Autostrade, solo il 2,2% della spesa va alla manutenzione di ponti e viadotti

Mario D’Angelo

30/07/2019

31/07/2019 - 19:05

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In un’indagine avviata dopo il crollo del ponte Morandi, l’Anac rivela che alla manutenzione di ponti viene destinato solo il 2,2% della spesa. Ma Autostrade replica: “Dati Anac non corrispondono a realtà”

Autostrade, solo il 2,2% della spesa va alla manutenzione di ponti e viadotti

Le concessionarie autostradali italiane, Autostrade per l’Italia inclusa, utilizzano soltanto il 2,2% della propria spesa per la manutenzione di 7.317 fra ponti, cavalcavia e viadotti. Si tratta di una somma, secondo l’Anac, “estremamente esigua”. In una relazione di 14 pagine, l’Autorità anticorruzione ha stilato il rapporto sull’operato della Società Autostrade, evidenziandone le maggiori criticità. L’indagine è partita in seguito al crollo del 14 agosto 2018 del viadotto Polcevera di Genova, conosciuto anche come ponte Morandi.

Autostrade, quanto viene speso nella manutenzione?

La scorsa estate, il crollo parziale del Morandi ha causato la morte di 43 persone e lo sfollamento di altre 500. La tragedia era stata subito terreno di scontro fra il Movimento 5 Stelle e Autostrade, di proprietà dei Benetton. Secondo il primo, la concessionaria non aveva vigilato abbastanza sullo stato del viadotto. La polemica si è protratta fino all’estate in corso: il 25 giugno Luigi Di Maio ha chiesto la revoca della concessione.

E in effetti sono diverse le problematiche segnalate dall’Anac in tema di manutenzione. Le 19 (su 22, quindi l’86%) concessionarie prese in esame, impiegano solo il 2,2% della spesa prevista nei piani economico-finanziari per la salvaguardia delle cosiddette “opere d’arte” secondo quanto riportato nella relazione.

I dati, vista l’alta percentuale analizzata, sono definiti “altamente significativi”. Nello specifico, Autostrade per l’Italia, che ha in attivo la gestione di 3.911 viadotti e ponti, in 10 anni ha speso circa €249 milioni in manutenzione su più di €10 miliardi di spese totali, con una percentuale di poco superiore alla media: il 2,4 circa.

L’Anac evidenzia inoltre due criticità su cui intervenire in fretta: quella del “forte degrado” del ponte sul fiume Po e di un sottopasso nei paraggi, addirittura da demolire e ricostruire; e quella dei viadotti della rete A25 e A25, soggette a “gravi danni” dopo il terremoto del 2009 e ancora a rischio sismico.

Anac, poco controllo sugli appalti concessori

Ma non è tutto. L’Autorità fino alla settimana scorsa guidata da Raffaele Cantone ha rilevato “grande disomogeneità” nel controllo sul rispetto dei vincoli normativi nel corso dell’affidamento degli appalti. La responsabilità, dunque, non è tutta delle concessionarie. Nella relazione sull’indagine conoscitiva l’Anticorruzione ha dato anche indicazioni al governo affinché dia alle società “indicazioni univoche” in relazione alla “necessità di uniformare alcune fasi della gestione.

In una notizia correlata, la Polizia di Stato ha lanciato, in collaborazione con Autostrade per l’Italia, la campagna di comunicazione “Seisicuro”, per favorire la sensibilizzazione degli automobilisti sui rischi di una guida scorretta. L’iniziativa è avviata in contemporanea all’esodo vacanziero del 2019, fino alla prima settimana di settembre. Oltre alla distribuzione di gadget e borracce, gli agenti della polizia stradale hanno fornito indicazioni sul traffico e la viabilità a 4.000 utenti.

La replica di Autostrade: “Dati Anac non corrispondono a realtà”

La replica al documento Anac è arrivata tramite un comunicato a firma Aiscat (Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori).

In quest’ultimo viene inquadrata l’analisi dell’Autorità come frutto di un “confronto improprio” tra spese di manutenzione e programmi di investimento, cosa che porta quindi a “dati che non corrispondono alla realtà” .

Aiscat precisa che le concessionarie spendono “molto più di Anas”, fino a 5 volte di più secondo i dati riportati nel comunicato a titolo esemplificativo:

“Per quanto riguarda le spese di manutenzione, è risaputo e certificato che le concessionarie spendono molto più di Anas. Il principale concessionario, Autostrade per l’Italia, spende in manutenzione per chilometro di infrastruttura circa 108 mila euro l’anno (periodo 2013-2017), pari a circa 5 volte di più rispetto a quanto spende ANAS sulla propria rete (19 mila euro l’anno tra il 2013 e il 2016), un importo peraltro superiore agli obblighi convenzionali”,

si legge nel comunicato dell’Aiscat.

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