Aumento di stipendio per le donne: il progetto del Governo per contrastare la disparità di genere

Antonio Cosenza

17 Settembre 2019 - 12:00

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Il Governo Conte vuole risolvere il problema del gender pay gap: le donne dovranno guadagnare quanto i loro colleghi uomini. È già pronto un disegno di legge, ecco cosa prevede.

Aumento di stipendio per le donne: il progetto del Governo per contrastare la disparità di genere

Tra i progetti del Governo Conte Bis c’è quello che prevede un innalzamento degli stipendi delle lavoratrici in modo da contrastare la disparità di genere che ancora oggi caratterizza il mercato del lavoro.

Ed ecco che già si parla di una nuova legge, promossa dal Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, che tramite l’introduzione di una serie di incentivi e di sanzioni punta ad introdurre la parità di genere nelle retribuzioni.

Non solo salario minimo quindi; la nuova maggioranza Movimento 5 Stelle-Partito Democratico punta anche al riconoscimento di maggiori tutele per le donne che ancora oggi risultano essere la parte debole nel mercato del lavoro.

Le donne guadagnano meno degli uomini: un problema che il Governo intende risolvere

Nel mercato del lavoro - non solo in Italia - c’è una netta differenza tra le retribuzioni medie percepite dagli uomini e quelle delle donne: un fenomeno - quello del gender pay gap - che esiste in tutto il mondo ma che nel nostro Paese ha raggiunto un livello allarmante tanto da indurre il Governo ad intervenire per risolvere definitivamente questa situazione.

Nel dettaglio, secondo i dati Eurostat i in Italia la situazione del mercato del lavoro è la seguente: le donne guadagnano il 4,1% in meno degli uomini nel settore del pubblico impiego, una differenza che nel privato sale al 20,7%. Pensate che per arrivare a guadagnare quanto un uomo la donna dovrebbe lavorare per ben 66 giorni in più.

Questo squilibrio si sente maggiormente per la fascia di età compresa tra i 20 e i 49 anni, specialmente se si prendono in considerazione i lavoratori con almeno un figlio: in questo caso, infatti, la differenza tra lo stipendio di uomini e donne è di circa il 30%.

Come il Governo vuole risolvere la disparità di genere nel mercato del lavoro

Se si continuerà così non riconoscendo per le donne le giuste opportunità nel mondo del lavoro si rischia di non sfruttare al massimo il potenziale di lavoratrici e imprenditrici; una situazione di squilibrio, quindi, che oltre ad essere discriminatoria nei confronti delle donne provoca anche degli effetti negativi sull’economia.

Ecco perché il Governo Conte vuole intervenire per ridurre questo gap e per farlo si dovrebbe puntare sul disegno di legge che vede come prima firmataria la senatrice dem Anna Maria Parente che in questi anni è stata in prima linea nella lotta alle disparità tra uomini e donne nel mercato del lavoro.

Questa legge punta su tre diverse misure, utili per far sì che retribuzioni di uomini e donne possano essere equiparate:

  • rafforzamento degli obblighi di informazione indirizzati ai datori di lavoro concernenti la parità salariale. I datori di lavoro poi devono garantire la trasparenza e l’accesso ai dati sulle retribuzioni corrisposte agli altri dipendenti. Qual è l’obiettivo di questi provvedimenti? Quello di informare la lavoratrice di tutte le componenti che fanno parte del salario, come ad esempio di premi e bonus produttività che spesso sono la causa principale della differenza che c’è tra le retribuzioni di uomini e donne;
  • riconoscere degli incentivi a quei datori di lavoro che mettono in atto i provvedimenti necessari per garantire una parità di stipendio tra uomini e donne;
  • introdurre delle sanzioni per i datori di lavoro inadempienti. Per coloro che non rispettano gli obblighi di informazione e trasparenza, indicati nel primo punto della legge, scatterà infatti una multa di 3.000€. Invece, nel caso in cui l’azienda non abbia provveduto ad attuare le misure necessarie al raggiungimento della parità retributiva scatterà la sospensione (della durata di un anno) dei benefici contributivi percepiti, oltre all’esclusione dalla partecipazione agli appalti pubblici e alla risoluzione di qualsiasi contratto sottoscritto con la PA.

Sanzioni severe che speriamo possano servire per risolvere un problema che riguarda da vicino molte donne, così da riconoscere loro gli stessi diritti dei loro colleghi uomini.

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