Azioni Azimut, tonfo -11% a Piazza Affari. I diktat e il verdetto di Bankitalia post ispezione su SGR

Laura Naka Antonelli

13 Novembre 2025 - 09:37

Che cosa è emerso dall’ispezione lanciata da Bankitalia su Azimut Capital Management SGR. Fari sul progetto TNB.

Azioni Azimut, tonfo -11% a Piazza Affari. I diktat e il verdetto di Bankitalia post ispezione su SGR

L’annuncio è arrivato oggi, giovedì 13 novembre, poco dopo lo scoccare della mezzanotte, attraverso la pubblicazione di un comunicato da parte di Azimut Holding, relativo all’esito dell’ispezione lanciata da Bankitalia sulla sua SGR. Esito che è finalmente arrivato e che riguarda uno dei campioni del risparmio gestito in Italia, per la precisione, come si legge nella sua presentazione, “la principale società di gestione del risparmio indipendente in Italia”.

Massima attenzione dunque ad Azimut Holding, le cui azioni sono quotate sul Ftse Mib di Piazza Affari.

Immediato il tonfo dei titoli, che si sono confermati subito maglia nera dell’indice azionario benchmark della borsa di Milano sfiorando un tonfo del 9% circa, per poi accelerare al ribasso e affondare alle 9.30 ora italiana di oltre l’11%.

Ispezione Bankitalia su Azimut Capital Management SGR, “rilevanti carenze di governance e organizzative”

Gioiello del risparmio gestito in Italia, Azimut ha visto Azimut Capital Management SGR finire sotto il faro della Banca d’Italia, che ha avviato un’ispezione ordinaria nel periodo compreso tra marzo e giugno di quest’anno, e il cui verdetto è appena arrivato.

Dal comunicato reso noto oggi, giovedì 13 novembre 2025, sulla scia di chiarimenti richiesti dalla Consob, è emerso che Bankitalia, a seguito dell’azione ispettiva condotta sulla SGR, ha intimato ad Azimut Capital Management di agire per rimuovere le carenze rilevate: “La Banca d’Italia ha infatti specificamente riportato che dall’insieme degli elementi acquisiti è emerso un quadro connotato da rilevanti carenze di governance e organizzative ” e che “risulta quindi necessario che l’intermediario avvii con tempestività un’incisiva azione di rimedio volta a rimuovere le carenze riscontrate e a definire un assetto di governo e di controllo compatibile con la complessità operativa dell’intermediario e del gruppo”.

Ancora Azimut, facendo riferimento a quanto emerso dall’ispezione di Bankitalia:

“Allo stato la situazione aziendale appare inidonea a sostenere la partecipazione della SGR a operazioni quali quelle previste dal Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio e segnatamente fusioni, scissioni, acquisti di partecipazioni, acquisti e cessioni di aziende o rami d’azienda che attengano ai servizi e attività di investimento e di gestione collettiva del risparmio”.

La precisazione di Bankitalia sul progetto TNB (The New Bank) di Azimut

Non è mancato l’appunto di Via Nazionale sul progetto per la creazione da parte di Azimut Holding della nuova banca digitale The New Bank TNB.

Nel comunicato diramato da Azimut Holding, con “riferimento al progetto TNB”, si legge che la Banca d’Italia ha osservato che “la piena implementazione del piano di rimedio richiesto a seguito degli accertamenti ispettivi condotti su Azimut Capital Management SGR è finalizzata a rimuovere tutte le carenze riscontrate e sarà oggetto di valutazione da parte della Banca d’Italia”.

Detto questo, “l’effettivo superamento di tali criticità non è un presupposto sufficiente per determinare un esito positivo degli eventuali procedimenti connessi al citato progetto, che saranno valutati nei tempi e nei modi previsti dalla vigente normativa”.

Il verdetto di Bankitalia era atteso con trepidazione da Azimut e da Piazza Affari anche per capire l’iter che il gruppo gestito dall’amministratore delegato Giorgio Medda seguirà per dar vita a TNB, acronimo di The New Bank, banca frutto di un accordo vincolante che è stato siglato lo scorso 22 maggio 2025 di quest’anno tra Azimut e FSI, il (Fondo Strategico Italiano).

Il progetto per la creazione di TNB è volto a creare, come ha annunciato in quella data Azimut Holding, “ una banca di nuova generazione, digitally native e dedicata alla consulenza patrimoniale”.

Si tratta di un piano ambizioso, che affonda le sue radici nel primo annuncio di Azimut, che risale alla fine di marzo del 2024, e che è stato avviato operativamente nel maggio dello stesso anno, con successiva concessione di un periodo di esclusiva a FSI a fine 2024.

Alla fine di maggio di quest’anno, l’annuncio relativo all’accordo vincolante per la messa a punto di una “operazione dal valore complessivo potenziale pari a circa € 1,2 miliardi nel tempo, con ulteriore upside per Azimut grazie alla partecipazione strategica del 19,99% detenuta in TNB”, come ha precisato la stessa holding.

Il dossier TNB aveva fatto schizzare al rialzo le azioni Azimut anche sulla scia di alcune indiscrezioni riportate dall’agenzia di stampa Bloomberg, che aveva parlato di un possibile interesse da parte di ION, società di Andrea Pignataro a rilevare una partecipazione di circa il 6% di TNB.

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