Aumento degli stipendi: chi guadagnerà di più nel 2023 con la legge di Bilancio

Rosaria Imparato

21/11/2022

In legge di Bilancio si studia un nuovo taglio del cuneo fiscale, per aumentare gli stipendi nel 2023. La busta paga diventerà più pesante per i redditi bassi.

Aumento degli stipendi: chi guadagnerà di più nel 2023 con la legge di Bilancio

È allo studio un nuovo taglio del cuneo fiscale dedicato ai redditi più bassi, così da aumentare gli stipendi nel 2023. In legge di Bilancio ci dovrebbe essere un doppio intervento sul cuneo: da un lato, la conferma del taglio di due punti introdotto dal governo Draghi, e dall’altro il taglio di un ulteriore punto per i redditi sotto una certa soglia.

Questo tipo di intervento è a vantaggio dei lavoratori dipendenti. Per le partite Iva e per i lavoratori autonomi, invece, resterebbe confermato l’aumento della soglia per poter applicare la flat tax, da 65mila a 85mila euro.

La manovra economica va verso i 32 miliardi di euro, di cui 21 miliardi in deficit da destinare al caro bollette, e si prepara all’esame del Consiglio dei ministri nelle prossime ore.

Aumento stipendi 2023 grazie al taglio del cuneo fiscale, ma per chi?

L’intervento sul cuneo fiscale nella manovra economica dovrebbe avvenire seguendo due linee:

  • la conferma del taglio contributivo attuale di due punti per i redditi fino a 35mila euro, introdotto dal governo Draghi;
  • un nuovo taglio del cuneo, di un solo punto, ma per le fasce economiche più fragili, quelle con redditi sotto i 20-23mila euro.

L’operazione costerà circa 5miliardi, di cui due terzi ai lavoratori e un terzo ai datori di lavoro. Nelle stime in via di definizione l’alleggerimento del carico sulle imprese impiegherebbe tra gli 1,5 e i 2 miliardi di euro, da aggiungere ai 3,5 miliardi assorbiti dalla quota contributiva dei dipendenti.

Rispetto a quanto fatto dal precedente governo guidato da Mario Draghi, che ha tagliato il cuneo fiscale a tutti i lavoratori di due punti, la nuova misura prende in considerazione anche una parte delle aziende.

Aumenti in busta paga, cosa ha detto il ministro Mef Giorgetti

Il ministro dell’Economia Giorgetti sul nuovo taglio del cuneo fiscale ha detto:

“La misura del cuneo fiscale non è attualmente finanziata per il 2023. Volontà del governo è non solo finanziarla e quindi rinnovarla per il prossimo anno, ma anche aumentarla per i redditi più bassi dei lavoratori. Per quanto riguarda altre misure di cui si parla oggi sui quotidiani si precisa che si tratta di mere ipotesi presentate nel corso della riunione che sono in corso di valutazione politica.”

Sembra quindi che la strada che il governo preferirebbe prendere sia quella di salvaguardare i lavoratori con redditi particolarmente bassi. Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, pur non parlando in modo esplicito del cuneo fiscale, ha scritto sui suoi social che l’esecutivo è al lavoro per aiutare famiglie e imprese, «con particolare attenzione ai redditi bassi».

Aumenti stipendi 2023: gli scenari possibili

Sono tre gli scenari possibili per il prossimo anno. Il primo scenario è quello che vede solo la conferma di quanto già in vigore, quindi taglio contributivo del 2% per i lavoratori con redditi sotto i 35mila euro: in questo caso è evidente che non cambierebbe nulla, e gli aumenti di stipendio rimarrebbero quelli già in vigore (quindi, bassi, quasi impercettibili per i redditi sotto i 25mila euro).

La seconda opzione sarebbe quella di aumentare il taglio del cuneo al 3%, ma destinando un terzo della quota alle imprese: il beneficio, quindi, ce l’avrebbero le aziende, magari così più incentivate ad assumere. Per i lavoratori cambierebbe ben poco in termini di aumento di stipendio.

L’ultimo scenario è quello che vede l’aumento del taglio del cuneo a 3 punti percentuali, e destinando tutto ai lavoratori: solo in questo caso si vedrebbe effettivamente un aumento degli stipendi.

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