Aumento tassi d’interesse: rate sempre più alte per i mutui

Antonella Ciaccia

16 Maggio 2022 - 17:45

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L’aumento del tasso dei mutui allarma il mercato immobiliare. Nell’ultimo mese i finanziamenti a tasso fisso sono saliti oltre il 2% con rincaro delle rate fino a 50 euro.

Aumento tassi d’interesse: rate sempre più alte per i mutui

Italiani al bivio, quale tasso scegliere per il prossimo futuro? L’aumento dei tassi fissi si fa sentire sui nuovi mutui; dopo anni di sostanziale equilibrio, il costo dei finanziamenti è tornato ad aumentare, come certificato solo pochi giorni fa dalla Banca d’Italia, che ha riscontrato a marzo il ritorno sopra il 2% per la prima volta dal 2019.

I mesi di aprile e maggio hanno confermato lo stesso trend e il risultato è che chi vuole accendere ora un prestito, si ritrova a pagare molto più di quanto gli sarebbe stato richiesto solo quattro o cinque mesi fa.

La risalita dei rendimenti è dovuta alle strette monetarie delle Banche centrali impegnate a spegnere il fuoco dell’inflazione. Un aumento iniziato già da qualche tempo che dunque potrebbe rafforzarsi nei prossimi mesi. Questo perché la Bce, che ha già dato un taglio agli stimoli all’economia, dovrebbe nei prossimi mesi alzare il costo del denaro per contrastare l’inflazione, a sua volta dovuta ai rincari dell’energia aggravati dalla guerra in Ucraina.

Con questa strategia i prezzi dovrebbero «raffreddarsi», riducendo l’impatto sugli stipendi, ma chiedere denaro agli istituti di credito diventerà più oneroso.

Per i tassi siamo per ora lontani dalle quote di dieci anni fa, quando era al di sopra del 4% o dei tempi della crisi finanziaria del 2008 (all’epoca aveva superato il 6%), ma si tratta di un campanello d’allarme per chi pensa ora di fare un investimento, soprattutto per quelli di età più giovane.

Cosa significa questo nella pratica e quanto dovranno pagare di più gli italiani nella rata del mutuo? Uno studio di Alma Laboris Business School ha fornito alcuni dati che andremo ad analizzare.

Impennata mutui tasso fisso

L’impennata del BTP attorno al 3% sulla scia del trend dei rendimenti dei bond a livello internazionale e l’aumento dello Spread sino a quasi 200 punti non lascia indenne il mercato del credito, in particolar modo quello dei mutui per l’acquisto di una nuova casa che diventano sempre più cari su tutte le scadenze.

Da una analisi del Centro Ricerca e Studi di Alma Laboris Business School, società specializzata in Master e Corsi di Alta Formazione e specializzazione per professionisti, che ha messo a confronto i tassi fissi sui mutui praticati nel nostro Paese nel periodo gennaio/maggio 2022, emerge che l’impennata dei tassi si riflette sulle spese a carico di chi oggi accende un finanziamento per l’acquisto della prima casa, in particolare sul tasso Eurirs (Euro Interest Rate Swap, un indice bancario di riferimento che può fare da base per i mutui a tasso fisso) cui vengono agganciati i tassi dei mutui praticati dalle banche secondo un determinato spread.

L’Eurirs a 20 anni, ossia l’indice di riferimento per i mutui a tasso fisso, ha registrato una forte crescita nelle ultime settimane, aumentando di oltre 1,30 punti in appena quattro mesi (1,20 punti l’Irs a 25 anni e 1,08 quello a 30 anni).

Un incremento che si riflette in modo diretto sulla rata del mutuo che può rincarare anche di 50 euro.

Se l’IRS è aumentato dall’1% all’1,3%, l’aumento del tasso praticato a chi chiede un mutuo oscillerebbe fra lo 0,8% e l’1% per un mutuo di circa 100mila euro.

Rata più cara per il mutuo a tasso fisso

Secondo il centro di ricerca e studi quindi, chi ha acceso un mutuo ad aprile e maggio si è ritrovato a dover pagare una rata più pesante rispetto a qualche mese fa.

L’esempio è stato fatto su un 37enne che chiede un prestito a tasso fisso del valore di 100mila euro per l’acquisto di una casa a Roma. Per lui la rata mensile è salita così in appena quattro mesi di circa:

  • 38 euro per un mutuo a 20 anni;
  • di oltre 40 euro per un mutuo a 25 anni;
  • 49 euro per un mutuo a 30 anni.

Su base annua l’impennata dei tassi si traduce in un aggravio di spesa che arriva a sfiorare i 590 euro nel caso di mutuo a 30 anni rispetto allo stesso prestito se fosse stato richiesto a gennaio 2022.

Considerata la totalità delle rate, e al netto di spese bancarie, perizie e altri costi legati ai finanziamenti, un mutuo a tasso fisso costa oggi:

  • + 9.099 euro rispetto a gennaio 2022 per un mutuo a 20 anni;
  • +12.107 euro un mutuo a 25 anni;
  • +17.640 euro quello a 30 anni.

Nessuna conseguenza per chi ha già un mutuo

Chiaramente la rata non cambia per chi ha un vecchio mutuo a tasso fisso mentre i variabili crescono ma restano bassi.

Per chi ha già sottoscritto il mutuo a tasso fisso non cambia nulla: le ripercussioni di tale situazione saranno avvertite solo da chi accende oggi un finanziamento.

Per il tasso variabile, la situazione risulta abbastanza stazionaria, fattore che sta spingendo un numero crescente di italiani a optare oggi per tale tipologia di mutuo, che al momento consente risparmi non indifferenti sulla rata mensile rispetto al tasso fisso.

Statistiche Banca d’Italia- Banche e moneta: serie nazionali
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