Banche italiane: il cambiamento climatico è spesso sottovalutato, ma è un potenziale rischio ai danni del settore del credito. Parla Bankitalia.
Banche italiane e i rischi del cambiamento climatico - La situazione delle banche italiane è lungi dall’essere considerata rosea e ora a pesare sul comparto pare essere anche il cambiamento climatico.
È stato il vice direttore di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, a mettere in guardia circa i nuovi pericoli che potrebbero incombere sulle banche italiane. Tra questi, appunto, anche il cambiamento climatico.
Secondo Bankitalia l’economia si troverà di fronte molteplici sfide e le problematiche ambientali rappresenteranno i maggiori ostacoli da superare. Ma in che modo il cambiamento climatico si andrà a ripercuotere sulle banche italiane?
L’allarme lanciato da Bankitalia ha parlato di come gli istituti, e l’intero settore del credito, stiano sottovalutando enormemente i rischi legati all’ambiente. Le problematiche legate al cambiamento climatico non scoppieranno nel lungo termine, ma potrebbero creare danni anche nell’immediato. Si pensi solo alle conseguenze dei terremoti che oltre a pesare sulle famiglie peseranno anche sulle banche.
Vediamo allora qual è il legame tra banche italiane e cambiamento climatico secondo l’allarme lanciato da Bankitalia.
Banche italiane e cambiamento climatico: il surriscaldamento
L’analisi di Bankitalia sul rapporto tra cambiamento climatico e banche italiane ha posto l’accento soprattutto sul riscaldamento globale.
“Il mondo si sta riscaldando. Il 2015 a livello globale è stato l’anno più caldo dal 1880. Dal 1986 si sono verificate diverse anomalie nella temperatura mondiale e gli anni successivi al 2000 sono stati i più caldi. L’Italia non ha fatto eccezione”,
ha affermato il già citato vice direttore di Bankitalia il quale ha esortato a non sottoprezzare il rischio per evitare di ricadere in una crisi come quella esplosa nel 2007.
Banche italiane e cambiamento climatico: rischio idrogeologico
Non solo il surriscaldamento, ma anche le inondazioni costituiscono uno dei problemi primari che l’economia dovrà fronteggiare. Secondo quanto riportato da Bankitalia il 15% della popolazione italiana e il 18% delle imprese nazionali sono esposte al pericolo di inondazioni. Di queste, riportano i dati, rispettivamente il 3,2% e il 3,4% sono situate in zone classificate a rischio molto alto.
Banche italiane e cambiamento climatico: il legame
Secondo quanto affermato da Bankitalia, terremoti, inondazioni e altri eventi legati al cambiamento climatico possono avere impatti sul credito in quanto riducono il valore della garanzia dei prestiti bancari dopo i danni materiali subiti, mentre influenzano le propensioni finanziarie attive e passive.
Il rischio potrebbe ridursi, secondo Bankitalia, andando a garantire e ad incentivare una maggiore copertura assicurativa sulle proprietà. In Italia, dove un terzo della popolazione vive in zone sismiche, il livello di assicurazioni è davvero molto basso.
“Un modo di mitigare questi rischi sarebbe quello di promuovere le assicurazioni per proteggere le famiglie e le imprese e fornire incentivi per ridurre i rischi”,
ha aggiunto Signorini. Insomma, il cambiamento climatico potrebbe davvero rappresentare un prossimo grande ostacolo per le banche italiane in quanto potrebbe esacerbare la naturale fragilità del nostro paese.
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