà a riportare i tassi a un livello vicino a quello neutrale più velocemente, gestendo al contempo l’accelerazione dei rischi al ribasso per la crescita”, ha commentato James Rossiter, responsabile della divisione di strategia globale macro presso TD Securities.
Prima del BCE Day arriverà un altro market mover che i mercati monitoreranno attentamente: la pubblicazione delle minute relative al meeting del 12 settembre scorso, quando l’Eurotower ha tagliato i tassi, portando il tasso sui depositi a scendere dal dal 3,75% al 3,5%.
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