Con le azioni in rally a Wall Street, alcune previsioni pessimistiche si sono rivelate un vero errore: come accaduto a uno stratega di Morgan Stanley. Perché ha sbagliato tutto sul presunto crollo?
Azioni rally e nessun declino prolungato a Wall Street: dinanzi all’evidenza, anche i più esperti analisti possono sbagliare.
Il capo stratega azionario statunitense di Morgan Stanley ha infatti ammesso di essere rimasto fedele al pessimismo per troppo tempo e ora la sua previsione è stata cancellata dal rimbalzo azionario, che ha lasciato i benchmark a un passo dalla cancellazione del declino dello scorso anno.
La sua stima per l’S&P 500 rimane a 3.900, un livello che è stato lasciato indietro nel balzo del 19% dell’indice a circa 4.560.
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“Abbiamo sbagliato”: ha scritto Wilson in una nota ai clienti lunedì.
“Il 2023 è stato una storia di valutazioni più elevate di quanto ci aspettassimo a causa del calo dell’inflazione e del taglio dei costi”, ha aggiunto. Il suo team ha recentemente spostato l’attenzione su giugno 2024, per il quale l’obiettivo di prezzo è fissato a 4.200, circa l’8% al di sotto del livello attuale.
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Wilson ha trascorso la maggior parte del 2023 avvertendo che il rally si sarebbe invertito, lanciando allarmi sulle azioni tecnologiche e sostenendo che le turbolenze bancarie di marzo facevano presagire un clima di vendita vizioso, necessario prima che le azioni potessero ricominciare a salire.
Sette mesi dopo, l’indice di riferimento di Wall Street ha registrato un forte rally nonostante il calo dei profitti. Un coro di voci favorevoli, dall’ottimismo nei confronti dell’intelligenza artificiale che ha spinto i megacap tecnologici a un’economia resiliente in cui l’inflazione si è raffreddata e gli avvertimenti di recessione rivelatesi prematuri, ha innescato l’impennata.
Il pessimismo è davvero un errore?
Pur riconoscendo il suo errore nel sottovalutare il rally azionario, Wilson rimane cauto sul potere degli utili delle società americane.
Mentre l’attenuazione dell’inflazione rafforza l’ottimismo per una Federal Reserve più accoodante, uno scenario favorevole per le valutazioni azionarie, significa anche un calo del potere di determinazione dei prezzi per le imprese.
“Rimaniamo pessimisti sugli utili del 2023” ha affermato Wilson:
“L’inflazione ora sta scendendo ancora più velocemente di quanto previsto dal consenso, in particolare l’inflazione causata dalle aziende. Dato che quest’anno il prezzo è il fattore principale che ha mantenuto la crescita delle vendite sopra lo zero per molte aziende, sarebbe un ostacolo materiale se quel potere di determinazione dei prezzi dovesse ribaltarsi.”
Questa previsione sarà giusta? I prossimi mesi di scambi azionari lo diranno.
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