Le azioni BPER hanno perso quota sull’ipotesi di un prossimo aumento di capitale. Il mercato ha reagito con un’improvvisa pioggia di vendite che ha fatto scivolare la quotata sul fondo del Ftse Mib.
Le azioni BPER Banca hanno perso quota a Milano, sulla scia di un aumento di capitale soltanto ipotizzato ma già ampiamente temuto dal mercato.
A rendere la suddetta ipotesi più plausibile sono state le dichiarazioni di Carlo Cimbri, il primo azionista dell’emiliana, che nella giornata di ieri in occasione dell’approvazione del bilancio ha parlato di un “grosso sforzo” da compiere per ridurre il peso delle esposizioni non performanti.
Le sue parole sono state da molti interpretate come un monito ad attendersi un prossimo aumento di capitale e hanno gettato nel panico le azioni BPER, superate negativamente soltanto da una Saipem che dopo i conti trimestrali ha virato al ribasso.
(Le azioni BPER nel corso dell’ultima settimana: all’estrema destra del grafico l’andamento odierno della quotazione in scia all’ipotesi di ricapitalizzazione)
Nella sua esposizione, Cimbri ha puntato l’attenzione su Unicredit, elogiata come esempio di virtù e come istituto che proprio nel bel mezzo di un aumento di capitale è riuscito a cedere il 25% dello stock dei suoi crediti non performanti.
L’idea di procedere ad una ricapitalizzazione ha sicuramente scosso il mercato, ma ha contemporaneamente ricevuto l’appoggio pressoché incondizionato di Unipol. Quest’ultima, infatti, si è già detta pronta a sostenere un’eventuale operazione del genere purché essa venga però accompagnata da una forte pulizia di crediti deteriorati.
Aumento di capitale davvero necessario?
In molti hanno fatto notare come una ricapitalizzazione potrebbe risultare non necessaria a BPER. Il piano stand alone della quotata di Piazza Affari prevede di ridurre il ratio Npe dal 20,8% del 2017 al 10% al 2021 grazie a 3 miliardi di euro di cessioni. Tra l’altro, con l’adozione dei nuovi principi IFRS 9, l’emiliana dovrebbe ottenere un Cet1 ratio pro-forma al 12,1% e coperture sulle sofferenze di oltre il 70%. Dati, questi, che potrebbero far scendere il ratio Npe lordo sotto al 13%.
A tutto ciò si aggiungano poi le più recenti previsioni di Reuters, secondo cui BPER - rivedendo positivamente le attese dell’amministratore delegato Vandelli - potrebbe chiudere il 2018 con un Npe ratio inferiore al 14%.
Per Equita Sim, invece, l’acquisto di Unipol per 336 milioni di euro e il pagamento con carta lascerebbero l’Npe ratio al 13,4%.
Con un target del 5%, secondo la Sim:
“sarebbero necessari 4,5 miliardi di euro di cessioni aggiuntive, il Cet1 scenderebbe al 10,6% e sarebbe necessario un aumento di capitale da circa 350 milioni di euro per ripristinarlo al 12%. Unipol salirebbe al 22% di Bper Ipotizzando 80 milioni di euro di sinergie su Unipol Banca, di cui metà dal funding, al 2020 il Rote di Bper potrebbe salire al 7%, con un multiplo prezzo/capitale tangibile che si porterebbe da 0,5 a 0,6 volte e il p/e da 7,9 a 8,3 volte.”
Le discussioni relative all’ipotetico aumento di capitale hanno fatto naufragare il titolo di credito sulla Borsa Italiana. In una sessione non particolarmente brillante per i bancari, le azioni BPER stanno perdendo più dell’1,7% e stanno scambiando su quota 4,80 euro.
Nulla a che vedere con le performance registrate dopo l’approvazione di bilancio e dividendo 2017. In quell’occasione i titoli dell’emiliana hanno registrato un progresso di circa un punto percentuale intorno a quota 4,78 euro.
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