Arriva la mascherina che in dieci minuti analizza l’aria per vedere se ci sono virus e manda una notifica sul telefono.
Arriva la notizia di una nuova mascherina in grado di avvisare se intorno a noi c’è il virus, proprio quando tornano a salire i contagi da Covid-19 in 48 province italiane. Un andamento che gli esperti invitano a non sottovalutare e che è arrivato proprio con la ripresa delle attività a settembre e la riapertura delle scuole per la prima volta senza l’obbligo di mascherine.
Al momento, infatti, le mascherine sono rimaste obbligatorie - almeno fino al 30 settembre - solo sui mezzi di trasporto, anche se c’è chi continua a indossarle in situazioni a rischio o di assembramento. Ma con la nuova mascherina in grado di analizzare se il virus è presente nell’aria le cose potrebbero cambiare. L’efficacia dei dispositivi di protezione è stata ampiamente dimostrata durante la pandemia da Covid-19, ma questa potrebbe aumentare grazie alla nuova capacità di analizzare l’aria e individuare i virus che ci circondano.
Arriva la nuova mascherina trova virus
Come funziona questa nuova mascherina in grado di individuare il virus nell’aria intorno a noi? Il dispositivo di protezione è dotato di una pellicola, un gel che interagisce con il ritmo del respiro e che preleva, e analizza, i campioni. La mascherina impiegherebbe circa dieci minuti per analizzare le particelle per poi inviare una notifica sul cellulare con la comunicazione dell’analisi del campione rivelando se si è in presenza del virus che provoca il Sars-Cov-2, ma anche virus influenzali. Insomma la nuova mascherina è in grado di comunicare se nell’ambiente in cui siamo c’è il rischio di contagiarsi o meno.
Ad averla creata e presentarla sono gli studiosi della Shanghai Tongji University, in un articolo pubblicato sulla rivista Matter.
«Ricerche precedenti - afferma Yin Fang, autore principale dello studio - hanno dimostrato che indossare una mascherina può ridurre il rischio di diffusione e contrarre la malattia. Quindi, volevamo crearne una in grado di rilevare la presenza di virus nell’aria e allertare chi la indossa».
Come è stata testata la mascherina?
La mascherina è stata testata in una camera chiusa spruzzando su di essa una proteina di superficie virale contenente liquido a livello di tracce e aerosol. Il sensore ha risposto a un minimo di 0,3 microlitri di liquido contenente proteine virali, da circa 70 a 560 volte inferiore al volume di liquido prodotto in uno starnuto e molto inferiore al volume prodotto tossendo o parlando.
Il team ha progettato un piccolo sensore con aptameri (un tipo di molecola sintetica in grado di identificare proteine uniche di agenti patogeni come gli anticorpi). Una volta che gli aptameri si legano alle proteine bersaglio nell’aria, un dispositivo collegato amplificherà il segnale e avviserà coloro che li indossano tramite i telefoni. Si tratta di un nuovo tipo di dispositivo altamente sensibile.
«La nostra mascherina - aggiunge Fang - funzionerebbe molto bene in spazi con scarsa ventilazione, come ascensori o stanze chiuse, dove il rischio di essere infettati è alto». Secondo gli esperti se in futuro dovesse emerge un nuovo virus respiratorio si potrebbe molto facilmente aggiornare il sensore per la rilevazione dei nuovi agenti patogeni. Gli obiettivi futuri del team sono: ridurre il tempo di rilevamento e aumentare la sensibilità della mascherina.
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