Il ministro Calderone, come pure Micaela Gelera (Commissario straordinario dell’Inps), agli Stati Generali hanno parlato di come potrebbe cambiare il modello di sostegno che prevede Assegno di inclusione e Supporto Formazione Lavoro.
Il Ministro Calderone, oggi agli Stati Generali, torna a parlare di mercato del lavoro e attuale modello si sostegno. In un’intervista rilasciata a margine del suo intervento, invece, il commissario straordinario dell’Inps, Micaela Gelera, rivela quelli che sono i piani dell’istituto per superare il problema della retribuzione inferiore delle donne con figli rispetto a quelle che non ne hanno avuti e fa anche delle interessanti considerazioni sul rapporto tra lavoratori e pensionati, destinato a diminuire.
Dopo aver annunciato, qualche settimana fa, lo slittamento di un mese del termine in cui i nuclei familiari possono essere presi incarica dai servizi sociali (entro il 30 novembre con la proroga) il ministro Calderone ha chiarito che si sta lavorando attivamente per preparare una partenza della nuova misura che non abbia ripercussioni.
Il mercato del lavoro, così come lo stesso lavoro, sono in un periodo abbastanza critico in cui sono molti i cambiamenti a cui, poi, anche le misure di sostegno dovranno adeguarsi. Cosa potrebbe cambiare? Vediamo le ultime dichiarazione del Ministro Calderone agli Stati generali.
Assegno di inclusione e Supporto formazione lavoro
L’Assegno di inclusione è una delle nuove misure che partirà dal 1° gennaio 2024 come sostegno economico e di inclusione professionale e sociale. Sarà riconosciuto a chi, in possesso di determinati requisiti non solo reddituali, aderisce a un percorso di attivazione sociale e lavorativa. L’assegno è destinato solo a quelle categorie individuate come fragili e, di conseguenza, a nuclei familiari con all’interno almeno un componente disabile, minorenne, over 60 o in condizione di svantaggio e inserito in un programma di assistenza con i servizio sociali territoriali.
Il Supporto per la Formazione e il Lavoro (Sfl) è una misura, invece, che è partita già dal 1° settembre scorso e si rivolge al singolo componente del nucleo familiare che sia in possesso di determinati requisiti reddituali, economici e di cittadinanza e abbia un età compresa tra i 18 e i 59 anni.
Il Sfl dovrebbe agevolare il singolo nella ricerca di una nuova occupazione anche attraverso l’individuazione di attività formativa per la qualificazione o la riqualificazione dei beneficiari.
Le parole di Calderone
Proprio a proposito delle due misure il ministro Calderone, agli Stati Generali, ha affermato che
Il lavoro cambia, come pure il mercato del lavoro, per questo motivo non ritengo che l’attuale modello di sostegno (Assegno di inclusione più Supporto formazione lavoro n.d.r.) sia perfetto e non oggetto di modifiche future, non escludo possano esserci novità specialmente nel caso in cui dovessero cambiare gli scenari. Abbiamo però ritenuto fosse necessario intervenire su Reddito di Cittadinanza perché la politica attiva è stata fallimentare, per quanto ci siano stati dei buoni risultati sul fronte del sostegno alle categorie fragili.
L’intervento sul Reddito di cittadinanza si è reso necessario in quanto, pur avendo agito la misura sul fronte del sostegno economico, la misura ha fallito nella parte fondamentale che doveva portare a una inclusione lavorativa dei beneficiari.
Altri canali per trovare lavoro
Parlando sempre del Reddito di cittadinanza e del Supporto formazione lavoro, Calderone ha fatto notare che su 200 mila occupabili, che uscivano dal Reddito di Cittadinanza, solo il 40% ha fatto domanda per il Supporto Formazione lavoro. Questo a dimostrazione che i canali di ingresso nel mondo del lavoro sono anche altri.
