Avvisi di accertamento catastale, in questo caso non vanno motivati

Nadia Pascale

9 Ottobre 2025 - 08:55

In quali casi un avviso di accertamento catastale è valido anche se non c’è motivazione? L’aggiornamento catastale richiesto dal contribuente può portare a una differente attribuzione.

Avvisi di accertamento catastale, in questo caso non vanno motivati

Il principio generale dettato in materia di avvisi di accertamento è che gli stessi siano sempre motivati, ma vi sono delle eccezioni e a ribadirlo è la Corte di Cassazione con l’ordinanza 24296 del 2025. Ecco perché l’avviso di accertamento resta valido anche se non c’è la motivazione.

L’articolo 7 della legge 212 del 2000 (Statuto del contribuente), come modificato dal decreto legislativo 219 del 2023, prevede l’obbligo di motivazione dell’avviso di accertamento. Tale obbligo risponde alla finalità di assicurare il diritto di difesa al contribuente che deve sapere fin da subito le motivazioni di diritto e di fatto che hanno portato all’adozione dell’atto.

Nonostante tale generale obbligo, vi sono delle eccezioni a tale obbligo di motivazione. Ecco un caso particolare in cui l’avviso di accertamento catastale può essere non motivato.

Avviso di accertamento catastale senza motivazione, ecco perché è valido

Nel caso in oggetto un contribuente titolare del diritto di proprietà su un immobile in categoria catastale A/1 (abitazione signorile), immobili in categoria catastale di lusso, effettua delle modifiche alla distribuzione dei vani nell’immobile, non ci sono modifiche al numero di vani. In seguito a tale modifica chiede l’assegnazione di una categoria catastale diversa e nello specifico A/2 (abitazione di tipo civile).

Nella pratica ci sono notevoli effetti derivanti da tale tipologia di cambio, infatti, in caso di vendita dell’immobile l’acquirente non può fruire delle agevolazioni acquisto prima casa, non è prevista l’esenzione IMU prima casa, la rendita catastale è più elevata…ne consegue che l’attribuzione di una diversa categoria catastale ha di fatto numerose conseguenze.

L’Agenzia delle Entrate rifiuta la modifica della categoria catastale ma senza una specifica motivazione. Sottolinea, inoltre, se la rendita catastale è attribuita a seguito della procedura DOCFA e gli elementi di fatto dichiarati dal contribuente non sono disattesi dall’Ufficio, la differenza tra rendita proposta e rendita attribuita è sufficientemente giustificata con la sola indicazione dei dati oggettivi e della classe assegnata.

Occorre una motivazione più articolata quando c’è una diversa valutazione di elementi di fatto e quindi è necessario esplicitare l’iter logico che ha portato al diniego di attribuzione di una determinata categoria catastale in luogo di altra. Il contribuente propone ricorso e in primo e secondo grado di giudizio viene negata l’attribuzione della diversa classe catastale.

Accertamento catastale, con la procedura DOCFA non serve motivazione dell’avviso di accertamento

Il contribuente propone quindi ricorso in Cassazione e tra i motivi del ricorso c’è, appunto, la mancata motivazione nell’avviso di accertamento.
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso e si sofferma su alcune precisazioni inerenti l’obbligo di motivazione negli avvisi di accertamento.

La Corte di Cassazione ribadisce che nel caso in oggetto c’è una semplice modificazione della distribuzione dei vani che non viene contestata dall’Agenzia delle Entrate. Tra le parti, contribuente e Agenzia, non ci sono differenti elementi, ma la diversa attribuzione di valore a quegli elementi. Nel caso in oggetto venivano confermati i dati e la classe già attribuita con precedente DOCFA perché di fatto la tipologia di immobile signorile non aveva perso le caratteristiche che la rendevano tale. Proprio tale conferma non richiede ulteriore motivazione.

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