Assegno di inclusione, se lo prendi devi subito richiedere saldo e giacenza media del 2023

Simone Micocci

11 Marzo 2024 - 17:25

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Assegno di inclusione, la perdita dei requisiti patrimoniali va comunicata tempestivamente. Si rischia non solo la decadenza della misura, ma anche la restituzione delle somme e la reclusione.

Assegno di inclusione, se lo prendi devi subito richiedere saldo e giacenza media del 2023

Per molti aspetti il funzionamento dell’Assegno di inclusione richiama le regole previste per il Reddito di cittadinanza, come ad esempio l’obbligo di comunicare prontamente all’Inps le variazioni del reddito e del patrimonio che possono comportare la perdita dei requisiti.

A tal proposito, non bisogna commettere l’errore di pensare che avere un Isee in corso di validità sia sufficiente per permettere all’Inps di effettuare una corretta valutazione dei requisiti; laddove nel corso del periodo di percezione dovesse esserci il superamento di uno o più limiti allora bisognerà comunque darne comunicazione all’Inps pena sanzioni più severe rispetto alla sola perdita del beneficio.

Per questo motivo è importante non solo avere ben chiara la situazione patrimoniale riferita al 2022 (anno preso in considerazione dall’Isee 2024) ma anche di quelli successivi così da intervenire per tempo per evitare di ritrovarsi nella spiacevole situazione di dover anche restituire quanto indebitamente percepito (con il rischio persino di sanzioni di tipo penale).

La perdita dei requisiti patrimoniali

Come si legge nel modulo della richiesta di Assegno di inclusione, che andrebbe letto per esteso al momento della domanda così da evitare di commettere gravi errori, è obbligatorio comunicare all’Inps le variazioni del patrimonio mobiliare che comportano il superamento della soglia.

A tal proposito, ricordiamo che il limite patrimoniale da non superare dipende dalla composizione del nucleo familiare. Nel dettaglio, si parte da un valore base di 6.000 euro per tutti da maggiorare di:

  • 2.000 euro per ogni componente successivo al primo, fino a un massimo di 10.000 euro;
  • 1.000 euro per ogni componente successivo al secondo;
  • 5.000 euro per ogni componente in condizione di disabilità grave, 7.500 euro se non autosufficiente.

La sussistenza di questo requisito viene accertata dall’Isee, ma non solo: come visto sopra è obbligatorio per i percettori di Assegno di inclusione comunicare se nel periodo non preso in considerazione dalla Dsu (quindi l’ultimo anno o quello in cui si percepisce il sostegno) c’è stato il superamento della stessa.

Cosa deve fare il nucleo familiare

Intanto è importante sapere che entro 15 giorni dalla notizia dell’acquisizione del possesso di somme o valori superiori alle suddette soglie per merito di donazione, successione o vincita, l’interessato deve darne comunicazione all’Inps utilizzando il modello Adi-Com esteso.

Pensiamo ad esempio a chi vince una grossa somma al Lotto, come pure alle scommesse sportive, o chi invece beneficia di un’eredità: nel caso in cui quanto percepito è sufficiente per superare il limite di patrimonio mobiliare richiesto, bisognerà darne comunicazione entro i successivi 15 giorni.

Discorso differente nel caso in cui il superamento del limite dovesse avvenire per altre ragioni. Entro il 31 gennaio, infatti, bisogna comunicare all’Inps le variazioni riferite all’anno precedente, sempre che abbiano portato alla perdita del requisito patrimoniale.

Ecco perché chi prende l’Assegno di inclusione dovrebbe richiedere anche il saldo e la giacenza media aggiornato al 2023 dei conti correnti intestati ai componenti del nucleo, così da poter verificare se il requisito patrimoniale è ancora inferiore alle soglie indicate.

Ovviamente ciò vale solamente se avete il dubbio di averle superate, altrimenti potete stare tranquilli.

Nel caso contrario, ossia laddove dalla documentazione richiesta dovesse risultare la perdita del requisito patrimoniale, dovete darne immediata comunicazione all’Inps (anche perché il termine per farlo è scaduto).

Cosa rischia chi non assolve agli obblighi

La perdita del requisito patrimoniale comporta in ogni caso la decadenza dell’Assegno di inclusione, sia quando è comunicato dall’interessato che nel caso in cui dovesse emergere da un controllo dell’Inps.

Ma non bisogna commettere l’errore di pensare che a questo punto tanto vale attendere un eventuale verifica da parte dell’Inps visto che l’epilogo sarà lo stesso.

Intanto perché come specificato nel comma 2, articolo 8, del decreto n. 48 del 4 maggio 2023 (decreto Lavoro), l’omessa comunicazione delle variazioni del patrimonio (come pure dei redditi) rilevanti ai fini del mantenimento del beneficio è punita con la reclusione da 1 a 3 anni. Non comunicare il superamento delle suddette soglie costituisce quindi reato penale.

Inoltre, come specificato nel comma successivo, il beneficiario è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito.

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