Il tutto, però, senza tenere conto, da parte del Ministro, che in molti casi, venuto meno il sostegno economico del Reddito di Cittadinanza, molti si sono dovuti attivare nella ricerca di una nuova entrata, non sapendo quando il Sfl sarà effettivamente erogato (i tempi di attesa potrebbero richiedere almeno un paio di mesi tra la presentazione della domanda all’Inps, l’iscrizione alla piattaforma per l’Inclusione Sociale, la sottoscrizione dei patti e la frequentazione di un corso o altra iniziativa di attivazione lavorativa).
Retribuzione differente per donne con e senza figli, le soluzioni
Micaela Gelera, nuovo commissario straordinario dell’Inps, sempre agli Stati Generali del Lavoro, in un intervista parla della differenza di retribuzione, a distanza dalla maternità, sia più bassa per le donne che hanno avuto figli:
Uno studio fatto dall’Inps mette in evidenza che a 15 anni dalla maternità, la retribuzione netta della donne sia più bassa del 53% rispetto alla retribuzione delle donne che non hanno avuto figli. Conseguentemente è evidente come la possibilità delle donne di mantenersi nel mondo del lavoro con un’alta intensità di partecipazione e possibilità di carriera va a ridursi drasticamente a seguito della nascita dei figli.
Presa coscienza del problema, la Gelera suggerisce anche delle soluzioni:
Gli strumenti che possono essere messi in campo per risolvere queste problematiche, sono tutti quelli che tendono e riescono a rendere dinamico, più attrattivo e più facile l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e anche un mantenimento del lavoro nel corso della loro carriera professionale, ma anche tutti questi strumenti che servono a conciliare la vita lavorativa con i carichi familiari delle donne.
Sui nuovi scioperi annunciati nelle prossime settimana, il commissario straordinario dell’Inps afferma che:
Io penso che il diritto allo sciopero sia sacrosanto, sia sacrosanto, però, anche il diritto a proteggere quelli che sono i diritti dei cittadini che subiscono le attività di sciopero.
Rapporto lavoratori - pensionati, le soluzioni
Micaela Gelera, poi, ha risposto anche a una nostra domanda sull’allarme lanciato da Tridico qualche mese fa sul rapporto tra lavoratori e pensionati tra qualche anno e come eventualmente risolvere la situazione che si verrebbe a creare, aumentando i lavoratori o diminuendo i pensionati. Il commissario straordinario dell’Inps nel rispondere ha affermato che:
La diminuzione dei pensionati, per fortuna, avviene in maniera naturale attraverso il fenomeno della mortalità, quindi, su quello non possiamo incidere, anzi, siamo contenti di assistere a un miglioramento della speranza di vita e un allungamento, quindi, della vita media. Il numero di contribuenti si andrà a ridurre prospetticamente rispetto al numero dei pensionati proprio a causa di quell’inverno demografico di cui tutti parlano. E’ una situazione nota, quindi.
Il commissario straordinario dell’Inps, poi, spiega che e adesso il rapporto tra lavoratori e pensionati è di 1 a 6, questo rapporto è destinato a ridursi per l’aumento fisiologico dell’età media dei pensionati e, di conseguenza, dei pensionati stessi.
Sul come si intende intervenire in tal senso Micaela Gelera spiega che per riequilibrare questo rapporto la leva fondamentale deve essere un’azione sul lavoro: aumentare il tasso di occupazione con la creazione di lavori di qualità e professionalizzanti.
Indispensabile, per il nuovo commissario straordinario dell’Inps, anche garantire lavori in settori che diano una sufficiente retribuzione che possa mantenere la base contributiva fondamentale in un sistema a ripartizione come quello su cui si basa la previdenza italiana.
Assegno di inclusione, da quando attivo?
Alla domanda di Simone Micocci se da gennaio 2024 tutta la procedura dell’assegno di inclusione, per tutti coloro che passeranno dal reddito di cittadinanza, sarà messa a disposizione o ci vorrà qualche settimana in più per rendere il tutto operativo, Micaela Gelera risponde che si sta procedendo in maniera molto celere per consentire a tutti i cittadini aventi diritto di predisporre la domanda di assegno di inclusione già dal 1° gennaio 2024, come previsto dalla normativa.
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