Sicuri che gli arrivi dei migranti stanno diminuendo? Nuove rotte anche in barca a vela

Alessandro Cipolla

24 Novembre 2017 - 12:45

Dopo la chiusura della rotta balcanica e le misure adottate in Libia, i trafficanti di migranti stanno studiando nuove rotte con l’utilizzo anche delle barche a vela.

Sicuri che gli arrivi dei migranti stanno diminuendo? Nuove rotte anche in barca a vela

Come si può fermare uno dei business malavitosi più redditizi del momento? Per combattere gli sfruttatori dell’immigrazione clandestina l’Europa sembrerebbe avere le idee chiare, pagando profumatamente Libia e Turchia per non far partire i migranti dalle loro coste.

Chiusa una porta però si aprono tanti altri spiragli, con gli sbarchi dall’Algeria, dalla Tunisia e anche dalla Turchia, che stanno aumentando negli ultimi mesi dopo il blocco in atto davanti le coste libiche. Il problema quindi è ancora ben lontano dall’essere risolto.

Le nuove rotte dell’immigrazione

Quello che sta succedendo in Libia ormai può essere considerato noto a tutti. Con l’Italia abbandonata a se stessa da Bruxelles, il governo spalleggiato dall’Europa ha pensato bene di stringere accordi con le autorità libiche per fermare le partenze dei viaggi della speranza.

Dopo gli sbarchi record della prima metà dell’anno, in questa seconda parte del 2017 senza dubbio dalla Libia stanno arrivando meno migranti rispetto al 2016. Che poi gli immigrati vengano chiusi in veri e propri lager e sottoposti a ogni sorta di tortura in territorio libico questo poco sembrerebbe importare.

La storia però ci ha insegnato che non esistono muri o barriere che possono tenere per cercare di evitare i fenomeni migratori. Quando poi in mezzo ci sono valanghe di soldi che entrano nelle tasche delle varie organizzazioni criminali, l’impresa diventa ancora più ardua.

Se gli approdi tradizionali italiani stanno vivendo negli ultimi mesi un periodo di relativa tranquillità, lo stesso non si può dire per i porti spagnoli visto che gli arrivi dalla Tunisia sono aumentati del 120% con 1.000 arrivi soltanto a settembre.

Stesso discorso può essere fatto anche per l’Algeria, paese inoltre a forte rischio di infiltrazione da parte dell’Isis, dove le partenze sono cresciute del 60% facendo spesso rotta verso le coste della Sardegna.

Anche il blocco messo in atto dalla Turchia di Erdogan inizia a scricchiolare. Sempre a settembre infatti in Grecia sono arrivati 4.600 migranti, inoltre i trafficanti hanno iniziato anche ad attraversare il Mar Nero per approdare in Romania.

In più ultimamente c’è il fenomeno delle barche a vela. Dalla Turchia infatti le imbarcazioni partono con una certa frequenza, cercando di mescolarsi così con i turisti, ospitando però al loro interno migranti che pagano anche fino a 6.000 dollari per giungere nel Vecchio Continente.

A gestire questo business malavitoso sarebbero gruppi criminali dell’Est Europa, con le autorità che negli ultimi mesi hanno fermato 160 barche a vela intente a trasportare migranti. Considerando quelle sfuggite ai controlli, il fenomeno quindi potrebbe essere molto diffuso.

3.000 morti nel Mediterraneo

L’Europa applaude alle nuove misure messe in campo per contrastare l’immigrazione ma non sembrerebbero esserci molti motivi per essere compiaciuti. Gli arrivi infatti non si fermano e i morti nel Mediterraneo in questo 2017 sono già 3.000.

L’emergenza non si arresta così come la strage dei disperati. Difficile quindi vedere lati positivi negli sviluppi di questa vicenda. Se consideriamo poi anche la situazione dei centri per i migranti in Libia si può dire che il disastro sia sempre lo stesso.

Gli immigrati sono un problema politico perché i cittadini europei non li vogliono, con Bruxelles che così sta cercando in tutti modi di nascondere la polvere sotto il tappeto pagando per non far partire i migranti che però, nonostante i tanti soldi sborsati e chissà in quali tasche finiti, alla fine in Europa arrivano lo stesso.

L’incapacità di risolvere questo drammatico problema è evidente, con le pezze che sembrerebbero essere peggio dei buchi. Altre soluzioni però non sembrerebbero esserci all’orizzonte, con la tensione verso i migranti che non sembra placarsi così come purtroppo la conta dei morti nel Mediterraneo.

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# Libia

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