Perché le banche europee sono a rischio

Violetta Silvestri

29/01/2024

29/01/2024 - 11:19

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Con l’arrivo delle trimestrali, le banche europee tremano: perché i bilanci dei gruppi bancari sono a rischio e cosa può accadere con tassi Bce in calo e deboli stime di crescita economica?

Perché le banche europee sono a rischio

In vista delle trimestrali, le banche europee sono sotto i riflettori e gli analisti si chiedono se la corsa dei profitti e il boom dei pagamenti agli azionisti è destinata a continuare.

La spinta dell’aumento dei tassi di interesse - che ha fatto impennare i profitti - in attenuazione adesso, in vista dei primi tagli al costo del denaro, e le deboli prospettive economiche per l’Eurozona potrebbero impattare sui conti bancari.

L’indice delle banche STOXX Europe 600 ha toccato il suo massimo dalla metà del 2018 questo mese, grazie a una ripresa della redditività con tassi più alti, pagamenti record agli azionisti e scarsi accantonamenti per i crediti inesigibili. Tuttavia, mentre i dirigenti bancari hanno finora beneficiato di queste ottime performance, gli investitori temono che la situazione stia cambiando.

I rischi per le banche europee aumentano in un contesto in evoluzione, con alcuni istituti di credito già avvisati dalle autorità - come accaduto in Germania - su potenziali insolvenze sui prestiti e la necessità di aumentare gli accantonamenti.

Banche europee, i conti non tornano?

In una analisi in vista delle trimestrali delle banche europee in questa ultima settimana di gennaio, Reuters ha messo in guardia su cosa potrebbe presto accadere ai conti dei principali istituti di credito europei.

Le società bancarie che guadagnano la maggior parte del loro denaro dalla differenza tra reddito da prestito e costi di deposito hanno beneficiato maggiormente dell’aumento dei tassi, ma anche le banche più grandi e diversificate come Deutsche e BNP Paribas hanno registrato profitti in questo contesto.

Il clima, però, è attualmente più nervoso. Gli investitori hanno recepito un primo campanello di allarme dal lieve calo del reddito da interessi netti (NII) del quarto trimestre da parte della spagnola Bankinter la scorsa settimana. Il risultato ha fatto scendere del 6% le sue azioni e trascinato al ribasso le azioni dei rivali.

Gli analisti di JP Morgan avvertono che tassi più bassi porteranno a un “ciclo di downgrade” in tutto il settore. Dopo un aumento stimato del reddito da interessi netti (NII) del 22% nel 2023, la banca prevede che gli istituti di credito europei mostreranno una crescita del NII limitata quest’anno e un aumento degli utili pari a zero.

Secondo le previsioni di consenso, UniCredit dovrebbe prevedere un calo del 4% del NII per il 2024, hanno detto gli analisti di Jefferies, anche se si aspettano che la banca superi le aspettative.

I 2 rischi per e banche in Europa

Gli investitori hanno puntato i riflettori sulla qualità del prestito delle banche europee, che sta peggiorando a causa dell’aumento dei tassi di interesse da record.

L’impennata dei costi di finanziamento deve infatti ancora trasmettersi concretamente nel portafoglio di prestiti in sofferenza delle banche e si teme che più insolvenze arriveranno nel corso dell’anno. Finora, secondo l’analisi, l’unico vero stress si è palesato nel settore immobiliare commerciale, soprattutto in Svezia e Germania.

Secondo le valutazioni di Algebris, comunque, la bonifica dei prestiti in sofferenza negli ultimi anni è stata così ampia nell’Europa meridionale, e la domanda di nuovi prestiti così contenuta, che i crediti inesigibili rimarranno piccoli.

Tuttavia, il secondo rischio che corrono le banche in Europa è legato alle deboli previsioni di crescita economica che freneranno la domanda di prestiti in tutto il blocco secondo le previsioni.

Manfred Knof, CEO di Commerzbank, ha dichiarato a Reuters la scorsa settimana che si stava preparando per un altro anno di stagnazione. “Non vi è alcun segno di un’ondata di default, ma le aziende sono restie a investire. Il ritardo negli investimenti nell’economia tedesca diventa ogni giorno più grande, lo stiamo già notando”.

Il 2024 potrebbe dunque essere un anno molto diverso da quelli passati per gli istituti creditizi in Europa. Complici la politica dei tassi Bce, in allentamento, e la debolezza economica più marcata che altrove, le banche potrebbero vedere i loro bilanci ridimensionarsi.

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