Volkswagen, tonfo in Borsa: vertici sotto accusa

C. G.

24/09/2019

25/09/2019 - 07:42

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Le azioni Volkswagen ed FCA affondano: i vertici della società tedesca e un manager dell’italoamericana sono stati accusati di aver manipolato il mercato

Volkswagen, tonfo in Borsa: vertici sotto accusa

Le azioni Volkswagen sono precipitate a Francoforte nella seconda seduta della settimana.

A pesare sulla quotata tedesca l’uragano che ha colpito i dirigenti dell’azienda, accusati dalla procura di aver manipolato il mercato nel bel mezzo dello scandalo dieselgate.

Dopo un avvio di seduta in ribasso (ma senza rossi di nota) le azioni Volkswagen hanno accentuato le perdite e sono arrivate a bruciare ben oltre il 2% in Borsa, mentre il DAX ha continuato a scambiare intorno alla parità.

L’andamento del titolo nell’odierna seduta di Borsa: alla destra del grafico l’iniziale debolezza della quotazione alla quale ha fatto seguito poi un vero e proprio tonfo

Azioni Volkswagen: i motivi del tonfo

Nell’occhio del ciclone che ha abbattuto le azioni Volkswagen non è finito soltanto l’amministratore delegato Herbert Diess, ma anche Martin Winterkorn (ex ad) e Dieter Poetsch, attuale presidente del Consiglio di sorveglianza.

I vertici sono stati accusati di non aver informato in tempo gli investitori sui rischi derivanti dal caso dieselgate scoppiato nell’ormai lontano 2015. In quell’occasione, le autorità hanno portato a galla numerose falsificazioni dei dati sulle emissioni di vetture diesel vendute sia negli Stati Uniti che in Europa.

Le odierne accuse della procura ai vertici si sono ricollegate proprio a quella questione. Più nello specifico, la dirigenza non avrebbe menzionato i miliardi di euro dovuti dalla società in seguito all’esplosione dello scandalo cosa che, a sua volta, avrebbe influenzato l’andamento in Borsa delle azioni Volkswagen.

Da qui la conseguente accusa di manipolazione del mercato, piombata sulle teste dei vertici tedeschi come un fulmine a ciel sereno.

FCA: arrestato Emanuele Palma

Anche un manager di FCA, Emanuele Palma, è finito nel ciclone per presunte false informazioni sulle emissioni dei veicoli diesel.

Palma è stato arrestato su ordine della procura distrettuale di Detroit, ed è comparso in tribunale intorno alle 20 italiane. È stato accusato di aver ingannato regolatori, clienti e pubblico sui sistemi di emissioni dei motori diesel di FCA negli Stati Uniti.

Il titolo di Fiat-Chrysler Automobiles, dopo la notizia, ha ceduto il 2,03% a Milano e l’1,86% a New York.

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